il gramo tra simbologia e realtà

Cane nero Il Cane nero (traduzione dell’inglese “Black Dog”) è una creatura notturna ricorrente nel folclore della Gran Bretagna. Le storie relative a questi fantasmi mostruosi sono diffuse in tutto il territorio, dalla Scozia al Galles, dall’Inghilterra alle Isole. I Cani Neri sono descritti come esseri soprannaturali dalla forma di grossi cani, con occhi fiammeggianti e pelo irsuto, dal colore nero o verde fosforescente. Sono fantasmi ritenuti messaggeri dell’oltretomba, quindi di cattivo augurio. Secondo le descrizioni, si muovono compiendo lunghi balzi sui sentieri di campagna, durante la notte. Gli occhi, che rosseggiano nel buio, indicano la ferocia della bestia. Chi incontra questa creatura, anche solo di sfuggita, o sente l’odioso scalpiccio delle sue zampe, sa che la sua fine è vicina. L’idea di questi cani mostruosi deriva dalla demonologia medievale, che aveva spesso visto nei gatti, nei cani e nei caproni neri i famigli delle streghe, nonché le forme tipiche in cui spesso si rappresentava il Demonio. La superstizione riguardo a queste creature notturne è diffusa in molte zone rurali della Gran Bretagna. Forieri di morte, sono conosciuti con nomi differenti a seconda delle zone. Nell’Anglia Orientale sono noti come Black Shucks. Nel Lancashire il cane fantasma è chiamato Skriker, oppure Gytrash. Nello Yorkshire prende il nome di Padfoot. I Cani Neri sono una leggenda molto diffusa anche in Cornovaglia, nelle Isole Britanniche e in Galles. il cane nero nella letteratura: In letteratura, l’opera più celebre basata sulle leggende dei Cani Neri è senza dubbio Il mastino dei Baskerville, di Arthur Conan Doyle. Il passo seguente riporta una delle numerose descrizioni della creatura spettrale: « …accanto al corpo di Hugo, con le zanne ancora affondate nella gola sbranata, c’era un essere orrendo, un’enorme bestia nera, simile a un mastino ma assai più grande di qualsiasi mastino si sia mai visto al mondo. E mentre lo guardavano sbigottiti, quella creatura dilaniò con uno strappo la gola di Hugo Baskerville volgendo verso di loro gli occhi fiammeggianti e le fauci grondanti di sangue. »  (tratto da Il mastino dei Baskerville, secondo capitolo) La leggenda del Cane Nero (nello specifico si tratta di un Gytrash) è citata anche nel dodicesimo capitolo di Jane Eyre, un romanzo di Charlotte Brontë. Invece nel terzo libro della saga di Harry Potter, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, parte della trama ruota attorno alla figura del gramo, presagio di morte fortemente ispirato alla leggenda del cane nero. Inoltre, il padrino di Harry Potter, che muta nel cane nero scambiato dal protagonista per un gramo (infatti è un animagus, ossia un mago capace di trasformarsi in un animale), era soprannominato dagli amici Felpato, che nel romanzo L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson è il nome di un pirata, ma nell’originale inglese si chiama proprio Padfoot. Nel manga Hellsing, il potente vampiro Alucard è capace di evocare enormi cani neri con occhi fiammeggianti. Nel manga Bleach di Tite Kubo, il Cane Nero viene citato nelle formule di alcuni kido. Nella serie televisiva Supernatural, il Black Dog viene usato da alcuni demoni come esattore del pagamento per i patti stretti con gli umani. Anche il protagonista Dean Winchester, per aver venduto la propria anima al demone Lilith in cambio della vita del fratello Sam, viene attaccato e ucciso da un Black Dog, animale demoniaco che solo lui, in quanto condannato a morte, poteva vedere. Nell’universo fantastico della serie di giochi di ruolo Dungeons & Dragons è presente un mostro chiamato Mastino Ombra, che presenta molte punti in comune con i cani neri, dalla taglia, al colore del pelo fino ai poteri e alle sue origini sovrannaturali (è difatti una creatura nativa del mondo noto come il Piano delle Ombre). Nei testi delle canzoni: infatti una canzone intitolata proprio “Black Dog” del noto gruppo inglese Led Zeppelin parla proprio di questi “mostri”. Nella tradizione popolare del meridione (folkloristico), nella fattispecie per quanto riguarda il dialetto pugliese, con l’appellativo di “cane nero” viene indicato un soggetto scostante, fastidioso, che tenta sempre di imporre il proprio carattere e le proprie decisioni. Per i maghi e le streghe che sono esperti Divinatori.  il Gramo – rappresentato in Tasseografia come un cane nero di grande taglia – viene considerato di cattivo auspicio, per la precisione un presagio di morte. Si dice che chiunque lo veda, dal vivo, morirà poco tempo dopo. Ma perché proprio un cane nero, chi o cosa è questo essere? Bene, oggi cercheremo di darvi una risposta. Si tratta effettivamente di un cane, di taglia più grande del normale, con pelo nero e folto e occhi gialli, più o meno accesi. Negli stati Nord Europei si trova comunemente in lande desolate e umide, dove tende a nascondersi in zone buie di paludi, boschi e luoghi simili. La sua natura è sempre stata molto dibattuta, i vari studiosi del Ministero della Magia sono incerti se classificarlo come Spettro oppure Animale, anche se attualmente prevale la seconda. È molto schivo e sostanzialmente innocuo, il Ministero lo ha classificato con una pericolosità di livello XXX. Essendo considerato un presagio di morte, c’è l’idea nel mondo magico che la sua presenza possa anticiparla, ma al momento non se ne ha ancora la certezza. Nelle leggende anglosassoni viene descritto in molti modi, si parla spesso di Cani Neri, grandi creature notturne dal pelo ispido, di colore nero o verde fosforescente, e occhi fiammeggianti. Si dice che questi esseri siano spiriti al servizio del Demonio, vagano sulla terra per riscuotere le anime dei defunti, strappandole via dai corpi con un morso per poi condurle nell’oltretomba. Secondo i Celti, invece, si tratta di spiriti che, assumendo la forma di Mastini, traghettano le anime (sottoforma di piccole sfere luminose) portandole al Nemeton, un albero, di solito una vecchia Quercia, sacro per i Druidi e che cresce all’intersezione di specifiche linee energetiche sotterranee, dette Linee o Correnti Telluriche, che rappresentato il sottile confine tra il regno dei morti e quello dei vivi. Nel Medioevo, sempre in Inghilterra, si parlava di Barghest, uno spettro con sembianze di lupo che perseguitava le anime dei dannati. Questa leggenda è arrivata poi anche in Nord Europa e in Scandinavia, dove si parla anche di Gramo della Chiesa o Gramo Cimiteriale, un cane spettrale dagli occhi rossi che protegge questi luoghi sacri e le anime che vi sono sepolte. Secondo la leggenda, il primo Gramo Cimiteriale era un cane, ucciso in sacrificio e poi bruciato, la cui anima vagava tra le lapidi come guardiano. Questo macabro rituale si effettuava ogni volta che veniva costruito un cimitero, proprio per garantirne la protezione da parte di questi spiriti. Nella cultura norrena è conosciuto come Garmr e si dice sia a guardia dell’aldilà (Hel), accovacciato di fronte alla caverna Gnipahellir. Viene descritto come un feroce mastino con il pelo insanguinato, che può essere oltrepassato da un’anima se questa gli offre un pezzo di pane dolce intriso nel proprio sangue. Stando alla leggenda, esso riuscirà a liberarsi dalla catena che lo lega solo quando arriverà il Ragnarǫk, durante il quale parteciperà alla battaglia finale. «Feroce latra Garmr dinanzi a Gnipahellir: i lacci si spezzeranno e il lupo correrà. Molte scienze ella conosce: da lontano scorgo il destino degli dèi, possenti divinità di vittoria.»(Edda poetica – Völuspá – Profezia della Veggente). Nella cultura ellenica, ma più in generale negli stati del Mar Mediterraneo, invece, vengono chiamati Cerberi. Nella mitologia greco-romana, infatti, Cerbero era il segugio a tre teste posto a guardia dell’Ade (o Averno); il suo compito era impedire alle anime di fuggirne. Viene descritto con il corpo ricoperto di serpenti velenosi che si rizzano e sibilano ad ogni suo latrato, il quale non corrisponde a quello di un cane normale, ma ad un rombo di tuono. Con il tempo queste creature sono arrivate e diventate note, con i nomi più disparati, in molte zone del mondo. In Centro America, ad esempio, si pensa siano venuti a contatto molto spesso con i babbani, che hanno iniziato a far girare storie su di loro chiamandoli, in un dialetto spagnolo locale, Cadejo Negro e Cadejo Blanco. Entrambi sono spiriti che appaiono ai viaggiatori sempre sotto forma di cani di grande taglia, il primo per spaventarli e il secondo per guidarli e riportarli sulla retta via. Si racconta che le prime voci sul Cadejo Negro vennero da Alejandro Gomez e Diego Hernandez, due Magizoologi che per lavoro stavano andando in California quando lo incontrarono. Mentre si recavano verso il confine tra il Messico e gli Stati Uniti, vennero inseguiti per un paio di chilometri da una di queste creature, finché non trovarono riparo in un vecchio capannone abbandonato. A seguito di questa disavventura fecero rapporto al Ministero della Magia Americano, che con il loro aiuto iniziò ad indagare. Nonostante le varie storie e leggende, non ci sono state altre testimonianze solide, perlomeno nel Regno Unito, fino a un paio di anni fa. Ci sono stati un paio di casi interessanti e molto particolari di avvistamento: uno a Bedfords Park, a Romford, località alle porte di Londra, e uno a Dublino. Il primo avvistamento è avvenuto da parte di Jocelyn McKenzie, una giovane strega di Londra in visita alla madre, residente a Romford. Le due si erano recate al vicino Bedfords Park per una tranquilla passeggiata, quando Jocelyn scorse una strana ombra a poca distanza da loro. «Non so cosa fosse con esattezza, ma non avevo mai visto una creatura simile prima, magica o meno. Quando ci siamo fermate, l’ombra si è voltata. Sembrava avere le fattezze di uno strano cane o forse un lupo, ma la cosa strana è che aveva gli occhi infuocati. Ero spaventata, ma quando l’ho visto muoversi non ho resistito e l’ho seguito.» La ragazza, dopo aver chiesto alla madre di aspettarla su una panchina lì vicino, seguì la strana creatura, che la portò ad una macabra scoperta. «Ad un certo punto l’ho visto ai piedi di un albero, chino su una sagoma informe. Quando dopo pochi secondi è sparito, mi sono avvicinata per vedere cos’era. Quello che ho visto era il cadavere di una giovane donna. Ancora non so cosa abbia fatto quella creatura, ma tutt’oggi penso che se non l’avessi seguita probabilmente quella povera ragazza non avrebbe avuto giustizia per ciò che le hanno fatto.» Jocelyn chiamò immediatamente le autorità babbane, in modo che si occupassero della faccenda. La vittima si chiamava Clarissa Taylor, uccisa in uno scatto d’ira dal vicino, a seguito di una lite per futili motivi; probabilmente quello che ha visto Jocelyn era il Gramo. Sembra infatti che la creatura si fosse avvicinata, quasi come avvertendo la morte. Il secondo avvistamento è avvenuto nella primavera dello scorso anno, da parte di Thomas Walker e Susanne Harris, babbani che lavorano come medici legali presso il Sir Patrick Dun’s Hospital di Dublino. In Aprile ci fu un tragico incidente stradale, nei pressi del Phoenix Park, a ovest di Dublino, dove rimasero coinvolte due auto e un pullman di linea cittadino, tutte vetture babbane, in cui si contarono circa quindici vittime. Thomas e Susanne, accorsi sul posto per recuperare le salme, stavano per ripartire a bordo del mezzo di servizio quando notarono, al limitare del parco, una strana creatura che li stava osservando. «Somigliava molto ad un cane, ma era strano. Soprattutto ci osservava con occhi di un colore giallo acceso, piuttosto inquietanti. Sul momento non ce ne siamo preoccupati, pensavamo addirittura si trattasse di un’allucinazione dovuta allo stress della situazione» ha dichiarato Thomas. I corpi vennero portati tutti presso l’obitorio, per effettuare le analisi autoptiche di routine, dove attirarono un visitatore inaspettato. Susanne era in ufficio intenta a terminare i rapporti, da consegnare alle autorità per permettere la chiusura del caso, quando avvertì uno strano rumore provenire dalla sala autoptica. «Mi sono subito alzata dalla scrivania per andare a vedere di cosa si trattava, pensavo fosse caduto qualcosa. Quando mi sono affacciata alla porta ho visto che nella stanza, vicino a una delle celle che servono a tenere i corpi, era accovacciato un cane, di taglia più grande rispetto al normale. Avvertendo la mia presenza si è voltato, rivelando occhi di un colore giallo acceso, gli stessi della creatura che ci osservava al parco. Presa dal panico ho gridato, attirando l’attenzione di Thomas» ha dichiarato Susanne. «Sentendo gridare Susanne sono subito corso a vedere cosa fosse successo. Appena varcata la soglia della sala autoptica, ho visto la mia collega terrorizzata e una strana creatura che le stava ringhiando. Guardando meglio, mi sono accorto che era lo strano cane visto sul luogo dell’incidente. Non ci potevo credere» ha confermato Thomas. Spaventata dalle urla, la strana creatura si dileguò in breve tempo. Il giorno dopo Thomas chiamò la protezione animali per informarli dell’accaduto, ma senza nessun riscontro. Ad un certo punto, sconfortati, pensarono seriamente di essersi immaginati tutto. Il Ministero della Magia però, incuriosito dalla situazione, inviò alcuni maghi per indagare. Scoprirono, dopo qualche giorno, che si trattava di un Gramo avvicinatosi un po’ troppo ai babbani, terrorizzandoli. Per prima cosa Obliviarono Thomas, Susanne e tutte le persone con cui avevano parlato della faccenda, poi perlustrano Phoenix Park e altre zone della città per cercare di individuare la creatura. Dalle ricerche però non ottennero niente, il Gramo era sparito senza lasciare traccia. Ancora non si sa esattamente come si comportano queste creature, ma, oltre al fatto che in qualche modo possano legarsi alla morte, a me piace l’idea, come riportato dalle leggende, che facciano da guida alle anime ormai sperse, soprattutto se coinvolte in morti violente. Quindi, se mai vi capiterà di vederne uno, non spaventatevi, ma osservateli in silenzio, potrebbero farvi fare scoperte macabre come fornirvi interessanti informazioni sulla loro natura. Spero che questo articolo abbia aperto la vostra mente così come ha aperto la mia, ma soprattutto vi abbia fatto capire che non tutte le creature che sembrano cattive alla fine lo sono.(C. Donovan)