OM MANI PADME HUM

“Om Mani Padme Hum” è il Mantra della Compassione piena di Amore di Avalokiteshara, più conosciuto come “il Buddha della Compassione”. Avalokiteshvara significa “Il Signore che per Compassione guarda in basso”, cioè alle sofferenze degli esseri viventi. E’ senz’altro la Divinità più popolare e più importante in Tibet ed è la figura centrale dell’Insegnamento Buddhista. L’importanza del testo di questo Mantra è dovuta al fatto che esso condensa in pochi versi il “cuore” dell’Insegnamento Buddhista e, per questa ragione, è il più importante dei Mantra Buddhisti. Questo Mantra non fa riferimento ad una figura divina in particolare, ma sta ad indicare il gioiello prezioso che è nel Loto del Cuore di ognuno. E’ una figura molto bella, perché questo gioiello è il tesoro che è perennemente nascosto nel nostro Cuore. Il cuore viene visto come il loto, figura ricorrente nel buddismo: ha la caratteristica di poter crescere anche in zone paludose senza che i suoi petali vengano sporcati e intaccati dal terreno fangoso. Il loto (Padme) è il Fiore Divino per eccellenza, il simbolo perfetto della purezza, della bellezza, della Grazia, della Pace Divina e del distacco totale. Esso è la testimonianza della purificazione dalle nostre colpe che avviene quando ripetiamo questo Mantra, dando origine alla perfetta unione con la Divinità evocata. I suoi numerosi petali rappresentano i vari aspetti della personalità umana e quando si aprono, l’individuo raggiunge gradualmente la Realizzazione Personale, la Liberazione da ogni tipo di sofferenza. Questo Mantra esprime la Pura Energia di Compassione che esiste in ogni essere. Recitarlo durante la meditazione, o mentre siamo impegnati nelle nostre faccende di ogni giorno, risveglia la Compassione che è in noi ed, unita alla recita di tante altre persone che lo usano ogni giorno, contribuisce a creare un mondo migliore e pieno d’Amore. La recitazione di questo Mantra purifica da sentimenti negativi come l’orgoglio, la gelosia, il desiderio, l’ignoranza, la cupidigia e la rabbia, lasciando lo spazio allo sviluppo di qualità importanti come la generosità, l’armonia, la resistenza, l’entusiasmo, la concentrazione e la comprensione.
Il Tibet è l’unico paese al mondo che ha devoluto tutti i suoi geni alla ricerca interiore. Le sue scoperte sono di immenso valore. Om Mani Padme Hum è una delle più belle espressioni dell’esperienza ultima. Il suo significato è

“il suono del silenzio, il diamante nel fiore di loto.”
Anche il silenzio ha il suo suono, la sua musica… anche se l’orecchio esterno non può udirlo, proprio come gli occhi non possono vederlo. Noi abbiamo sei sensi rivolti all’esterno. Nel passato l’uomo sapeva di avere solo cinque sensi; il sesto è una nuova scoperta. Si trova all’interno delle vostre orecchie; per questo non è stato visto. E’ il senso dell’equilibrio. Il senso dell’equilibrio è intaccato quando ti senti stordito o cammini come un ubriaco. Proprio come i sei sensi sono adoperati per fare esperienza dell’esterno, esattamente gli stessi sei sensi esistono per fare esperienza dell’interno – per vederlo, sentire il suo supremo equilibrio, la sua bellezza. Resta invisibile per l’ esterno ma non alla vista interiore. Non potete toccarlo con i vostri sensi esteriori, ma l’interiore è totalmente immerso in esso. Om è il suono che esiste quando tutto scompare dal tuo essere – sei senza pensieri, senza sogni, senza proiezioni, senza aspettative. Nemmeno un solo mormorio – tutto il lago della tua consapevolezza è semplicemente in silenzio. E’ diventato come uno specchio. In questi rari momenti senti il suono del silenzio. E’ l’esperienza più valida perché non mostra solamente una qualità della musica interiore – dimostra anche che l’essere interiore è pieno di armonia, gioia, beatitudine. Tutto questo è implicito nella musica di Om. (…)Om è una delle vette più alte per i ricercatori di verità. Nella storia vi sono casi da non credere. Quando morì Marpa, mistico Tibetano, i più vicini discepoli erano seduti tutti intorno a lui… la morte di un mistico ha un immenso valore, come la sua vita, forse anche di più. Se puoi stare vicino ad un mistico quando muore, puoi fare molte esperienze, la sua consapevolezza tutta intera sta lasciando il corpo – e se sei conscio e attento, puoi sentire una nuova fragranza, puoi sentire una nuova musica. Marpa al momento della morte viveva in un tempio. Tutti i suoi discepoli improvvisamente furono sorpresi – guardavano intorno – da dove veniva questo suono Om? Alla fine realizzarono che non veniva da nessuna parte – veniva da Marpa! Lo sentirono mettendo le orecchie su di lui, sulle sue mani, in tutto il suo corpo interno c’era una vibrazione che creava il suono Om. Lui aveva ascoltato questo suono per tutta la vita fino all’illuminazione. La costante esperienza interiore del suono, il suono stesso era entrato persino nelle cellule del suo corpo. Tutte le fibre del suo corpo avevano incarnato una certa sincronicità, la stessa lunghezza d’onda. Anche altri mistici ne hanno fatto esperienza. L’interno inizia col diffondere luce, particolarmente al momento della morte, quando tutto arriva ad un crescendo. Ma l’uomo è così cieco e così poco intelligente. Sapendo che l’esperienza dei mistici è la musica del silenzio interiore che loro chiamano Om, hanno iniziato a ripetere Om come un mantra, pensando che con il ripeterlo sarebbero stati capaci di sentirlo. Con il ripeterlo non sarete mai capaci di sentirlo. Quando lo ripetete funziona la vostra mente. Ma forse io sono la prima persona a dirvelo; per secoli è stato insegnato a tutti: Ripetete Om. Questo crea una falsa esperienza. Potete perdervi nel falso e non scoprirete mai il reale. Io non vi dico di ripeterlo ma semplicemente di stare in silenzio e di ascoltarlo. Appena la vostra mente diventerà calma e quieta, improvvisamente ne diventerete consapevoli: come un bisbiglio Om sta salendo nel vostro essere. Creandosi solo, ha una qualità totalmente differente. Vi trasforma. I fisici moderni dicono che tutte le cose nel mondo sono costituite da energia elettrica, e secondo loro anche i suoni non sono altro che onde elettriche. Devono averlo scoperto osservando l’esterno. I mistici dicono proprio l’opposto, ma non vedo alcuna contraddizione tra i due. I mistici dicono che tutta l’esistenza è creata dal suono senza suono, Om. Anche l’elettricità o il fuoco vengono creati da una certa forma condensata del suono. In Oriente si sa: alcuni musicisti hanno potuto creare la fiamma con la loro musica da una candela spenta. Appena la musica arrivava sopra la candela spenta, improvvisamente compariva la fiamma. Nei tempi antichi era un test, se un musicista non era in grado di creare una luce, un fuoco, una fiamma con la sua musica, restava un semplice amante. Non era riconosciuto come maestro. Le teorie dei fisici e dei mistici sembrano diverse, ma una spiegazione più profonda forse riesce a smussare la contraddizione e opposizione. Probabilmente è solo una diversa interpretazione, il mistico guarda l’interno e il fisico sta guardando all’esterno. Quello che i fisici sentono come elettricità, il mistico la percepisce come musica dell’intera esistenza. Ambedue dicono la stessa cosa, ma in lingue diverse. Io potendo scegliere, sceglierei il mistico perché lui fa esperienza nel suo stesso centro. La sua esperienza non è solo un esperimento su alcuni oggetti, la sua esperienza è un esperimento sulla sua stessa consapevolezza. E la consapevolezza è l’essenza dell’esistenza.

Questo mantra contiene molti segreti.
La prima parola senza parola è Om, e l’ultima Hum. La prima è la fioritura e l’ultima il seme. (…) Hum è il colpo che crea Om dentro di voi. Colpendolo il seme della vostra vita scompare nel terreno, foglie verdi e germogli iniziano a crescere. Tra i due – Om ed Hum c’è Mani Padme. Nessuno è stato capace di esprimere l’esperienza ultima, la beatitudine estrema meglio di Mani Padme. Dovreste visualizzarlo. Il Fiore di Loto in Oriente è il più bello, il più grande. Mettendo dei diamanti nel fior di loto nel primo sole del mattino, avrete un’esperienza tremendamente meravigliosa… il fior di loto con diamanti. E’ molto difficile dire qualsiasi cosa sull’esperienza ultima, ma i mistici Tibetani hanno provato a fare meglio ancora. Molte cose sono state dette su quest’argomento, ma “diamante nel fiore di loto” sembra essere l’espressione migliore – in quanto sono le cose più belle del mondo ordinario, il loto ed il diamante. E’ solamente una metafora della bellezza che avete scoperto in voi. Questo mantra Om Mani Padme Hum contiene un’intera filosofia. Inizia da Hum, l’ultima parola e la prima arriverà da sola. E quando il tuo essere interiore è colmo del suono del silenzio, anche tu sperimenterai la magnifica visione del loto e il diamante nel sole del primo mattino. Il diamante manda bagliori. Il loto è così delicato, così femminile, morbido – non si può paragonare a nessun altro fiore.
Per i mistici è diventato molto importante… avrete visto le statue di Gautama il Buddha seduto sul fiore di loto. Mostrano simbolicamente che ha raggiunto l’esperienza ultima; il suo loto interiore è sbocciato. E non solo il loto è sbocciato, il diamante nascosto dentro – appena ha aperto i suoi petali… troverai un Koo-i-noor(Gioielleria). Il diamante ha una qualità – per questo è stato scelto. Simbolizza l’eternità. Non conosce fine, è immortale. L’esperienza è bella ed è eterna.

Mai in nessun posto è stato fatto uno sforzo così esclusivo per scoprire l’essere umano. In Tibet era consuetudine che ogni famiglia desse il figlio primogenito a qualche monastero per meditare e crescere verso il risveglio. Era una gioia per ogni famiglia che perlomeno uno di loro si potesse dedicare all’essere interiore, duramente, ventiquattro ore al giorno. Anche loro vi si dedicavano ma non potevano farlo per tutto il tempo; dovevano procurarsi cibo, abiti e abitazione e in Tibet è un argomento molto difficile. Il clima non aiuta molto; vivere in Tibet è un sforzo titanico. Tuttavia ogni famiglia usava dare il suo primogenito al monastero. C’erano centinaia di monasteri… Questi monasteri non hanno paragoni in tutto il mondo. Questi monasteri si occupavano di una cosa sola: renderti consapevole di te stesso. Nel corso dei secoli sono stati creati migliaia di stratagemmi per far sbocciare il tuo loto interiore e aiutarti a scoprire il tesoro ultimo, il diamante. Queste sono solo metafore ma la distruzione fatta in Tibet dovrebbe essere conosciuta nella storia, soprattutto quando l’uomo diventerà più consapevole e l’umanità un po’ più umana… Questa è la più grande calamità del XX secolo; che il Tibet sia caduto nelle mani di materialisti che credono che dentro di te non ci sia nulla. Credono che tu sia solo materia e che la tua consapevolezza è solo un derivato della materia. E tutto questo senza alcuna esperienza dell’interiorità – filosofeggiando in modo logico, razionale. (…) Ma la meditazione non fa fare loro solo l’esperienza dell’immortalità personale – fa anche fare l’esperienza che ognuno è immortale. Che la morte è una finzione. Perché tormentare la gente senza alcuna necessità? Vivranno, non potrai ucciderli. Neanche le vostre armi nucleari possono ucciderli. Krishna, nella Gita, afferma una bella cosa: Namum Chidanti Sastrani Naham Dahati Pavoka “ né alcuna arma può distruggermi né alcun fuoco mi potrà bruciare, ma io non sono il corpo… la meditazione ti fa sentire, per la prima volta, la tua autentica realtà. Se l’umanità fosse un po’ più consapevole, il Tibet sarebbe libero perché è l’unico paese che ha dedicato circa duemila anni esclusivamente nell’approfondimento della meditazione. E può insegnare al mondo intero qualcosa che è immensamente necessario. Il mondo si sta snervando nel dio denaro, potere, prestigio, di tutto quello che è stato creato la gente non ne può più. Nei paesi più avanzati non sono più interessati al sesso, alle droghe. Ogni interesse sembra dissolversi ed una strana disperazione come un nuvolone nero sta calando sui paesi più evoluti – una frustrazione profonda, mancanza di significato, ed ansia. Tutti loro avranno bisogno di un clima diverso di meditazione per disperdere tutte queste nuvole e riportare ancora un nuovo giorno nelle loro vite, una nuova alba, una nuova esperienza di se stessi, la scoperta del loro essere autentico. Il Tibet dovrebbe restare come un laboratorio sperimentale per la ricerca interiore. Invece nel mondo neanche una singola nazione ha alzato la voce contro l’attacco al Tibet. E’ l’invasione della materia contro la consapevolezza. E’ l’invasione del materialismo contro grandi altezze spirituali. La parola mantra non si può tradurre, ma può essere spiegato il suo significato, il concetto. Un mantra non è solo qualcosa da salmodiare. Non è salmodiare. Un mantra è qualcosa da far scendere in profondità nel tuo essere, proprio come le radici entrano profondamente nella terra. Più profondamente le radici scendono nella terra, più alto crescerà l’albero nel cielo. Un mantra è qualcosa che può essere paragonato a un seme cui viene permesso di entrare profondamente dentro il tuo essere per poter spingere le sue radici verso la sorgente della tua vita e poi verso l’universo. Allora i suoi rami, il suo fogliame, salirà alto nel cielo, e quando sarà giunto il momento, quando arriverà la primavera, sarà colmo di migliaia di fiori. Fino a quando un albero non è fiorito, non conosce la compassione. Va avanti sentendo che è stato perso qualcosa. Puoi avere tutti i piaceri ed il comfort e il lusso del mondo, ma fino a quando non hai conosciuto te stesso, fino a quando non si è aperto il tuo fiore di loto interiore, stai continuando a perdere qualcosa. Forse non sai bene che cosa stai perdendo ma senti… che qualcosa si è perso, che “non sono la persona che l’esistenza avrebbe voluto che fossi.” Questo sentimento di perdita continua a tormentare tutti. Solamente l’espansione della tua coscienza ti aiuterà a liberarti di questo sentimento, di questa tortura, di quest’ansia, questa angoscia. Anche persone come Jaspers, Kierkegaard, Heideger, Marcel, Jean –Paul Sartre – i migliori geni dell’occidente – concordano su alcune cose: che la vita non è altro che fastidi, che la vita non è altro che ansia, angoscia, che la vita è accidentale, non contiene significati…che è del tutto futile cercare spazi di beatitudine; non ne esiste neanche uno. Quando dei grandi filosofi come questi concordano su questi grandi temi, la massa semplicemente li segue. E qualsiasi cosa affermata è assolutamente sbagliata, nessuno di loro ha mai meditato, nessuno di loro è entrato nella sua soggettività. Sono rimasti solo nella loro mente. Non si sono spostati neanche verso il loro essere. Che dire sulla loro scomparsa nell’universale? Fino a quando non scompari nell’oceano dell’universo proprio come una goccia di rugiada, non troverai nessun significato. Non troverai la tua dignità vera. Non saprai che l’esistenza ti regala così tanta gioia e così tanta festività che non puoi contenerla; la devi condividere. Diventi una nuvola di pioggia che deve piovere. Un uomo di grandezze profonde, un uomo d’intuizione, un uomo che è arrivato al suo essere, diventa una nuvola di pioggia. Non è solamente una benedizione per se stesso, egli diventa una benedizione per il mondo intero. Questo mantra Tibetano Om Mani Padme Hum è la forma condensata di tutto il pellegrinaggio interiore. Dice come cominciare, cosa succederà quando i fiori sbocceranno, quale sarà la tua ultima esperienza del gioiello interiore. I linguaggi orientali sono molti ricchi e hanno affermato cose che possono essere spiegate nelle scritture. La ragione perché quando questi mantra sono stati creati non esisteva la scrittura. La gente doveva ricordarli. Quando le persone devono ricordare, si e molto telegrafici, più condensati possibile. Appena la scrittura fu inventata, questi nessi scomparirono. Adesso puoi spiegare pagine e pagine con la scrittura. Hai mai pensato che quando ricevi una lunga lettera… più lunga è la lettera, più difficilmente la comprendi. Quando ricevi un telegramma, naturalmente proprio solo otto o dieci parole, il significato è immenso e l’impatto è enorme. Questi sono i telegrammi. Possono essere facilmente ricordati, possono passare da una generazione all’altra senza paura di essere distorti. Non devi ripetere il mantra, devi comprendere il suo significato e in quel momento scende dentro di te. Sedendo in silenzio, sii completamente quieto, senza movimenti. Guarda la tua mente. Ci saranno pochi pensieri, ma appena diventerai silenzioso questi pensieri scompariranno, e improvvisamente sentirai un suono tutto intorno a te.
Questo è il mantra di Avalokiteshvara, il mantra più recitato e conosciuto anche dai non buddhisti. Può essere recitato per lunghi periodi di tempo, sgranando il mala, il rosario buddhista, durante la vita comune o la meditazione. Om Mani Padme Hum viene recitato per ottenere la liberazione, quindi la pace e la libertà dalle sofferenze, e si dice che sia così potente che anche un animale sentendolo otterrà una rinascita umana e quindi la possibilità di conoscere il dharma e raggiungere l’illuminazione. Il mantra non ha un significato letterale come frase compiuta, bensì hanno significato le sei sillabe che lo compongono. Om è composta da tre lettere: A, U e M. Queste simbolizzano il corpo, la parola e la mente impuri del praticante all’inizio del suo sentiero verso la liberazione. Alla fine del sentiero, simbolizzano il corpo, la parola e la mente puri di un Buddha. Quindi, al tempo stesso, Om indica la possibilità che vi sia una trasformazione dall’impurità alla purezza: il sentiero della liberazione. Mani, due sillabe, significa “gioiello”, simbolizza la bodhicitta, cioè l’intenzione altruista di raggiungere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Padme, due sillabe, significa “loto”, simbolizza la saggezza, la conoscenza. La comprensione dell’impermanenza, della vacuità, dell’interdipendenza, la conoscenza che recide ogni illusione e offuscamento. Mani Padme è anche l’epiteto di Avallokitesvara.

Hum chiude il mantra nella perfezione, come pure anche molti mantra, e significa ” concedi” la mente onniscente e le realizzazioni, e simbolizza l’indivisibilità di metodo e conoscenza, di compassione e saggezza. Le sei sillabe del mantra significano che con la pratica di un sentiero che sia l’unione di metodo e saggezza è possibile trasformare corpo, parola e mente impuri nel corpo, nella parola e nella mente puri di un Buddha. La Buddhità, la natura del Buddha, è all’interno di ciascuno di noi così come è all’interno del mantra Om Mani Padme Hum. La frase intera ha anche il significato di : ” O gioiello sul fior di loto, concedimi tutte le realizzazioni” oppure ” Concedimi l’ispirazione per ottenere l’unione di metodo e saggezza”. Il mantra può assumere altri significati in contesti diversi. Ad esempio, recitato durante il bardo, cioè durante la fase successiva alla morte e precedente alla reincarnazione, è lo strumento per evitare di ricadere nel ciclo di rinascite del samsara: “Om” chiude la porta della rinascita fra gli dei, “Ma” quella fra le Asura, divinità gelose, “ni” quella fra gli uomini, “Pad” quella fra gli animali, “me” quello fra i preta, spiriti insaziabili, e “Hum” quella negli inferi. L’insegnamento spiega che ciascuna delle sei sillabe del Mantra – OM MA NI PAD ME HUM – ha un effetto specifico e potente nel determinare la trasformazione dei vari livelli del nostro essere. Le sei sillabe purificano completamente le sei emozioni negative che sono manifestazioni dell’ignoranza e che inducono a comportamenti negativi nei confronti del nostro corpo, in modo orale e mentale, creando così il Samsara (ciclo delle rinascite) e la nostra sofferenza. Orgoglio, gelosia, desiderio, ignoranza, cupidigia e rabbia sono trasformati con il Mantra nella loro vera natura; la saggezza delle sei famiglie di Buddha si manifesta nella mente illuminata. Così quando recitiamo l’ OM MA NI PAD ME HUM le sei emozioni negative che sono la causa dei sei regni del Samsara, sono purificate. Le sei sillabe impediscono la rinascita in ognuno dei sei regni e attenuano la sofferenza inerente ad ogni regno. Allo stesso tempo recitando l’ OM MANI PADME HUM si purificano completamente i complessi dell’ego e si perfezionano i sei generi di azioni trascendentali del cuore e della mente illuminata: generosità, armonia, comportamento, resistenza, entusiasmo, concentrazione/comprensione. OM MANI PADME HUM è detto anche “enorme protezione dagli influssi negativi e dalle varie forme di malattia”. In tibetano è pronunciato OM MA NI PAD ME HUNG. Comprende la compassione e la benedizione di tutti i Buddha e Bodhisattva ed invoca particolarmente la benedizione di Avaloketeshvara, .il Buddha della Compassione. Avaloketeshvara è una manifestazione del Buddha nel Sambhogakaya ed il suo Mantra è considerato l’essenza del Buddha della Compassione per tutti gli esseri. Se Padmasambhava è il Maestro più importante per i tibetani è anche vero che Avaloketeshvara è il loro Buddha più importante ed è la divinità protettrice del Karma del Tibet. C’è un detto famoso: il Buddha della Compassione è talmente presente nella mentalità tibetana che ogni bambino in grado di pronunciare la parola “mamma” può anche recitare l’ OM MANI PADME HUNG. Anche la sola recitazione saltuaria del mantra può aiutarci ad essere più tranquilli e di cuore aperto, perché Avalokitesvara e il suo mantra sono la manifestazione della compassione. Le persone anziane in Tibet erano solite recitare questo mantra alla fine della loro giornata e di solito si proponevano di recitarlo sei miliardi di volte prima di morire. Quando arrivavano al miliardo di mantra, ad alcune persone spuntavano nuovi denti che chiamavano appunto i denti del miliardo. Il potere dei mantra non è tangibile, è come l’elettricità: possiamo osservarne la realtà solo nei suoi effetti. Il mantra scritto più volte su strisce di carta è introdotto nelle cavità di “ruote”, o mulini di preghiera (Manichorkor), che sono girati a mano o dall’acqua. Le ruote di preghiera sono usate dai tibetani per purificare se stessi, ed il mondo, dal karma negativo accumulato, in base alla convinzione che il mettere in movimento il mantra scritto produce gli stessi benefici effetti del pronunciarlo.
Si racconta che molti anni fa mille prìncipi fecero voto di diventare Buddha. Uno solo riuscì a raggiungere l’illuminazione e divenne il Buddha che noi conosciamo come Gautama Siddharta. Avaloketeshvara tuttavia fece voto di non entrare nel Nirvana fino a quando tutti gli altri prìncipi non fossero diventati loro stessi dei Buddha. Nella sua infinita compassione fece anche voto di liberare tutti gli altri esseri senzienti dalla sofferenza dei vari regni del Samsara. Prima di ciò il Buddha pregò: “Possa aiutare tutti gli esseri ma se mi dovessi stancare di questo enorme lavoro il mio corpo dovrà essere frantumato in mille pezzi”. In primo luogo si dice sia disceso nel regno dell’inferno risalendo gradualmente attraverso il mondo dei fantasmi affamati e più in alto sino al regno degli Dei. Da quel punto gli capitò di guardare in basso e vide stupefatto che, anche se aveva salvato innumerevoli esseri dall’inferno ancora una maggior numero vi si stava riversando. Fu un immenso dolore e per un momento perse la fede nel suo nobile voto ed il suo corpo esplose in mille pezzi. Nella sua disperazione chiamò in aiuto tutti i Buddha. L’aiuto si manifestò e venne da ogni parte dell’universo, come dice un testo, sotto forma di leggera tormenta di fiocchi di neve. Con il loro immenso potere i Buddha lo ricomposero nella sua completezza e da allora Avalokiteshvara ebbe undici teste e mille braccia e sul palmo di ogni mano vi era un occhio a significare quell’insieme di saggezza e nobiltà che contraddistinguono la vera compassione. In questa forma era ancora più splendente e più forte per poter aiutare tutti gli esseri. La sua compassione si sviluppò ancora più intensamente ripetendo questo voto davanti ai Buddha: ” Non potrò uscire dal Samsara sino a quando tutti gli esseri senzienti non avranno raggiunto l’illuminazione”. Si dice che per il dispiacere ed il dolore del Samsara dai suoi occhi sgorgarono due lacrime, con la benedizione dei Buddha si trasformarono in due Tara. Una Tara nella forma verde che rappresenta la forza attiva della compassione e l’altra Tara nella forma bianca che rappresenta l’aspetto materno della compassione. Tara significa “Colei che libera – Colei che ci accompagna attraverso l’oceano del Samsara”. Nel Mahayana Sutra vi è scritto che Avaloketeshvara ha donato il suo Mantra al Buddha e Buddha, a sua volta, gli ha assegnato il suo speciale e nobile incarico di aiutare tutti gli esseri dell’universo a raggiungere l’illuminazione. In quel momento su di loro discesero fiori, la terra tremò e nell’aria echeggiò il Mantra “OM MANI PADME HUM”.