Satya nell’ipocrisia non c’è yoga…


Satya (sanscrito: सत्य) significa letteralmente la verità, questa parola viene anche interpretata come ” verità assoluta “. Satya si riferisce anche alla virtù di essere sinceri nel proprio pensiero, nella propria parola e azione. Nello Yoga, Satya è la seconda dei cinque Yama, nel sentiero degli Otto Passi di Patanjali negli Yoga Sutra. La parola Satya deriva dalle parole Sat e ya, Sat significa essere, la realtà, ed è il participio presente della radice come “essere”, mentre Ya sta per yam e significa “avanzare, sostenere, sorreggere”. Se noi usassimo una parola “composta”, Satya e/o Satyam indica colui “che sostiene e avanza nella realtà di essere”, letteralmente “ciò che è vero, reale, genuino, affidabile, valido”. Nella letteratura Vedica e poi nei Sutra, il significato della parola Satya si evolve nel concetto etico sulla veridicità e viene considerata una virtù importante. Vi è anche un concetto filosofico legato a Satya che sarebbe correlata alla parola Sattva la quale significa “vera essenza, la natura, l’essenza spirituale, il carattere”. Le scuola di pensiero filosofico del Samkhya e dello Yoga insegnano che Sattva è la prima delle tre Guna (i tre elementi ultimi della materia (prakṛti): sattva, rajas, tamas) e in queste scuole Sattva significa bontà, purezza, pulito, positivo, questo significato è esteso anche a Satya che assume quindi il significato di verità, di purezza del pensiero, azione e parola. Satya è un tema centrale nei Veda, E ‘equiparato e considerato necessario” al concetto della RTA (sanscrito ऋतं ṛtaṃ) – l’Ordine Cosmico che unisce, disciplina, regola, l’equilibrio, l’armonia. Nei Veda è la legge impersonale del Cosmo, l’ordine stabilito delle cose, una consuetudine sacra. Nella RTA Satya disciplina e consente il funzionamento dell’universo e tutto al suo interno. Satya è considerata essenziale, e senza di essa, l’universo e la realtà vanno in pezzi, non può funzionare. Satya è un concetto ampiamente discusso nelle varie Upanishad, tra cui la “Brhadaranyaka Upanishad” dove Satya è chiamato il mezzo per Brahman, così come Brahman stesso (Essere, vero sé). Nell’ inno 1.4.14 della Brihadaranyaka Upanishad, Satya (verità) è equiparata al Dharma (la morale, l’etica, la legge della giustizia). La verità è ricercata, lodato negli inni delle Upanishad, nella Mundaka Upanishad, per esempio, nel Libro tre, Capitolo uno c’è scritto:
“Satyameva Jayate nanrtam”

Solo la Verità trionfa, non l’irrealtà.
La Sandilya Upanishad di Atharvanaveda, nel capitolo uno, dice a proposito di Satya “Il parlare con verità contribuisce a ottenere un benessere nelle creature, attraverso le azioni della propria mente, della parola o del corpo.” Nelle maggiori Upanishad, Satya, è descritta con due strati di significati – una verità come empirica sulla realtà, un’altra verità come un astratto principio universale, l’essere e l’immutabile. Entrambe queste idee sono spiegate nelle prime Upanishad, composte prima del 500 A.C. con variazioni che rompono le parole Satya o Satyam in due o tre sillabe. Nelle successive Upanishad, le idee evolvono e trascendono in Satya come verità (o veridicità), e Brahman come Essere, Be-ness, il vero Sé, l’eterno. La Shanti Parva del Mahabharata afferma: “La verità è l’essenza dei Veda.” . Negli Yoga Sutra di Patanjali, nel secondo libro “Sadhana Pada” al versetto trentasei sta scritto: “Satya – Pratistayam Kriya – Phalasrayatam” ossia: “Il risultato per lo Yogi che ha raggiunto la stabilità nella pratica di Satya è che la parola diventa così potente, da essere impulso di ogni azione e ottenerne i frutti anche se l’azione non è compiuta”.
La seduzione della finzione. State ben attenti imparate a riconoscere il vero e non lasciatevi sedurre dalle finzioni! Le finzioni vi porteranno soltanto conflitto interiore e di riflesso sofferenze nella vita. Imparate a leggere nel vostro cuore e in quello degli altri. Il cuore non mente, non ci sono simpatici ed antipatici, amici e nemici non ci sono fratture separazioni e conflitti finzione illusione ma unione e verità cuore puro. Fate attenzione al cuore! Non diventate ipocriti per avere denaro e gloria!
Matteo 23:23-39

23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! 25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto! 27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! 33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. 37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38 Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! 39 Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».