meditazione sulla rabbia

Da dove nasce la rabbia? La rabbia non nasce mai dal tuo centro ha origini dall’ego e l’ego è una falsa entità. Se scendi in profondità vedrai che tutta la tua rabbia ha origine alla periferia, non sorge mai dal centro. Non potrebbe avere origine nel centro del tuo essere: la vi è vuoto, vuoto assoluto. Dunque la rabbia nasce solo dall’ego e l’ego è una falsa entità creata dalla società, è una realtà relativa, un’identità. All’improvviso vieni aggredito e l’ego si sente ferito…ed ecco la rabbia. Tu conosci solo due vie per rapportarti alla rabbia: l’espressione e la repressione. E né l’una né l’altra sono vie reali per trattare con lei. L’espressione non è utile, perché con l’espressione crei rabbia nell’altro, in questo modo diventa una catena … per cui l’altro la esprime, e di nuovo tu vieni provocato … dove finirà mai? E più la esprimi, più diventa un’abitudine, un’abitudine meccanica. E più la esprimi, più ne fai pratica! Ti sarà difficile venirne fuori. Da questa paura nasce la repressione: non la esprimi, perché crea infelicità a te e agli altri, per cui non serve. Ti rende orribile, crea nella vita situazioni orribili che alla fine devi pagare in prima persona. E, pian piano, diventa un’abitudine tale da trasformarsi nella tua seconda natura. La repressione sorge a causa della paura di esprimerla. Ma se la reprimi, accumuli veleno. È inevitabile che esploda. COSA FARE – “Il terzo approccio, l’approccio di tutte le persone illuminate del mondo, non è l’espressione né la repressione, ma l’osservazione! Quando sorge la rabbia, siedi in silenzio, lascia che ti circondi nel tuo mondo interiore, lascia che quella nube ti avvolga, sii un osservatore silenzioso. Osserva … questa è rabbia. Buddha diceva ai suoi discepoli: quando sorge la collera, ascoltatela, ascoltatene il messaggio. E continuate a ricordarvene, ripetetevi in continuazione: rabbia, rabbia … restate svegli, non addormentatevi. State all’erta: la rabbia vi circonda. Tu non sei quella rabbia! Ne sei l’osservatore. Questa è la chiave! LA MEDITAZIONE: Cambiare lo schema della rabbia. Spesso sembra che la rabbia stia ribollendo sotto la superficie, semplicemente in attesa di un’occasione per esplodere. Anche se la butti fuori e trovi un modo per esprimerla, a meno che tu non vada in profondità per scoprire la sorgente, trovando cosa c’è dentro di te che la innesca, lo schema fondamentale non cambia. Se tutto ciò che fai è sfogarla, dopo inizi di nuovo ad accumulare rabbia e lo schema continua. La meditazione è una di quelle che possono rompere lo schema che ci fa accumulare questa rabbia ripetutamente. È un metodo che usa il tuo corpo come guida. Falla con sincerità, e poi guarda cosa affiora in te. L’unico modo per scoprirlo è farla con totalità. Puoi praticare questa tecnica quando hai tempo. Hai bisogno di circa venti minuti. IL METODO – Ogni giorno, per quindici minuti, quando senti che per te va bene, chiudi la porta della tua camera e seduto o in piedi, inizia a sentire la rabbia, ma non rilasciarla, non esprimerla… nemmeno un cuscino da percuotere. Reprimila in ogni modo. In un primo momento potresti aver bisogno di ricordare una situazione specifica in cui ti sei sentito davvero arrabbiato, giusto per ricreare la sensazione. Ma lasciati guidare dal corpo, lascia che ciò che senti nel corpo in quel momento sia il tuo punto centrale, non quello che ha causato la rabbia in un primo momento. Non intellettualizzare, stai in contatto con le sensazioni fisiche che salgono quando è presente la rabbia. E permetti a queste sensazioni di diventare sempre più intense. Se percepisci la tensione nascere nello stomaco, come se qualcosa stesse per esplodere, tira dentro lo stomaco, rendilo il più teso possibile. Se senti che le spalle stanno andando in tensione, le mani vogliono stringersi a pugno, vuoi colpire qualcuno, rendi le spalle e le mani sempre più tese e serrate. Se senti che stai serrando la mascella, che vuoi urlare, stringi sempre più forte la mascella. Lascia che il corpo sia il più teso possibile, quasi come se ci fosse un vulcano che ribolle all’interno, ma senza rilasciare nulla. Questo è il punto da ricordare: non rilasciare, non esprimere. Non gridare, altrimenti lo stomaco si rilasserà. Non colpire nulla, diversamente le spalle si lasceranno andare e si rilasseranno. Per quindici minuti mantieniti surriscaldato, come se stessi raggiungendo il punto di ebollizione. Per quindici minuti mantieni la tensione fino al culmine. Puoi mettere una sveglia o un timer che ti indichi quando i quindici minuti scadono; dopo… siedi in silenzio, chiudi gli occhi, rilassa il corpo e osserva soltanto cosa succede. Sii un testimone per almeno altri cinque minuti, anche di più se ti fa sentire bene. Rilassa il corpo e limitati a osservare. Se trovi che questo metodo sia adatto a te, allora ripetilo ogni giorno per due settimane. Questo “allenamento corporeo” costringere il tuo schema a sciogliersi. Se senti che la rabbia non è il tuo problema, puoi sostituirla con un’altra emozione della quale vuoi cambiare lo schema. Può essere tristezza, gelosia, paura… e puoi adattare gli esercizi di conseguenza.(Osho) La rabbia può essere l’impossibilità di evolvere. L’anima che grida da dentro e spinge per evolvere nella consapevolezza come percorso e fine naturale. Quando si accumulano i fallimenti e la rabbia non prende la strada positiva si ha l’invidia ed il pettegolezzo come risposta semplificata alla frustrazione. La pigrizia si giustifica autoconvincendosi di essere fallita ecco la mancanza di fede. Rabbia repressa accumulata incancrenita dell’essere che non credendo ancora in se non evolve. Si sente schiavo sottomesso e quindi vive nel disagio inferiore del sottomondo. Si crea un mix di emozioni negative: rabbia, invidia, frustrazioni, ironia disfattiva lesionista per cercare di recuperare il disagio della sensazione di inferiorità. Magari si cerca di mascherare il tutto con sorrisi costruiti e maschere di circostanza ma dentro la pentola continua a bollire. Pesce piccolo e grande, uccellino in gabbia, uomini e caporali.. ma sempre stessa cosa: non vedere ancora il sole della consapevolezza. Salto di livello: la rabbia spezzata ed utilizzata positivamente è trasformata come tutto in Maestro. A maturazione il nuovo essere partorisce e dalle sue doglie rinasce consapevole, ha finalmente spezzato le catene ed è libero dal potere della sottocultura. La rabbia è uscire dalla gabbia o dal guscio attraverso lo sforzo di spingere. Usare ogni energia per trovare fra le tante sbagliate la strada giusta. Ora l’essere è finalmente libero da gabbie, catene e prigioni: la vita acquista senso.Nessuno può aiutarti ma puoi usare ogni tipo di aiuto è un percorso tuo intimo.L’alba del nuovo giorno sorge nasce il nuovo viaggiatore. (Lam S.)