consapevolezza e coscienza di se

Conoscenza e Consapevolezza possono aiutarmi a gestire le mie emozioni? Gli uomini primitivi, che ignoravano la causa di tuoni e fulmini, ne avevano paura e le credevano azioni della potenza degli dei. Questo ci porta a pensare che tutto quello che ignoriamo e di cui non abbiamo esperienza, ci fa paura. La conoscenza ha portato l’essere umano alla cosiddetta civiltà e a vivere più a lungo e in condizioni migliori. Ma stiamo sempre parlando essenzialmente della nostra vita fisica e materiale. A questo punto potremmo chiederci: “Può la conoscenza delle cose migliorare i processi chimico/fisici che regolano la materia e la stessa energia e lo stesso mio corpo?” Mi mette in grado a ”ragion veduta” d’impedire disastri, di prevenire catastrofi e di correggere qualche mal funzionamento del mio corpo? Ma la conoscenza tecnica sa che cosa è l’ansia, o la depressione o lo scontento può farmeli passare? Qui abbiamo cambiato di livello e dalla materia, energia a vibrazione più bassa, ci siamo spostati sull’energia più mobile delle emozioni. In questo livello la conoscenza mi può aiutare a “tenere a bada” le mie emozioni, ma non a risolvere i miei problemi emotivi. Per farlo ho bisogno di diventarne consapevole e di comprendere. Come? Facendo una “ricerca introspettiva”. Ma che cosa è la consapevolezza di se stessi? Posso conoscere le mie emozioni perché le sento ogni momento dentro di me. Le vivo, accelerano i battiti del mio cuore e fanno reagire i miei organi, che si contraggono. Perciò conosco bene il loro effetto sul mio organismo o sull’ambiente nel quale vivo. Però, se sono consapevole delle mie emozioni, allora so che io non sono le mie emozioni, ma che ne sono gestito e condizionato. So che cosa le può scatenare e perché cerco quel tipo di emozione. So anche come provoco le situazioni nelle quali rimango coinvolto. Gestisco in un certo modo i miei rapporti con gli altri per vivere in quel tipo di energia. La consapevolezza di sé rende palese la parte dell’iceberg che sta sott’acqua, ma che sostiene e muove quella superficiale. La consapevolezza è un sottile spostamento. Non ha mai fine. Diventa sempre più sottile, più vasta e più profonda. Da sola la consapevolezza di noi stessi potrebbe bastare a cambiare il percorso della nostra vita, ma non è così semplice. Perché? Perché è subordinata alla nostra intenzione di comprendere le cose, di rivalutare e di cambiare noi stessi costantemente. Si parla d’intenzione e non di volontà. La volontà è in mano al nostro ego. Non si parla nemmeno di desiderio momentaneo e cauto: “Ci provo…poi si vedrà!” La consapevolezza si arresta dove noi decidiamo di non darle più attenzione, quando ci accomodiamo in situazioni di comodo – o, a volte, anche molto scomode – pur di evitare o di attenuare la sofferenza o di dover rinunciare a qualcosa. La consapevolezza di se stessi ha bisogno di continue decisioni e scelte e di piccoli cambiamenti per portarci avanti. Abbiamo visto che la conoscenza, da sola, non basta. Per poter gestire le nostre emozioni occorrono entrambe: conoscenza e consapevolezza. (da A. Mazzoldi) La consapevolezza di Sé – Uno degli assiomi della bioenergetica è che una persona non può sentire l’ambiente che lo circonda se non attraverso l’effetto che produce sul proprio corpo. Il grado e la profondità di questo sentire è la consapevolezza di sé. In bioenergetica la consapevolezza di Sé vuol dire consapevolezza del corpo. L’individuo che è consapevole è in contatto con il proprio corpo, percepisce quanto accade in ogni parte del corpo ed è in contatto con se stesso. Sente il fluire delle sensazioni associate al respiro, ovvero percepisce un fluire corporeo e avverte anche le proprie tensioni e contrazioni perché nessuno ne è completamente libero. L’individuo che perde la consapevolezza delle proprie tensioni ne risente anche a livello della propria coscienza di Sé, perché si rende confusamente conto che c’è qualcosa di sbagliato che non capisce. Questa mancanza di consapevolezza indica che la persona ha perduto la visione globale della funzione delle parti del corpo di cui non è consapevole. Le tensioni croniche – A causa delle tensioni croniche di solito le persone hanno poche sensazioni rispetto alla loro schiena, una tensione che in genere è associata alle tensioni nelle spalle. Queste due tensioni interconnesse interferiscono con la capacità di protendersi e di affermarsi. La persona non consapevole è incauta. L’immagine che ha di Sé non coincide con quella che presenta agli altri e la sua ingenua accettazione di questa immagine la lascia aperta a risposte inaspettate. La perdita della consapevolezza – La perdita della consapevolezza è causata da tensioni croniche, persistenti ed inconsce, che sono divenute parte della struttura corporea, ovvero del modo di essere. Per questo motivo la persona non è consapevole fino a che non nasce la manifestazione del dolore a vari livelli. Quando ciò accade si avverte la tensione sottostante ma siamo inconsapevoli del significato e del perché si è sviluppata e poco capaci di fare qualsiasi cosa per ridurla. Pensando magari che sia di per se causa e manifestazione, non una risultante di un disequilibrio più ampio e diffuso del corpo fisico e dei piani più sottili.

Coscienza. Stato di consapevolezza di se stessi, del proprio mondo interno, del proprio corpo e dell’ambiente esterno, consapevolezza dell’esistere in quell’istante. hic et nunc.
Consapevolezza ed emozione – Qualsiasi emozione che non può essere espressa rappresenta una fonte di tensione per i muscoli e una potenziale riduzione di consapevolezza. La correlazione tra tensione muscolare e inibizione è talmente stretta che è possibile valutare quali sentimenti o impulsi sono inibiti in una persona studiando le sue tensioni muscolari. Le tensioni che nascono dall’inibizione sono tensioni che si sviluppano lentamente, attraverso il ripetersi di esperienze frustranti e spesso, insidiosamente, diminuiscono la nostra consapevolezza. Importanti considerazioni – Questo porta ad alcune importanti considerazioni: 1)Ogni gruppo di muscoli soggetto a tensione cronica comporta un conflitto emotivo irrisolto e probabilmente represso. Questo significa che ogni tensione va elaborata in relazione a tutti i movimenti a cui il muscolo contratto può partecipare. 2) Ogni muscolo contratto corrisponde ad un atteggiamento quasi certamente negativo di natura innata e Karmica o successivo. 3)La consapevolezza di Sé e il senso d’identità dipendono dalla capacità di dire “No”. L’asserzione del no delimita la persona all’interno del suo ambiente e afferma la sua individualità rispetto agli altri. La persona che è capace di dire no è capace anche di dire “si”. (da N. Cinotti©) “La nostra capacità di riflettere su noi stessi, essere consapevoli delle nostre risorse e dei nostri punti deboli, e di verificare l’effetto che facciamo agli altri si chiama coscienza o consapevolezza ed è una delle facoltà umane più importanti. Oltre all’uomo, soltanto le scimmie sono capaci di guardarsi allo specchio e riflettere su di sé.” Una capacità dunque molto rilevante che però può andare incontro a notevoli deficit di diverso tipo: Anosognosia, cioè mancanza di consapevolezza di origine puramente neurologica (a = privo di; gnosis = conoscenza; nosos = malattia). Nella sua forma più pura può consistere in una mancanza di consapevolezza di una condizione, supponiamo, di paralisi, cecità o neglect spaziale. In genere è dovuta ad una lesione o deterioramento della parte posteriore dell’emisfero destro mancanza di consapevolezza dovuta a deficit cognitivi. Una conseguenza dei problemi cognitivi generali, come le menomazioni a carico della memoria, dell’attenzione e delle funzioni esecutive, è che la persona non è in grado di ricostruire e valuterei suoi deficit. Messo di fronte alla realtà, che ha un problema di consapevolezza di questo tipo manifesta di solito una reazione emotiva, che sta a dimostrare un “aumento di preoccupazione”. Negazione – Che sia conscia o inconscia, è una reazione per lo più un meccanismo psicologico di difesa, in cui ci si rifiuta di conoscere e di accettare il problema poiché farlo sarebbe troppo doloroso. Messa di fronte all’evidenza, le persona che nega in genere si agita e si arrabbia. Può tendere inoltre a razionalizzare, minimizzare o incolpare gli altri per le proprie difficoltà invece di accettare la realtà. “Tali deficit possono essere ulteriormente categorizzati in diversi livelli” afferma la dottoressa Anna Cantagallo in accordo con la letteratura: Al livello più basso c’è la “consapevolezza emergente” ovvero la condizione di chi è in grado di riconoscere i problemi in corso, anche senza i segnali provenienti dagli altri, e di tanto in tanto può perfino cercare di correggerli. A un livello leggermente superiore c’è una “consapevolezza intellettiva” e il paziente sa descrivere tutte le sue difficoltà. Il livello più elevato è quello della “consapevolezza anticipatoria o intuitiva”, cioè con l’ intuizione attivata, la condizione della persona che prevede i problemi che potrebbero verificarsi a causa dei suoi deficit, adotta e sperimenta intenzionalmente strategie compensatorie.(da A. Cantagallo) Le tre dimensioni della consapevolezza di sé – “Gli uomini e le donne non sono i prigionieri del destino, ma dal Karma detenuti delle loro menti”.(da D. Roosevelt) Questa intuizione condivisa indica che si può sfuggire e reagire agli eventi imparando a gestire le emozioni e scegliendo la risposta a qualsiasi situazione. Riconoscere e comprende le tue emozioni ti darà la possibilità di interagire con esse. Questo tipo di consapevolezza di te stesso rende impossibile alle tue emozioni di governarti, a meno che non scegli di lasciare loro la strada libera. Le competenze emotive personali determinano il modo in cui noi controlliamo noi stessi e le nostre emozioni, ma sicuramente, prima di comprendere le emozioni di coloro che guidi, è fondamentale essere in sintonia con te stesso. La prima dimensione delle competenze emotive personali è la consapevolezza di sé, o auto-consapevolezza. Essa è la chiave di volta dell’intelligenza emotiva, che oggi è uno dei più riconosciuti e potenti agenti di cambiamento per la crescita personale.
I momenti successivi conducono la coscienza singola a interagire con le altre, fino a raggiungere consapevolezza della profonda unità che lega tutte le coscienze. Presenza in ogni individuo dell’intera storia dell’umanità (Noi che è Io) e al tempo stesso identità collettiva (Io che è Noi), unità di autocoscienze diverse.
Le tre dimensioni dell’auto-consapevolezza – Diventare consapevole di sé è un processo di comprensione di sé stessi. Prima di poter apportare cambiamenti efficaci per la tua crescita devi sapere individuare i punti su cui devi lavorare. Un esempio possono essere le scoperte del tuo sé ideale e del tuo sé reale, identificando il divario tra i due e trovando un adeguato percorso di miglioramento. Quando sarai consapevole dei tuoi punti di forza e dei tuoi limiti diventerai più sicuro rispetto a ciò che puoi e non puoi fare. Se sei più sicuro riuscirai ad esprimere i tuoi pensieri e le tue idee in modo fiducioso, senza aggressività, poiché riterrai che una idea o una decisione sarà quella più giusta. Tre sono le dimensioni associate alla consapevolezza di sé. Consapevolezza emotiva – Essere consapevole di te stesso emotivamente significa saper leggere le tue emozioni e riconoscere il loro impatto sulla tua vita, sulle tue prestazioni, sulle relazioni con le altre persone. Autovalutazione accurata – Riuscire a fare una valutazione realistica dei tuoi punti di forza di te stesso significa capire a fondo i tuoi punti di forza e di debolezza, individuando il divario da colmare. Fiducia in te stesso – Avere fiducia in te stesso significa avere un forte e positivo senso di autostima, proveniente dalla fiducia nelle tue capacità, ma senza rigidità. In modo conciso, “essere consapevole di te stesso” significa avere una profonda conoscenza delle tue emozioni, dei tuoi punti di forza, di debolezza, dei valori che ti guidano e come tutto ciò impatta, sia su quello che fai, sia sulle relazioni con le altre persone. I benefici dello sviluppo della consapevolezza di sé – Non appena tu sviluppi la consapevolezza di te, sei in grado di apportare cambiamenti nei tuoi pensieri e nelle tue interpretazioni, ottenendo anche il buon uso delle tue emozioni. Diventando più consapevole di te crescerai come persona inizierai ad accettarti di conseguenza accetterai gli altri, farai più affidamento su di te ti auto-motiverai. Queste sono proprio le qualità che ti aiuteranno nel continuare a crescere come persona ed avere successo nelle tue scelte. La consapevolezza di te può essere sviluppata e raffinata nel tempo. Passa il tuo tempo a riconoscere le aree che hai bisogno di sviluppare per creare auto-consapevolezza.