La Via della Medicina Shaolin di Shi Yan Hui

La Via della Medicina Shaolin

La Cina è un Paese dalla cultura molto antica. Nel corso dei secoli, con il suo indomito coraggio, il suo spirito di continua ricerca e la sua straordinaria intelligenza e saggezza, ha intessuto una mirabile tela nella Storia, dando vita a una brillante cultura materiale e immateriale. L’Italia possiede anch’essa una cultura molto antica e rappresenta uno dei cardini della civiltà occidentale. Grazie allo sviluppo e alla diffusione dell’Impero Romano, e in seguito dello Stato Pontificio, ora Vaticano, ha profondamente influenzato il resto dell’Occidente. Al contempo, l’influenza sulla cultura italiana degli altri Paesi affacciati sul Mediterraneo l’ha resa terreno fertile, in particolare nel campo dell’arte, che ha generato innumerevoli capolavori di fama internazionale e successivamente ha contribuito con il Rinascimento a far progredire la cultura del mondo intero. Il Tempio di Shaolin rappresenta la culla della filosofia chan ed è anche considerato il luogo sacro del Kung Fu. La sua trasmissione culturale ininterrotta, nell’arco temporale di millecinquecento anni di storia, ha permesso l’incontro tra il Confucianesimo, il Buddhismo e il Taoismo cinesi, che caratterizza una cultura incentrata sulla filosofia chan, sulle arti marziali e sulla medicina tradizionale cinese. La cultura Shaolin fa parte della cultura tradizionale cinese e si basa essenzialmente sul principio buddhista di non fare il male e coltivare il bene, sull’assimilazione del concetto della filosofia chan di andare dritti al cuore, puro e in quiete, e trovare il proprio sé, e sull’integrazione di altre tecniche complementari. La sua filosofia di vita salutare ha così potuto trascendere l’ambito della religione e delle tradizioni locali, fornendo una base di scambio e integrazione tra le diverse culture delle arti marziali, delle attività fisiche, della medicina, dell’arte, delle religioni, degli studi interdisciplinari, ecc. L’allenamento del Chan consente, attraverso l’esperienza del corpo e della mente, di mantenere la consapevolezza di essere «svegli», di conoscere il vero senso dell’impermanenza, della sofferenza e del vuoto (non-sé), e quindi di elevare sia il corpo che la mente. Attraverso la meditazione possiamo distaccarci da tutti i disturbi e realizzare quella che potremmo definire la vera libertà, mentre con l’allenamento delle arti marziali, oltre a ottenere un corpo più forte e sano, è possibile arrivare alla consapevolezza di ogni movimento e comprendere il senso dell’esistenza. Il Buddha era definito «il grande medico», perché il dolore nella vita, al di là di quello del corpo fisico, deriva nella maggior parte dei casi dalla nostra psiche. Riequilibrare il corpo con la medicina tradizionale non è quindi sufficiente, ma bisogna anche trovare la quiete della mente. Attualmente la Cina e l’Italia hanno rapporti di scambio e collaborazione in diversi settori, come la politica, l’economia, la cultura, la tecnologia e l’istruzione, e l’amicizia tra i due Paesi è sempre più solida e profonda. Nel 2008, un discepolo del Tempio di Shaolin, Shi Yan Hui, è stato incaricato ufficialmente di diffondere la cultura Shaolin in Italia. Superate numerose difficoltà, dopo dieci anni di continuo impegno e sacrificio, la tradizione Shaolin comincia oggi a essere gradualmente conosciuta e apprezzata in Italia da tante persone e in diversi ambiti. È stato un risultato veramente difficile da ottenere, che però dimostra anche il valore insito nella cultura stessa. La collaborazione tra la Shaolin Quan Fa (l’associazione creata dal Maestro Shi Yan Hui per diffondere la cultura Shaolin in Italia) e la Fondazione Santa Lucia di Roma (eccellenza in Italia nell’ambito della riabilitazione e delle neuroscienze) ha portato all’istituzione di un corso sulla medicina tradizionale cinese. Si è così potuto dimostrare che i benefici promossi dallo stile di vita salutare della cultura Shaolin possono essere utili concretamente a chiunque e che la cultura stessa di Shaolin può essere diffusa in tutto il mondo. In occasione della pubblicazione del presente libro, desidero ringraziare tutti coloro che hanno dimostrato interesse e sostenuto la cultura Shaolin. Auspico che essa possa contribuire alla pace nel mondo, all’armonia tra le società e alla felicità di tutte le popolazioni. (Shi Yong Xin) La civiltà cinese rappresenta l’unica delle grandi civiltà del passato, fatte salve quelle rimaste primitive e quelle assimilabili al mondo occidentale (per intenderci, le civiltà islamiche e quella indiana), a non essersi estinta, come invece è accaduto in Egitto, in Mesopotamia e nell’America precolombiana. Trattandosi di una cultura radicalmente altra rispetto alla nostra, per poterla comprendere meglio occorre considerarne la vitalità e le variazioni nel tempo senza estrapolarla dal suo contesto storico. Infatti, gli aspetti sociale e politico hanno sempre rivestito in essa un ruolo primario. Nel corso della sua evoluzione, sono stati fondamentali i contributi del Confucianesimo - che, semplificando, ha proposto per la prima volta una concezione etica dell’uomo nella sua integralità e universalità – e del Taoismo - che, sempre per semplificare, rimettendo l’uomo in relazione con la natura, rappresenta l’altro polo degli aspetti Yin e Yang della realtà, conferendole profondità e quello slancio alla rivalutazione dell’elevazione dell’uomo (basti pensare, anche se con accezione diversa, alla definizione di «santo» dei filosofi Zhuangzi, tra i fondatori del Taoismo, e di Mencio, erede spirituale di Confucio) che favorirà in maniera significativa l’assimilazione dei principi del Buddhismo (tra cui quello del distacco dalle cose terrene). Questo è il ricco sostrato cui attinge la tradizione che il Maestro Shi Yan Hui sta divulgando dal 2008 in Italia, come unico rappresentante ufficiale del Tempio di Shaolin. Pur essendo nata in Cina, la cultura Shaolin appartiene a tutti, e non a caso nel 2010 è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Si tratta di un sapere straordinario, ancora poco noto in Occidente, la cui pratica ha effetti benefici sia a livello fisico che mentale in coloro che ne seguono i principi più profondi. Alla sua base ci sono i «Tre Tesori», ossia il Buddhismo chan (in Occidente più noto come «Zen»), che attribuisce particolare importanza alla pratica della meditazione, le arti marziali Wù (in particolare il Kung Fu Shaolin) e la medicina tradizionale cinese Yi (che a Shaolin, come vedremo in seguito, diviene Chan Yi). Attraverso il Kung Fu, il Qi Gong e la meditazione è possibile ripristinare il naturale equilibrio corpo-mente e aumentare l’energia fisica e interiore (Qi), che sta alla base della salute e della vitalità di ogni essere vivente. Il Kung Fu può essere praticato, con le opportune differenze di intensità e tipologia, da persone di qualsiasi età e condizione, e contribuisce a mantenere un fisico agile e a sviluppare virtù morali come la consapevolezza, la disciplina e la saggezza. Inoltre, aiuta a superare sentimenti negativi come la tristezza o la depressione, e a combattere vari malesseri, tra cui l’insonnia, le emicranie e l’astenia. Nei giovani è molto utile per formare il carattere e favorire lo sviluppo; negli adulti e negli anziani contribuisce fortemente a mantenere una buona condizione fisica e mentale. Oltre a migliorare la salute e il benessere delle persone, l’associazione Shaolin Quan Fa, fondata dal Maestro Shi Yan Hui, si pone un altro obiettivo, ancora più ambizioso, che è quello di costituire un ponte culturale fra Oriente e Occidente che faciliti il confronto proficuo, basato sul dialogo e sugli scambi culturali, con l’auspicio di poter condividere principi come la compassione, l’uguaglianza, l’integrazione e l’armonia. Tutto questo con il discreto, ma determinante, sostegno del Venerabile Abate Shi Yong Xin. (Marco De Leo).