IL VIAGGIO NEL TEMPO È GIÀ QUI

Grazie alla teoria della relatività generale di Einstein, alcune persone possono già viaggiare nel tempo. Ad esempio, il cosmonauta russo Gennady Padalk è diventato il primo “viaggiatore del tempo” al mondo dopo aver completato la sua sesta (e ultima) missione nello spazio nel settembre 2015. È l’astronauta con il maggior tempo cumulativo trascorso nello spazio: 879 giorni, o due anni e mezzo. Il fisico di Princeton Richard Gott notò che, quando ritornò, Padalk era 1/44 di secondo più giovane perché viaggiava “letteralmente” nel futuro. I ricercatori affermano di avere tutti gli strumenti per costruire una macchina del tempo in grado di viaggiare a velocità molto maggiori di quelle di Padalka nei suoi viaggi orbitali. La velocità è l’ingrediente temporale del viaggio nel tempo.

IL VIAGGIO NEL TEMPO NON È IMPOSSIBILE

Einstein ci ha insegnato che il tempo non è immutabile; quindi, il viaggio nel tempo non è solo uno scenario fantascientifico. Isaac Newton credeva che il tempo avesse un ritmo costante in ogni singolo punto dell’Universo. Per più di due secoli, gli scienziati hanno creduto a Newton. Nel 1905, Einstein ebbe un’idea diversa. Il fisico ventiseienne ha rivelato che il tempo è elastico e dipende molto dalla velocità. Può rallentare o accelerare a seconda della velocità di una persona o di un oggetto. Un decennio dopo, Einstein finalizzò la sua famosa teoria della relatività generale. Nel 1971, i ricercatori inviarono due orologi atomici nello spazio e calcolarono le piccole differenze tra loro e gli orologi atomici sulla terra. Le piccole differenze rivelarono che Einstein aveva ragione. Inoltre, se la teoria di Einstein non fosse corretta, i nostri sistemi GPS non funzionerebbero. Einstein ha anche scoperto che la luce viaggia a 186.282 miglia o 300 milioni di metri al secondo. Lo scienziato credeva che quello fosse il limite massimo di velocità. Inoltre, le teorie di Einstein suggeriscono che il tempo rallenta in base alla gravità. Se la gravità è più debole, il tempo tende a volare più velocemente. (AMELIA DONOVAN)

Viaggio nel tempo, la scienza chiarisce la questione: “Abbiamo capito come fare”

“Se potessi scegliere, quale super potere vorresti avere?” “Viaggiare nel tempo”. Quanti di voi sin da piccoli hanno risposto così ad una domanda del genere? E’ un dato di fatto che la quasi totalità della popolazione mondiale abbia il viaggio nel tempo come un sogno nel cassetto. Chi per tornare ad un vecchio periodo della propria vita, chi per non commettere un errore ormai indelebile, chi per cancellare drammi indelebili della nostra storia, e perché no, anche per vedere il proprio futuro, saltando in un attimo il presente. I motivi per cui provare a viaggiare nel tempo potrebbero essere davvero infiniti, alcuni potrebbero essere molto banali, altri invece potrebbero significativamente migliorare la storia dell’uomo, ma sino ad oggi nessuno è mai riuscito a viaggiare nel tempo. Bhe, se siete tra i tanti il cui è sogno è quello di viaggiare nel tempo, vi piacerà sapere che in effetti è possibile farlo. Sono diversi i film di fantascienza che negli anni ci hanno portato a credere che in qualche modo questo speciale viaggio fosse possibile, attraverso una sottospecie di macchina del tempo. Ma è possibile che un giorno scienza e fantascienza possano trovare un comune accordo? Il viaggio nel tempo è un’esperienza ipotizzata da secoli ma mai messa in atto, ma attenzione, alcuni scienziati sostengono che questo spettacolare viaggio è in qualche modo possibile. Ma come fare? Vediamo tutto ciò che sappiamo fino ad oggi a riguardo.

Le teorie contrastanti sui viaggi nel tempo

Le prime idee sulla possibilità di viaggiare nel tempo arrivarono nel XIX secolo, quando gli scienziati iniziarono a pensare al tempo come una dimensione. La svolta la diede Albert Einstein con la sua famosissima teoria della relatività, di cui ne fu pubblicata la prima parte nel 1905. Nella prima parte della sua teoria si ipotizzava che le dimensioni di spazio e tempo fossero modellabili e che si potessero misurare le due dimensioni considerando la loro dipendenza dalla velocità relativa della persona chele stesse misurando. Pochi anni dopo, il matematico Minkowski dimostro come queste due dimensioni fossero effettivamente parte di un’unica realtà dotata di 4 dimensioni, ovvero lo spaziotempo. Con l’arrivo della seconda parte della teoria della relatività di Einstein, entra in gioco un nuovo fattore, la gravità. Qui la gravità non è più solamente una forza, ma anche una curvatura dello spaziotempo. Queste teorie hanno dato inizio all’ipotesi di una concreta possibilità di viaggiare nel tempo. Non staremo qui ad annoiarvi con difficili calcoli matematici, ma la teoria mostra quello che chiamiamo il “paradosso dei gemelli”. Se noi facessimo un viaggio nello spazio ad altissima velocità, lasciando il nostro gemello a casa e poi tornassimo sulla Terra, scopriremmo che la nostra età non sarebbe più la stessa del nostro gemello. In sostanza, il tempo varia e dipende dalla velocità e tutt’oggi questo dato scientifico non è stato smentito. Le cose diventano ancora più fitte con l’aggiunta della gravità al nostro problema. Se ci trovassimo vicino ad un buco nero, un’oggetto davvero pesantissimo, questo influenzerebbe il tempo. Molti scienziati hanno poi ipotizzato l’influenza di un altro oggetto ancora oggi non individuato nello spazio, ma teoricamente possibile: il wormhole. Se esistessero, questi oggetti potrebbero essere delle specie di ponti spaziotemporali che potrebbero portarci da una regione di spaziotempo all’altra.

Contraddizioni e ipotesi risolutive

Teoricamente e matematicamente parlando, il viaggio nel tempo attraverso un wormhole sarebbe possibile ma ci sono alcune contraddizioni da chiarire. In primis, il concetto di causa ed effetto. Per spiegare al meglio questo concetto utilizzeremo un chiaro esempio chiamato “paradosso del nonno”. Immaginiamo di tornare indietro di circa 70 anni, quando nostro nonno era solo un bambino. Immaginiamo che per colpa di una nostra interazione collassato, nostro nonno muoia per sbaglio, ad esempio in un incidente. In teoria, con la morte di nostro nonno, nel nostro tempo noi non dovremmo esistere, poiché i nostri genitori non sarebbero nati. Ma allora come risolvere questo paradosso? Gli scienziati hanno cercato per anni delle soluzioni per risolvere questo paradosso e le idee venute fuori sono tantissime. La prima ipotesi è che semplicemente questo paradosso mostra come sia impossibile viaggiare nel passato. Si tratta di una teoria del noto fisico Stephen Hawking, chiamata la “congettura di protezione cronologica”. Se si ipotizza che il nostro universo sia unico, secondo Hawking le curvature temporali chiude non dovrebbero aver modo di nascere. Considerando sempre un unico universo, il fisico Igor Dmitriyevich Novikov negli anni 80 ha pensato ad un’altra soluzione. Nel caso in cui si tornasse nel passato, questo essendo già avvenuto non potrebbe essere cambiato. I viaggi potrebbero quindi essere possibili, ma senza mutare il passato o il futuro. C’è poi un’ultima teoria, la più intrigante che sembra quasi a tratti fantascientifica. Secondo alcuni scienziati il viaggio e l’interazione con il passato sarebbe possibile considerando l’esistenza di diversi universi paralleli. In tal caso, facendo morire nostro nonno, creeremmo un universo parallelo in cui nostro nonno è morto, ma il nostro universo non verrebbe intaccato da questo avvenimento. Ad ogni interferenza, secondo questa teoria, verrebbe creato un nuovo universo parallelo.