lo yoga arte medicina

YOGA È UNIONE – e su questo non c’è dubbio, in teoria, ma come renderlo concreto nella vita, nel quotidiano, è altra cosa. Credo che alcuni di noi abbiano il compito in vita di lavorare sull’unire ciò che è diviso e di combattere, se e quando necessario, per portare avanti e sostenere questo salvifico fine universale. È possibile dare un qualche ordine al caos senza cadere nell’illusione? Unire ciò che è infranto, se e quando possibile, e rompere se questo va nella direzione di costruire e poi riunire il meglio, in armonia. Per molta parte della vita si portano avanti progetti, con il fine dell’unione della cultura e dell’arte. Nella comunità e nella società, si cerca di migliorare qualcosa negli esseri umani, in quanto cittadini del mondo, una grande impresa-pretesa. Un’elaborazione continua e costante dell’unire e cercare un incontro, un dialogo, un terreno comune, tra arte e medicina. Arte come sacralità che guarda alle forme umane come ricostruzioni di veicoli sacri, attraverso il divino e le sue forme epocali, storiche, che possono ancora parlarci. L’arte sacra raffigura immagini di esseri connessi e la loro santità in quanto tale, sia con tecniche pittoriche che iconografiche, portali energetici di connessione per preghiera e meditazione. L’arte scenica sia danza che teatro che musica, nei suoi riti sacri. Per la danza indichiamo la danza Butoh, come evoluzione ultima delle alchimie espressive del movimento, che diviene anche autocura espressiva e quindi incontro, interscambio medicina – danza, sua fusione. Non tralasciando alcune danze etniche africane, indiane, come il kathakali, bharatanatyam ed il kabuchi. Per il teatro i classici dai greci, il teatro inteso come lavoro espressivo con la mezza maschera della Commedia dell’Arte, anche alcuni stili tradizionali come: il teatro No giapponese o quello delle ombre, balinese e similari.  Per la musica classica la musica barocca, come massima espressione vibrazionale nella selezione musicale, musica come arte dei suoni medicina. Non ci dimentichiamo delle arti marziali tradizionali e dello yoga tradizionale, della meditazione e dei lignaggi buddisti tibetani e giapponesi e del cristianesimo spurgato dal karma e dal potere. Tutto ciò che nelle espressioni umane si dirige verso il divino, in quanto veicolo e terapia medica nello stesso tempo. L’ARTE MEDICINA fusione due in uno, l’arte va verso la medicina in quanto è cura, autoguarigione, uso dell’arte per guarire le ferite della vita e quindi del karma. Per essere medicina l’arte ha bisogno di essere innalzata e proiettata al divino, al supremo, ha bisogno che l’artista sia in forma fisica, mentale ed emozionale gestibile. L’artista allo stesso tempo consapevole conoscitore, operatore di medicina naturale, deve avere conoscenze ampie e quindi mente totalmente aperta. La formazione artistica ed olistica insieme è non solo rivolta ad un artista che opera come tale, ma anche un operatore di medicina naturale, che ha conoscenze artistiche. Potranno, tali conoscenze, portare poi maggiormente ed esclusivamente alla capacità di affrontare il mondo artistico, di medicina naturale, imparando a curare in primis sé stessi e poi eventualmente, se ci sarà la predisposizione naturale e le capacità, anche gli altri. L’arte va verso la medicina della natura, delle sue tecniche e conoscenze, per farsi cura senza nessuna contro indicazione. LA MEDICINA ARTE la via della medicina naturale e le sue conoscenze dovranno e devono per essere davvero guaritrici e riequilibranti, trovare l’armonia imparando dall’arte spirituale. È proprio la spiritualità ed il cammino verso il legame supremo, la chiave che richiama all’unione ed all’incontro delle diversità culturali, quindi mediche ed artistiche. La figura dell’operatore d’arte e medicina, applica nella propria vita la via yogica, riportandola nel suo quotidiano come Sadhana, percorso spirituale salvifico, la disciplina che ricerca equilibrio ed armonia. La manutenzione del corpo fisico con yoga o ginnastiche terapeutiche cinesi, con arti marziali orientali, la meditazione e la corretta alimentazione, la frequentazione di ambienti di vita sana e persone equilibrate, sono vie da seguire. La medicina, quindi, guarda all’arte così come l’arte ricerca l’aspetto curativo e naturale, per rispettare insieme la natura nei suoi principi e nei suoi fenomeni di ispirazione profonda, in controtendenza con la strada perseguita dal potere. Per ogni livello di consapevolezza va il suo giusto nutrimento.  Cercando di rintracciare un arricchimento all’interno di un’unione intesa come conoscenza, laddove le tecniche apprese saranno strumenti di percezione di sé e del mondo nello stesso tempo, due ambiti ora inscindibili, il dentro e il fuori, che dialogano incessantemente con armonia, scambiandosi ogni genere di informazione necessaria alla conoscenza ed alla consapevolezza. Fonte di ispirazione iconica è Leonardo Da Vinci, come formazione poliartistica, che spazia dalle conoscenze figurative a quelle delle arti sceniche. La poliarte è arte ampia, che cerca completezza ed utilizza le conoscenze delle arti classiche storiche e tradizionali, le più alte scoperte nella storia umana. Fondamentale è lo spazio fisico di attività, concepito come bottega – laboratorio – casa, dove il poliartista si forma con conoscenze ampie e vive, spartendo una vita sociale con altri suoi simili, con cui condivide fini ed intenti. La bottega d’arte rinascimentale e scuola d’arte artigianale delle città, sono fonte di ispirazione simbolica, forse in parte riproducibili, in determinati contesti isolati. La curiosità come un fuoco che brucia e divampa, ha bisogno di essere controllato ed equilibrato con armonia, da un focolare che si fa meditazione constante, con una conseguente ispirazione fluida e costruttiva. In particolare, si tratta di porre attenzione al canto umano nelle sue quattro tipologie: italiano, falsetto, lirico ed armonico. La scrittura nelle sue forme è certamente una grande terapia del rispecchiamento, in quanto rivive ciò che si è vissuto e va riletto con sguardo obbiettivo, con parole ricreato ed elaborato in forma di metafora. Riportare in forma di parola il vissuto ha un valore terapeutico proprio nel rivedere, elaborare, rivivere, quindi esorcizzare e risanare in un rituale antropologico ed alchemico. Arrivo a dire che arte e medicina hanno terreni così comuni, che sono per certi versi, la stessa cosa con parole apparentemente differenti. Ed è in particolare il canto armonico e le sue tecniche riprese da culture e tradizioni, che sarà da privilegiare tra gli altri stili canori, possedendo in sé l’essenza terapeutica, in questo incontro yogico di unione arte medicina. L’artista operatore compie un percorso su di sé circolare a 360 gradi, non tralasciando nulla delle conoscenze che incontra, solo apparentemente per caso, nel suo cammino. La curiosità della conoscenza, alimentata dall’apertura della connessione suprema, sarà il sacro fuoco che alimenterà la sua vita intera nelle sue varie stagioni. La didattica deve essere espressione sul campo concreta e fattiva, avulsa dal nozionismo mentale fine a sé stesso, erroneamente scambiato per didattica. L’insegnamento e la conoscenza nei libri dovranno essere si utilizzati, ma solo in necessità che la pratica richiama, non come deposito di cui resterà ben poco. Prima viene la pratica anche didattica e dimostrativa, poi si lega e completa con la nozione appropriata a sostenerla ed ampliarla. La manualità artigianale non va mai sottovalutata come pratica, per molte occasioni che si presentano nella ricerca. Il fine rivolto all’entità suprema come sguardo, dialogo e concezione vitale della fede, da un atteggiamento non solo formale nell’essere e non nell’apparire, segno troppo spesso sempre più presente, nelle fragilità educative, didattiche. La conoscenza in continua espansione, come senso e fine della vita, ci riguarda e ci accomuna tutti come esseri sensienti incarnati, laddove non si trova va ripresa. La ricerca da sempre mi ha portato a selezionare le arti che hanno più valore medico e le medicine naturali, che hanno maggior valore curativo e quindi artistico. Il poliartista oltre al necessario lavoro iniziale e costante su di sé, dovrà scegliere, venire scelto da quale arte lo ispira di più, essendone attratto per natura maggiormente, quindi congeniale alle sue doti innate.