oltre la Via al Se la guerra torna di moda

Ancora non si sono spenti del tutto i fuochi dell’ultima moda come dice qualcuno, di virus ed antivirus, attraverso i quali i poteri mondiali tentano di soggiogare i popoli dicono altri, intanto c’è ancora chi muore e chi nasce, chi vive, chi si lascia modificare a spese della propria salute e chi decide di rimanere libero a costo di essere soffocato nei suoi cosiddetti diritti sociali, chi per campare sbarcare il lunario, è costretto a cedere. Ecco che arriva la nuova moda o la prosecuzione della vecchia secondo i punti di vista. Altri dicono che ancora non abbiamo toccato il fondo e dobbiamo ancora soffrire – espiare, che è solo l’inizio, ma chissà poi questo fondo dove sarà, se c’è o non c’è un fondo, non è ancora un altra illusione delle illusioni, l’ennesimo mulino a vento, una idea mentale punto e basta. Eccola udite udite! arriva la novità! La guerra, che novità? È vecchia come il mondo, con le sue regole ed i suoi elementari giochi di potere, una su tutti la costruzione della menzogna, manipolazione preferita dal potere. Le masse dei popoli vengono rimbambite a colpi di televersione o teleconvinzione, senza capire un piffero di quello che davvero succede non essendo in prima persona presenti nel luogo o sui luoghi degli accadimenti. Poi anche se sei li nei luoghi dove il fatto più o meno drammatico accade non è detto che sai vederlo davvero. Intanto si costruiscono montagne e montagne di parole, di chiacchiere, con l’unico scopo di confondere fingendo abilmente di chiarire. Ecco che la guerra, che altro non è che la mancata risposta ai conflitti interiori del potere in primis. Viene la voce suadente e convincente dall’alto dei teleschermi che rimbomba, dando per scontato ogni approfondimento. Torna la guerra a riempire le nostre vite carpendoci la mente, che già fa fatica si barcamena nelle giornate da vivere tra: relazioni interiori – personali, interpersonali, bollette, desideri, salute, prove da superare, sogni e quant’altro. Montagne di immagini che propagandano la guerra, costruite o meno, patetiche o meno, per farci capire che è molto un gioco di immagine costruita simil vero. Intanto nei parchi torna di moda la mussoliniana ginnastica, ma questa volta adattata ai tempi e detta: ginnastica militare italiana, tutti sugli attenti in grigio verde ad allenarsi per imparare a combattere contro l’ipotetico aggressore che viene quasi certamente dalle steppe e dai ghiacci degli Urali. La costruzione del nemico da combattere ci unisce e ci identifica come occidente tutto unito o quasi. La costruzione del nemico cattivo dove noi abbiamo ragione e lui ha torto, dove noi siamo sempre e comunque i buoni e lui sempre il cattivone. Questo l’ultimo fittone dl potere per sbarcare il lunario e farci stare sotto un unica bandiera. Siamo spinti ad essere sempre pro o contro, non c’è mai una terza via, quella della neutralità da ogni conflitto. Come per il covid ed anticovid dovevi essere pro o contro, schierato, così nella guerra devi essere pro o contro. Le bandiere colorate di arcobaleno della pace non sono più di moda spariscono da finestre e balconi, al loro posto compaiono i tricolori nei campi avversi. L’umanità torna a spurgarsi nella guerra assaporandone: la morte, il sangue, il dolore, la sofferenza dei popoli e l’arricchimento dei venditori di armi e del potere oligarchico. Si spendono milioni e miliardi in armamenti distruggendo territori immensi in guerre fratricide. L’abilità è quelle come per le tribù indiane, di metterne una contro l’altra costringendoli ad uccidersi. Ad una tribù si danno armi e si sostiene a danno dell’altra che deve essere trucidata. Sono le ricchezze dei territori che fanno gola all’industria bellica e non, sono i tesori della terra che vanno conquistati a colpi di menzogne, falsità, cannoni e mitraglie. Ogni arma è buona per ottenere il desiderato tesoro, ogni arma per vincere la guerra, ogni parola ogni respiro ogni trattato non rispettato, non onorato, niente escluso. Non c’è etica della guerra solo vincere ad ogni costo, distruggere, annientare il nemico si legge negli occhi iniettati di sangue di certi capi di stato che incitano alla guerra e all’odio di bandiera. Quindi al posto delle ginnastiche di pace, di gioia e di terapia olistica, arrivano muscoli e marce da regime sotto un unica amalgamante bandiera: la menzogna. Chi propone la pace viene ignorato come chi non prende le parti ne dei buoni e di cattivi, come fin dall’infanzia ci hanno addestrato nelle nere lavagne delle scuole: o stai per i buoni o sei per i cattivi e una riga in mezzo che divide. In Verità è proprio la terza via quella elevata via della consapevolezza e dello yoga e della unione. La guerra di ogni epoca non ha mai visto mai un vincitore ed un vinto. La guerra non vede mai vincitori su vinti ma solo e sempre sconfitti, morte, sangue, traumi, dolore e perdita. Ma come fare se da sempre abbiamo costretto con la cosiddetta evangelizzazione forzata ad estirpare e soggiogare culture millenarie cadute in cattività ed in disuso? Ed è proprio li sembra che si origini la cosiddetta cultura del nemico, la divisione demoniaca, la separazione del diavolo che cerca di dividere per imperare. La domanda sorge spontanea: imparerà oggi l’umanità se attraversando i secoli non ha fatto altro che combattersi? Bisogna avere la visione del mondo reale non come un luogo che dovrà diventare per sempre buono e perfetto come un paradiso, ma come un luogo di prove da sostenere, dove attraverso il loro superamento si raggiunge nuovi livelli di consapevolezze. Un luogo ciclico la Terra di poteri che si alternano che si confliggono e che vivono in pace, oggi amici domani nemici, i tempi cambiano sempre. La vita e il mondo può essere per noi nel contempo sia inferno, che paradiso, che purgatorio. Il mondo è quello che è e nella nostra breve visita nella macchina corpo, dobbiamo viaggiarlo cercando di carpire i frammenti di verità ed immortalità che Dio stesso Creatore, ha distribuito in popoli, culture, epoche. Non possiamo essere in grado di sostituirci a Lui in quanto artefice potente sulle potenze. Noi uomini poteri compresi, dobbiamo rimanere al nostro posto di uomini, cercando di evolvere ed affinarci yogicamente, tutto il resto che ci distoglie dalla via dell’unione suprema al Se è sempre e comunque pura e mera Maya, separazione, illusione. Ora come mai le cinque vie dello yoga, Bakti, Jnana, Nada, Raja, Karma e le sapienti vie delle antiche consapevolezze marziali e buddiche, secondo le tradizioni, (che poi tutte si incontrano e coincidono nel fine supremo), sono da sempre ciò che tutti noi dobbiamo prima o poi percorrere nessuno escluso, in questa vita o altra incarnazione. Hari Om Tat Sat.