Osho – Medicina, meditazione, corpo e alimentazione

Che relazione esiste tra la medicina e la meditazione? La parola “medicina” e la parola “meditazione” hanno la stessa radice. Medicina indica “ciò che guarisce il corpo”, mentre “meditazione” indica ciò che guarisce lo spirito.  Entrambi sono poteri curativi. Inoltre, si deve ricordare un’altra cosa: la parola “curativo” (healing in inglese) e la parola “integro” (whole in inglese) vengono anch’esse dalla stessa radice. “Essere curati” vuol semplicemente dire “essere integri”, non mancare di nulla. Infine, un’altra parola è legata alla stessa radice: holy (“sacro”, “santo”) healing, whole, holy provengono dalla stessa radice semantica. La meditazione guarisce, ti rende integro, ed essere integri significa essere santi. Gli ideogrammi cinesi di medicina e suono sono molto simili. La santità non ha nulla a che vedere con il tuo appartenere a una qualsiasi religione, con l’essere membro di una chiesa, qualsiasi essa sia. Vuol semplicemente dire che, dentro di te, sei integro, completo; non manca nulla, sei appagato.  Sei ciò che l’esistenza voleva che fossi. Hai realizzato il tuo potenziale. La religione è un viaggio all’interno del tuo essere e la meditazione è il sentiero da percorrere. Di fatto, la meditazione porta te, la tua consapevolezza, a profondità abissali. Perfino il tuo corpo diventa qualcosa di esterno a te. Anche la tua mente diventa qualcosa di esterno a te. Anche il tuo cuore, che si trova vicinissimo al centro del tuo essere, diventa esterno a te. E quando il tuo corpo, la mente e il cuore, vengono visti come realtà esterne, sei giunto al centro stesso della tua esistenza. Questo giungere al centro è un’esplosione sconvolgente, che trasforma ogni cosa. Non sarai mai più lo stesso perché, ora, sai che il corpo è solo un guscio esterno; la mente si trova un po’ più all’interno, ma non è realmente la tua essenza interiore; il cuore è ancora un po’ più all’interno, tuttavia neppure esso è il centro più intimo del tuo essere. Ora sei disidentificato da tutte e tre queste cose. Per la prima volta inizi a sentirti cristallizzato, non sei più la personalità insipida di un tempo. Per la prima volta, senti in te un’energia incredibile, un’energia inesauribile della quale non eri consapevole. Per la prima volta sai che la morte accadrà solo al corpo, alla mente, al cuore, ma non a te. L’uomo deve riprendere in considerazione tutte le tradizioni, tutte le diverse fonti, tutti gli elementi disponibili devono essere riconsiderati. Si deve sviluppare un approccio medico completamente diverso, che prenda nota dell’agopuntura, dell’ayurveda, della medicina greca, di Delgado e delle sue ricerche; e soprattutto che si renda conto che l’uomo non è una macchina. L’uomo è un essere spirituale multidimensionale, e ci si dovrebbe comportare con lui di conseguenza. La salute non dovrebbe essere definita in maniera negativa: sei sano perché non hai malattie. Si dovrebbe trovare una definizione positiva. Ma posso capire perché non ci si sia riusciti: la malattia è qualcosa di oggettivo, mentre la sensazione di benessere è puramente soggettiva. La medicina occidentale non accetta l’esistenza in te di alcuna soggettività. Si limita ad accettare il tuo corpo, non accetta te. L’essere umano deve essere accettato nella sua totalità. Tutti i diversi metodi usati nel mondo, dovrebbero essere portati a una sintesi, non messi in conflitto tra di loro. Ora come ora, funzionano come se fossero l’uno contro l’altro. Dovrebbero essere raccolti in una sintesi. Tale sintesi darà una visione migliore dell’uomo e fornirà agli esseri umani una vita migliore. Il settanta per cento delle malattie esistono solo nella tua mente: di fatto non esistono, pensi semplicemente di averle. Ebbene, darti medicinali allopatici per queste malattie è pericoloso, perché tutta la medicina allopatica è, in un modo o nell’altro, legata a diversi veleni. Se hai una malattia, quei medicinali vanno bene; ma se hai solo l’idea di essere ammalato, è preferibile la medicina omeopatica, che non fa del male a nessuno! Non contiene nulla, ma si è rivelata di grande aiuto per l’umanità. Migliaia di persone sono guarite grazie all’ omeopatia. Non si tratta di stabilire se l’omeopatia sia una vera medicina oppure no. L’interrogativo è un altro: se le persone hanno malattie immaginarie, è necessario fornire loro un sistema medico irreale. E l’omeopatia non ha in se’ nulla… ma, visto che ci sono persone che non hanno malattie, e che si torturano con l’idea di averne, ecco che l’omeopatia acquista una efficacia immediata. Cura le persone, senza far male a nessuno. E’ una medicina fittizia: ma cosa si può fare con una umanità fittizia? Alcune persone possono aver perso la volontà di vivere; in quel caso, nessuna medicina potrà essere di aiuto, perché la volontà di vivere non è più presente. (…) Per prima cosa devi digiunare e fare dei clisteri.. per pulirti da tutte le cure allopatiche. Una volta ripulito l’uomo è un essere soggettivo. Se il paziente ama il dottore, anche l’acqua può servire come cura. Se invece il paziente odia il dottore nessuna medicina lo potrà mai aiutare. Se il paziente ha la sensazione che il dottore sia indifferente, una situazione comune in quanto anche i medici sono esseri umani.. passano intere giornate con persone malate, con moribondi; pian piano, si induriscono, creano una barriera rispetto alle loro emozioni, ai loro sentimenti, alla loro umanità. Ma questo impedisce alle loro cure di essere efficaci. Vengono prescritte in forma automatica, quasi fosse una macchina a dare i medicinali. Con l’amore, il paziente non riceve solo le medicine, gli arriva anche qualcosa di invisibile che le permea. La scienza medica dovrà comprendere la soggettività dell’uomo, il suo amore; e dovrà creare una sorta di sintesi in cui amore e medicina vengano usate insieme per aiutare la gente. Ma una cosa è assolutamente certa: la medicina non potrà mai diventare interamente oggettiva anche se, finora, lo sforzo della scienza medica si è concentrato nel tentativo di renderla assolutamente oggettiva. Secondo te, qual è la causa del cancro? Il cancro è essenzialmente una malattia psicologica; di fondo è una malattia della mente e non qualcosa di fisico. Quando la mente arriva ad un punto di tensione tale da essere intollerabile, inizia a intaccare i tessuti del corpo. Ecco perché il cancro esiste solo quando una civiltà diventa estremamente sofisticata. Nelle società primitive non lo troverai, la gente non è così sofisticata. Più ci si eleva (e con questo intendo dire più ci si complica) più si è sofisticati, più una società è complessa, e più saranno i casi di cancro. Il cancro deve scomparire: può esistere solo in un particolare stato mentale di nevrosi. Se la mente si rilassa, prima o poi il corpo la seguirà, e si rilasserà. Ed è proprio per questo che la ricerca scientifica non ha ancora trovato una cura per il cancro. E’ praticamente impossibile perché una simile cura sarebbe una repressione. E il giorno in cui si troverà il farmaco sufficientemente forte per reprimere il cancro, un’altra malattia esploderà con forza: quel veleno inizierà a scorrere attraverso un altro canale. E’ accaduto sempre così, nel corso dei secoli. Semplici mali venivano curati, e nascevano malattie più complesse. Curi una malattia, ma ne insorge un’altra, e poi un’altra ancora, sempre più complessa della precedente. La prima era una naturale reazione del corpo; tu la reprimi e si avrà una reazione ancor più abnorme; reprimi anche questa, e la terza reazione sarà ancor più difficile da fronteggiare… e così via. Ora il cancro è la malattia estrema. Se lo si reprimerà, nel corpo e nella mente umana si manifesteranno malattie ancor più complesse. Puoi parlare della relazione che intercorre tra il cibo e il corpo? Secondo le tradizioni mistiche dell’Oriente, tutto ciò che pensi di essere non è altro che cibo. Il tuo corpo è cibo, la tua mente è cibo, la tua anima è cibo. Oltre all’anima esiste certamente qualcosa che non è cibo. Quel “qualcosa” è conosciuto come anatta, non-sé: è puro vuoto. Buddha lo definisce shunya, il vuoto. E’ puro spazio: non può contenere altro che se stesso; è una consapevolezza libera da qualsiasi contenuto. Se sussiste il contenuto, permane il cibo. E con cibo si intende ciò che viene ingerito dall’esterno. Il corpo ha bisogno di cibo organico: senza, inizierebbe a deperire. Mangiando, sopravvive: il corpo non contiene altro che cibo organico. La tua mente contiene ricordi, pensieri, desideri, gelosie, giochi di potere e mille altre cose. Anche tutto questo è cibo: lo è ad un livello un pò più sottile. Il pensiero è cibo. Ecco perché, quando nutri i tuoi pensieri il tuo torace si espande; quando hai pensieri che ti danno energia, ti senti bene. Qualcuno ti fa un complimento, e guarda cosa ti succede: ne sei nutrito. Qualcuno ti dice qualcosa di brutto; osserva: è come se ti venisse strappato qualcosa, ti senti più debole. La mente è cibo in forma sottile. La mente non è altro che la parte interiore del corpo: ecco perché ciò che mangi influenza la mente. Se mangi cibo non vegetariano, avrai certamente un tipo di mente ben precisa, diversa da quella che hanno quanti mangiano cibo vegetariano. Sapevi che l’India non ha mai attaccato un altro paese, in diecimila anni? Mai, non una sola aggressione. Com’è possibile? In questo paese esiste la stessa umanità che esiste nel resto del mondo. Eppure, un tipo diverso di corpo ha prodotto una mente di tipo diverso. (…)Nel corso dei secoli, i mistici hanno cercato un tipo di cibo particolare, che non rafforzasse la mente, ma che, infine, aiutasse a lasciarla cadere; un cibo che, anziché rafforzare la mente, rafforzasse la meditazione; la non-mente. Ma non è possibile dare regole fisse e precise, perché ogni singola persona è diversa, e ciascuno dovrà decidere da solo. Osserva ciò che lasci entrare nella tua mente. La gente è completamente inconsapevole; continua a leggere di tutto, continua a guardare qualsiasi idiozia la televisione trasmetta. Ascolta in continuazione la radio, chiacchiera e, in questo modo, non fa che riversarsi vicendevolmente addosso ogni sorta di immondizia. Evita tutte le situazioni in cui vieni inutilmente appesantito con immondizia. Ne hai già fin troppa: hai bisogno di alleggerirti.  Ma tu continui ad accumularne, come se fosse qualcosa di prezioso… parla di meno, ascolta solo ciò che è essenziale, sii telegrafico nel parlare e nell’ascoltare. Se parli di meno, se ascolti di meno, pian piano vedrai che dentro di te sorgerà una sensazione di pulizia, di purezza, quasi avessi fatto un bagno. Questo diventerà il terreno naturale su cui far nascere la meditazione… non continuare a leggere ogni sorta di assurdità, stai attento! (Liberation Times n°.95)