il potere oscuro

Cercate di comprendere che ciò che normalmente chiamate “io” non è “IO”; vi sono molti “Io,” ed ogni “Io” ha un desiderio differente. Cercate di verificarlo. Voi desiderate cambiare, ma quale parte di voi ha questo desiderio? Molte parti di voi vogliono molte cose, ma solo una parte è reale. Sarebbe molto utile per voi cercare di essere sinceri con voi stessi. La sincerità è la chiave che aprirà le porte attraverso le quali vedrete le vostre parti separate, e vedrete qualcosa di nuovo. Dovete continuare a cercare di essere sinceri. Ogni giorno indossate una maschera, e dovete toglierla a poco a poco.” (George Gurdjieff)

Costruire denaro dal denaro per lavorare poco, faticare meno, poco pochissimo e guadagnare molto. Internet è pieno di persone che con metodi convincenti propongono metodi per lavorare poco e guadagnare molto, in poco tempo. siamo abbastanza ingenui, siamo pronti per abboccare? Vediamo di capire che cosa succede dentro a molte persone prese in questa dinamica, in queste spire, in questo gioco che sembrerebbe più un giogo, un demone forse non dissimile da certe droghe che creano dipendenza. Partiamo dal lavoro. Il lavoro che per alcuni, forse molti, diviene un sacrificio pesante, uno sforzo insopportabile per anni, come una prigione e per uscirne, per evadere, il mezzo più semplice è quello di viverlo meno il possibile. Il lavoro vissuto così è una vera tortura, mentre dovrebbe essere un piacere lavorare, un gioco amabile che non fa sentire la fatica, ma la gioia che lo fa sentire leggero e piacevole. Non una cosa che toglie energia e sfibra, ma una centralina che la dà di più. Il lavoro è una sorta di supplizio così quindi. Qualcosa non va e visto che comunque va fatto perché porta il denaro per vivere, la soluzione è quella di creare un sistema per costruirlo, un gioco per lavorare poco e farne abbastanza se non molto per vivere da signori una vita nel lusso. Così si va a finire che il denaro schiavizza, il denaro diviene il fine da raggiungere, da servire, la divinità alla quale ci si prostra. Il denaro è un mezzo non un fine.  Il denaro è un mezzo di scambio, non di vita in senso di dinamiche per accaparrarselo il più possibile. Il denaro come fine essendo un mezzo materiale, rende schiavi. Dentro tutto questo c’è una malattia sociale, un equivoco di fondo. Una materialità ingenua di chi crede che dei sistemi, da giochi di mercato si possono risolvere con la mente i problemi che non vengono invece risolti da dentro, nel profondo, dal cuore. Il mondo esterno parte da dentro e non da fuor. La via è del cuore che prova amore non della mente che pensa. La via della mente porta verso la strada sbagliata è il cuore che sa dove andare, segui il cuore quante volte si ripete! Perché le immagini sacre indicano sempre il cuore? Perché dunque i santi della storia umana si spogliano delle ricchezze, che cosa si nasconde, quale saggezza in questo gesto estremo di rinuncia profonda? Saremmo in grado di spogliarci ora, oggi della nostra cosiddetta ricchezza e vivere di povertà estrema? Cosa pensiamo? Che cosa si guadagna lasciando le ricchezze materiali e scegliendo la povertà terrena? Che atto di fede c’è nella rinuncia, quale ricchezza nel togliere e nel non accumulare? Questo sembra che oggi non sia più un valore della vita di troppi. Perché ci chiediamo, non abbiamo imparato l’umiltà del vivere di poco ed abbiamo bisogno di questa illusione? Nel mondo di Collodi il protagonista, il burattino Pinocchio, si fa abbindolare da due noti truffatori: Il gatto e la volpe. Il gatto e la volpe promettono a Pinocchio che se gli danno gli zecchini d’oro del burattinaio Mangiafuoco, nell’orto dei miracoli una volta piantati come fossero come semi, ed annaffiati, nascerà un albero di zecchini d’oro, l’albero della ricchezza che produce monete d’oro senza far quasi nulla. Che cosa ci ricorda l’ingenuità di Pinocchio?  Dentro questo inganno seduttivo che Pinocchio subisce, ma dal quale riesce ad uscire con estremo sforzo, c’è una grande saggezza della vita: gli ingenui devono fare un percorso per divenire uomini maturi in carne ed ossa e tutto il resto. Conosco, o meglio ho conosciuto ludopatici che hanno rovinato la propria vita e quella della famiglia con il vizio infame del gioco. Vediamo cosa dice lo yoga. Lo yoga dice che il lavoro parte da dentro questa è l’unica rivoluzione possibile. Lo yoga ci indica la strada che il lavoro del cambiare in senso di trasformazione e crescita consapevole, inizia sempre e comunque da dentro, è quella la vera fucina dell’essere, della vita, l’esterno a noi è il riflesso, il risultato di quello che avviene nella macchina uomo. L’uomo in quanto essere umano, umanità, deve in sé stesso trasformare, equilibrare la sua vita, secondo l’albero dello yoga dagli otto rami. Non ci riguarda occuparci del mondo esterno, la vita non si costruisce noi, è l’inverso è lei che costruisce noi. Il lavoro interno porta, di conseguenza, i risultati e rende la vita una gioia nell’amore del vivere. Si può quindi fare in vita percorsi di morti e rinascite anche più volte, passando dalla sofferenza oscura alla luminosità dell’amore. Nelle società che noi abbiamo giudicato tribali ed inferiori per millenni dall’alto delle nostre cosiddette civiltà, esisteva il rito di iniziazione a cui il giovane veniva fatto sottostare per divenire uomo. Una sorta di percorso iniziatico di formazione per acquisire la forza, l’etica e gli strumenti necessari per vivere. Senza i quali è impossibile passare dalla sofferenza trasformata in maestro alla conseguente maturità. Senza una serie di strumenti interiori strutturali, morali è impossibile la vita sociale umana, è impossibile anche essere in sé stessi. Il percorso da non essere ad essere diviene un problema se non si risolve, se non si dà una forma alla vita. Il percorso verso l’essere e la sua scoperta parte sempre dall’interiorità, dal conosci te stesso. Liberarci dai demoni affrontandoli nell’oscuro mondo interiore è un percorso di crescita indispensabile che rafforza, è la ricchezza nella povertà, uscire dal mondo materico del Paese dei Balocchi che trasforma in somari, per approdare alla realtà della vita vera, vissuta nella luce.

“Il denaro è lo sterco del diavolo” (San Basilio Magno)