l’arte della manipolazione di massa 1

Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 1928) è un linguista, filosofo, teorico della comunicazione e anarchico statunitense. Professore emerito di linguistica alla Massachusetts Institute of Technology, è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguista teorica del XX secolo. Ma ciò che lo ha reso più famoso al vasto pubblico è sicuramente la sua analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, e di come i governi agiscano attraverso gli organi di informazione per manipolare l’opinione pubblica e arrivare ad ottenere il consenso della popolazione. Gli studi di Chomsky lo hanno portato a teorizzare, in dieci punti, quella che è da lui stesso definita la “Strategia della Manipolazione di Massa”:          1-La strategia della distrazione – L’elemento primordiale del controllo sociale  è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”). Secondo Chomsky, la più ricorrente delle strategie della manipolazione di massa è la distrazione. Consiste nell’orientare l’attenzione del pubblico verso argomenti irrilevanti o banali che li tengano occupati. Per distrarre la gente, la si sovraccarica di informazione. Si dà eccessiva importanza, per esempio, agli eventi sportivi, al teatro, alle curiosità, ecc. Questo fa sì che la gente perda di vista i problemi reali.                  2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni – Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. A volte il potere smette deliberatamente di occuparsi di certe realtà oppure lo fa in modo inefficiente. Ciò viene mostrato ai cittadini come un problema che richiede una soluzione esterna. Loro stessi propongono la soluzione. Questa è una delle strategie della manipolazione di massa per prendere decisioni impopolari. Per esempio, quando vogliono privatizzare un’impresa pubblica e intenzionalmente ne peggiorano il servizio. Alla fine, questo ne giustifica la vendita.           3- La strategia della gradualità – Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta. È un’altra delle strategie delle manipolazione di massa per introdurre misure che normalmente la gente non accetterebbe. Consiste nell’applicarle a poco a poco, in modo tale da farle risultare praticamente impercettibili. È ciò che è successo, per esempio, con la riduzione dei diritti dei lavoratori. In diverse società sono state implementate misure o modi di lavorare che hanno finito per far vedere come normale il fatto che un lavoratore non abbia alcuna garanzia in materia di tutele sociali.                                                                          4- La strategia del differire – Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento. Questa strategia consiste nel far credere ai cittadini che si ricorre a una misura che risulta temporaneamente dannosa, ma che in futuro potrà offrire grandi benefici a tutta la società e, ovviamente, ai singoli individui. L’obiettivo è che la gente si abitui alla misura adottata e non la rifiuti, pensando al presunto bene futuro. Giunto il momento, l’effetto di “normalizzazione” ha già fatto il suo corso e la gente non protesta se non arrivano i benefici promessi.      5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini – La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”). Molti dei messaggi televisivi, soprattutto pubblicitari, tendono a parlare al pubblico come se fossero dei bambini. Utilizzano gesti, parole e atteggiamenti conciliatori e impregnati di un certo alone d’ingenuità. L’obiettivo è vincere le resistenze della gente. È una delle strategie della manipolazione di massa che cerca di neutralizzare il senso critico delle persone. Anche i politici impiegano queste tattiche, mostrandosi a volte come delle figure paterne.                                   6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione – Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti. I messaggi proposti dal potere non hanno l’obiettivo di stimolare una mente riflessiva nella gente. Cercano soprattutto di generare emozioni e raggiungere l’inconscio degli individui. Di conseguenza, molti di questi messaggi sono pieni di emotività. Il proposito di questo meccanismo è creare una specie di “cortocircuito” con l’area più razionale della gente. Con le emozioni si capta il contenuto globale del messaggio, non i suoi elementi specifici. In questo modo, la capacità critica viene neutralizzata.              7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità – Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”. Mantenere le persone nell’ignoranza è uno degli scopi del potere. Ignoranza significa non fornire alla gente gli strumenti affinché possa analizzare la realtà per conto proprio. Raccontare dati aneddotici, ma non far conoscere loro le strutture interne dei fatti. Far rimanere la gente ignorante significa anche non porre enfasi sull’istruzione. Promuovere una forte discrepanza fra la qualità dell’educazione privata e quella pubblica. Far assopire la curiosità per la conoscenza e dare poco valore ai prodotti dell’intelligenza.                                                                      8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità – Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti … La maggior parte delle mode e delle tendenze non viene creata in modo spontaneo. Quasi sempre, sono indotte e promosse a partire da un centro di potere che esercita la propria influenza per creare ondate di gusti, interessi e opinioni di massa. I mezzi di comunicazione di solito promuovono mode e tendenze, la maggior parte delle quali attorno a stili di vita stupidi, effimeri, superflui e persino ridicoli. Convincono la gente che comportarsi così “va di moda”.                                                  9- Rafforzare l’auto-colpevolezza – Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti  è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione! Qualsiasi cosa negativa accada loro, dipende solo e soltanto da loro stessi. In questo modo, si fa credere al pubblico che l’ambiente in cui vive sia perfetto e che, se si presenta un fallimento, è responsabilità dell’individuo. La gente, dunque, tenta di inserirsi nel proprio ambiente e si sente in colpa perché non ci riesce del tutto. Spostano l’indignazione che potrebbe provocare il sistema su loro stessi, colpevolizzandosi di continuo.                                                10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono – Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso. Al pubblico arriva solo una minima quantità di informazioni al riguardo. Nel frattempo, le élites dispongono di tutto questo sapere e lo usano a convenienza. Di nuovo, diventa lampante che l’ignoranza facilita l’azione del potere sulla società.                Tutte queste strategie della manipolazione di massa hanno come obiettivo quello di mantenere il mondo come più conviene ai potenti. Bloccare la capacità critica e l’autonomia della maggior parte delle persone. Tuttavia, spetta anche a noi lasciarci manipolare passivamente o decidere di opporre resistenza per quanto possibile. Tecniche di manipolazione: farsi amare o odiare? Esistono vari modi per indurre gli altri a fare quello che vogliamo o, in altre parole, per manipolare una persona. Influenzare gli altri può essere più semplice di quello che crediamo. Uno sguardo, un gesto o poche parole possono bastare. Tuttavia, la manipolazione può essere esercitata anche tramite la paura o lo scambio di favori… le tecniche di manipolazione sono innumerevoli. In generale, i metodi principali per manipolare o esercitare la propria influenza sugli altri sono due. Uno si basa sull’imposizione, l’altro sulla conformità. Si tratta di due metodi molto diversi che hanno vantaggi e svantaggi. La scelta tra i due dipende dalle abilità della persona che li usa, di quella su cui si vogliono esercitare e dall’ambiente circostante. Anche la situazione sociale in cui ci si trova diventa un fattore determinante fondamentale.                                                                                        Tecniche di manipolazione basate sull’imposizione – Talvolta, l’obiettivo della manipolazione è quello di imporsi, dimostrare di essere superiori e far sì che gli altri obbediscano. In questi casi, le tecniche di manipolazione sono due.                                    Obbedienza – Quando obbediamo andando contro i nostri desideri, lo facciamo perché così facendo evitiamo di andare incontro a conseguenze spiacevoli. Ubbidire significa sottomettersi alla volontà e all’autorità dell’altra persona. Non si obbedisce soltanto a lei, bensì anche alle sue idee, al suo indottrinamento e alle sue ideologie. Disobbedire lascia intendere che ci sarà un prezzo da pagare, che sia sotto forma di punizione o con la privazione di una ricompensa. Nell’educazione dei bambini, questo meccanismo è frequente affinché si comportino come vogliono i grandi.                                    Sottomissione – La sottomissione consiste nel fare tutto quello che una persona chiede, sottomettendosi. La sottomissione differisce dalla disobbedienza perché in questo caso la dipendenza è totale. Quando si è sottomessi, non si criticano gli ordini, si accettano come qualcosa di naturale. Disobbedire non è un’opzione. Questi due meccanismi, come è evidente, si attivano attraverso la paura. Le persone che temono queste pratiche sono quelle che più facilmente saranno manipolate e influenzate. Per questo motivo, l’imposizione è considerata una tecnica invasiva.                      Tecniche di manipolazione basate sulla conformità – Niccolò Machiavelli si domandava cosa fosse meglio: essere amato o temuto? Sebbene i meccanismi di imposizione portino una persona a essere temuta, esistono altre tecniche di manipolazione che, pur ottenendo gli stessi risultati, portano le persone che si impongono a essere amate. Vediamo di quali processi si tratta.                                            Persuasione – La persuasione consiste nell’uso delle parole per trasmettere informazioni, sentimenti o ragioni. Mediante la parola si cerca di cambiare gli atteggiamenti, i sentimenti o le azioni della gente. Per manipolare qualcuno con la persuasione, è necessario conoscerlo, sapere che immagine ha di noi, conoscere le sue credenze, i suoi interessi e i suoi bisogni. In base a questa consapevolezza, la persuasione si avvale dell’arte della logica, della retorica, delle emozioni, del linguaggio corporeo e di molti altri strumenti.                                                                                                Seduzione – La seduzione può essere considerata l’arte del “rendere pazza” una persona. Una definizione più corretta indica la seduzione come il processo per mezzo del quale una persona persuade e ha un impatto emotivo su un’altra con lo scopo di farla innamorare oppure ottenere dei favori. Uno dei meccanismi di seduzione più conosciuti è chiamato “gioco diretto” e consiste nel lasciar intravedere un sentimento di attrazione senza mostrarlo direttamente. In questo modo si incrementano l’interesse e l’attrazione e si spinge l’altra persona a fare il primo passo.                                                                Acquiescenza – L’acquiescenza allude al consenso, all’accettazione o all’approvazione sistematici. L’acquiescenza fa riferimento all’individuo che consente o approva un determinato elemento. In psicologia, si riferisce alla persona che risponde in maniera affermativa senza un ragionamento di base. Tradotto in termini di conformità, ottenere acquiescenza significa far sì che un’altra persona risponda in termini affermativi a qualsiasi nostra richiesta.    Mutuo scambio – Il mutuo scambio consiste nel dare per ricevere. Se vogliamo che l’altra persona faccia qualcosa, un buon inizio è fare qualcosa per lei. Tenendo a mente le tecniche di persuasione di Cialdini, la reciprocità si riferisce alla necessità di restaurare l’equilibrio presente nelle relazioni sociali. Fare una confidenza personale porta gli altri a raccontarci qualcosa di privato; dare un regalo aumenta le probabilità di riceverne uno. Offrire qualcosa senza dare previo avviso o senza che vi sussegua una chiara richiesta, può persuadere la persona che lo riceve a comportarsi allo stesso modo.                                                                                                  Le tecniche di manipolazione basate sulla conformità sono meno invasive e permettono di manipolare gli altri senza che se ne rendano conto. In questi casi, non è la paura il motore che porta all’obbedienza. Tuttavia, queste tecniche sono più difficili da mantenere a lungo termine. Sia l’imposizione che la conformità possono essere utili risorse dei manipolatori, con vantaggi e svantaggi in base a quello che si vuole ottenere.                                    Tecniche di manipolazione psicologica – Si trovano ovunque. Parliamo di persone che hanno un dominio perfetto di certe tecniche di manipolazione e che le usano per confonderci.                                  Consigli per difendersi dalla manipolazione di massa: 1. Poni la tua attenzione sulle questioni importanti, non su quelle futili. Cosa è di vitale importanza per la tua vita? 2. Sii curioso, sempre. Chiediti il perché delle cose. Non fermarti alla valutazione degli effetti, ma risali alla ricerca delle vere cause. 3. Usa la TUA testa, ritagliati del tempo per riflettere e non lasciare che siano gli altri (o la società, o il telegiornale) a dettarti quello che dovresti pensare. 4. Usa la TUA esperienza. Se puoi, verifica con i tuoi occhi quanto leggi o ti viene detto. 5. Confronta più fonti. Una fonte ufficiale non significa che sia autorevole.