Il Fuoco, l’Uomo e lo Spirito

Il Fuoco, l’Uomo e lo Spirito – Il Fuoco è uno dei quattro elementi, e fra questi è uno dei più importanti, perché è proprio da lui che nasce la vita. Per questo motivo, in ogni tempio o chiesa, arde ripetutamente una fiammella che sta a simbolizzare il Fuoco Creatore, perché ogni tempio è costruito ad immagine dell’uomo e l’uomo ad immagine degli dei. E visto che l’uomo è un tempio vivente, dispone del Fuoco Sacro, che brucia nella propria interiorità, ma il giorno che tale fuoco smetterà di ardere, l’uomo morirà, il corpo si raffredderà, trasformandosi in un cadavere e la vita scomparirà. Così questo elemento insieme agli altri torneranno alle loro sedi trasformati e arricchiti. Adesso, se analizziamo la natura del Fuoco, vedremo che è esattamente come il Dio della tradizione, Uno e Trino, perché, se osserviamo attentamente la fiammella d’una candela questa ce lo mostrerà ampiamente: il colore alla base è azzurro e corrisponde allo spirito, o fuoco spirituale, in mezzo il colore è arancione ed è l’anima, o fuoco animico, invece attorno è di colore rosso, insieme al fumo, ed è il corpo fisico o fuoco fisico. I tre fuochi nell’Uomo – Così anche l’uomo nel suo corpo dispone di tre manifestazioni e la scienza astrologica ce lo dimostra con tre segni di fuoco: La prima è nel segno d’Ariete, fuoco fisico e corrispondente al Padre, la cui sede è nella testa. La seconda è nell’eros, sotto il segno del Sagittario, fuoco spirituale. La terza è nel cuore, fuoco dell’anima, rappresentato dal Leone. Padre, Figlio e Spirito Santo, e in rapporto ai pianeti sono: Marte, Giove e Sole. Prima di continuare con le analogie vi racconterò una breve favola: “Questi fatti accaddero tantissimi secoli addietro, quando gli uomini d’allora abitavano nelle grotte e in caverne naturali, per difendersi dal freddo e soprattutto dall’attacco delle terribili fiere preistoriche. Immaginiamo un gruppo familiare composto da una ventina di persone, fra uomini, donne e bambini, che, coperti con pelli d’animali dormivano profondamente all’interno di una caverna. L’unico suono che si udiva era il russare e altri rumori propri del dormire, mentre le fiamma d’un falò disegnava sulla parete capricciose figure e un guerriero armato con clava o lancia vigilava seduto accanto al fuoco con gli occhi fissi sull’ingresso che, per evitare strane visite notturne, era coperto con rami e tronchi. Ogni tanto, guardando le fiamme rimaneva come ipnotizzato e, con l’immaginazione, vedeva sterminati campi verdi, mandrie d’animali da cacciare, belle donne che correvano insieme a lui e giocavano, rotolandosi nell’erba bagnata dalla rugiada. Una di quelle notti ebbe un sogno nel quale compiva uno strano rito. Risvegliandosi ricordò ogni particolare e mise in pratica nella realtà lo stesso processo sognato. Col passare del tempo, ogni volta che montava la guardia, aspettava che tutti dormissero e senza fare rumore si metteva all’opera, così questo fatto diventò una consuetudine, e molto piacevole per giunta. Bene, in breve tempo quel giovane guerriero diventò il più intelligente e saggio del gruppo, il più capace, l’unico a prendere decisioni per il bene di tutti, e divenne il capo della tribù. Si rese conto che quel “risveglio” fu dovuto alle pratiche che in sogno, accanto al fuoco, aveva imparato e che, guidato dall’istinto, compì ininterrottamente per più di un anno. Aveva scoperto, senza volerlo, il “Mistero del Fuoco”, di quel Fuoco che ardeva senza bruciare nella propria interiorità, diventando il primo vero alchimista della storia. Il segreto lo fece grande ed unico, così pensò di trasmetterlo per evitare che si perdesse in caso di una disgrazia. Così con pazienza lo fece capire a suo figlio primogenito, che divenne anche lui intelligente simile al suo genitore. Diverse volte padre e figlio si scambiarono esperienze, commentarono i risultati ottenuti diventando esperti e lavorando per il bene di tutti. Ma c’era un grosso problema: come insegnare agli altri ad usare il proprio fuoco. Così stabilì che ogni primavera quando il ghiaccio si scioglieva e il sole riscaldava il cuore, riunivano tutti i giovani della tribù che dovevano sottoporsi e superare determinate prove per dimostrare d’avere volontà, coraggio ed ingegno, ed essere meritevole per l’ingresso nella scuola dello sciamano, come venne chiamata in seguito. Questo fu il primo seme che col passare del tempo diede inizio alle religioni, perché le popolazioni crebbero e si moltiplicarono.” All’inizio, solo i primogeniti d’ogni famiglia erano i prescelti per ricevere quel segreto. Così questi ereditavano tutto e diventavano capo famiglia. Queste abitudini sono ancora in vigore in alcune comunità attuali, però il segreto si perse scomparendo quasi del tutto, e soltanto alcuni, pochi, lo conoscono e lo tramandano ancora da bocca ad orecchio o da maestro a discepolo. Nacquero così le diverse case Reali di Sangue Blu, perché erano in possesso del mistero della trasmutazione, ma che col passare dei secoli s’imbastardirono perdendo completamente il segreto. Adesso gli rimane solo il nome, ma l’essenza se la sono persa e il potere spirituale dei primi regnanti è diventato un arcano insondabile. Nella storia ci furono coloro che possedevano questa conoscenza: i Cavalieri Templari. Prima di creare il loro Ordine, nove cavalieri rastrellarono i misteri perduti, per nove anni, cercando nelle fondamenta del Tempio di Salomone. Finalmente lo ri-scoprirono, se ne appropriarono e, rientrando in Europa, crearono il benedetto e sacro Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo. Così con la forza del Mistero del Fuoco, che non è altro che quello che il Maestro Gesù insegnò ai propri apostoli, i Templari unificarono l’Europa d’allora e ci mancò poco che non arrivarono ad un’unione di pace dell’Occidente con l’Oriente. Però il nemico più grande, più invidioso e crudele fu la Chiesa di Pietro, gelosa di tanta impresa, non poteva permettere che “quattro frati guerrieri” superassero il suo potere, così li dichiarò eretici, li torturò per benino e li bruciò sui roghi della Santa Inquisizione. Per non parlare dei Catari o Albigesi, o “Perfetti” come si facevano chiamare. Erano coloro che seguivano il vero insegnamento di Gesù e anche loro conoscevano il mistero del Fuoco attraverso San Giovanni, l’apostolo, il più vicino al cuore di Gesù, che ottenne lo stato cristico col Mistero del Fuoco, trasmutando se stesso. Purtroppo anche i Perfetti come i Poveri Cavalieri di Cristo furono massacrati e annientati completamente dalla Chiesa di Roma. Altri ancora bruciarono nei roghi, uomini e donne, alchimisti, erboristi, guaritori, studiosi come Giordano Bruno e tanti altri che erano in possesso del Segreto che permetteva loro avere la Conoscenza. Grazie a Dio e a santi uomini coraggiosi, il Segreto del Fuoco Sacro, il Mistero Iniziatico, la Via del Fuoco, il segreto del Santo Graal e della Pietra Filosofale non si sono persi mai e i meritevoli, i giusti e veri ricercatori della Verità, guidati da mani invisibili, troveranno il Filo d’Arianna che li condurrà dal Maestro Segreto, pronto a dare l’iniziazione e a trasmettergli la prima lettera della Parola Perduta, che permetterà loro, con il tempo, di diventare Cristofori, ossia portatori di Luce. DIO E’ FUOCO – Mosè davanti al roveto ardente parla con Dio in forma di Fuoco che gli detta i Dieci Comandamenti della sua Legge. “Allora il mistero è il Fuoco o l’energia che scaturisce da questo? O invece è la Luce che produce il Fuoco?” E’ naturale che per gli uomini primitivi il Fuoco era il centro intorno a cui girava tutto il resto, perché a parte l’uso domestico, illuminava l’interno delle buie caverne e rendeva la notte non più così minacciosa. Scoprirono anche che la luce proveniente dal fuoco permetteva loro di muoversi nel buio. Forse da questo la Luce rappresentò la libertà di muoversi, perché permetteva loro di vedere e, in conseguenza, la luce divenne la Verità e il Buio la Menzogna! Chiediamo in prestito la classica frase di Ermete: “…che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere il miracolo della Cosa Una”. Aggiungo che :” …come è fuori così è dentro”. Allora se fuori dell’uomo esiste un fuoco che brucia e consuma, riscalda ed illumina, anche dentro l’uomo esiste un fuoco-calore-energia che lo mantiene in vita ed illumina la sua coscienza, il proprio intelletto, e gli dà la forza per manifestarsi su questo piano. Allora è chiaro che il Dio delle religioni non è un anziano con la barba bianca, vestito di bianco, come non è un uomo, ma si tratta di ciò che l’uomo ha nella propria interiorità e che si manifesta come Fuoco Sapienzale nella testa, Fuoco Forza nell’Eros e Fuoco Bellezza nel cuore. Ecco la Trinità, il Fuoco Creatore che l’uomo manifesta per creare nelle tre maniere possibili: nel mondo delle idee, nel mondo dei desideri e nel mondo dello Spirito. Nella tradizione ebraica questo Fuoco è simbolizzato dallo Jod, ed è il n°10 dell’alfabeto che corrisponde alla lettera “i”, ed è composto da un uno ed uno zero, che a loro volta sono un maschile ed un femminile insieme, che uniti creano la terza manifestazione, trasformandosi in un’altra lettera composta da tre iod+fuoco, lo Shin, la lettera S. Ma prima prendiamo la lettera Jod ed anagrammiamola. Vedremo, a sorpresa, che la parola Dio nasce proprio da questa. Dio allora è Fuoco, è il numero 10, ossia l’Androgino ed è colui che crea. Questo significa ancora che codesto Fuoco è il Dio all’interno di ogni creatura, perché è la forza vitale che permette l’esistenza e quando questo Fuoco si spegne la vita cessa e sopraggiunge la morte e il corpo si raffredda diventando un cadavere come accennato prima.

TRE FUOCHI
PROMETEO ED IL FUOCO – Sicuramente avrete indovinato che il Fuoco che il Titano Prometeo ruba agli dei dell’Olimpo e dona all’umanità è esattamente lo stesso Fuoco che il nostro antenato cavernicolo scoprì per caso inspirato da un sogno. Così con l’uso di questo Fuoco Ineffabile l’uomo diventò simile agli dei e gli dei quando si resero conto che questo operava con il proprio fuoco furono costretti a lasciarlo in pace rientrando nelle loro sedi stellari. Nel libro sacro i Figli del Fuoco sono chiamati Figli degli Dei, invece coloro che non conoscono il Mistero, sono chiamati Figli degli Uomini. I primi con il proprio Fuoco hanno messo ordine nel proprio kaos, invece i secondi vivono secondo i desideri senza aver trasmutato il proprio sangue. Questo Fuoco Sacro nella sua manifestazione è Uno soltanto, ma nell’esprimersi nei diversi piani o regni prende le caratteristiche secondo la natura del soggetto. Per l’iniziato ai Misteri, il Fuoco è il Grande Architetto dell’Universo, è il Dio Creatore, è il Demiurgo che creando e ri-creando perpetua Se stesso in eterno per i secoli dei secoli in tutto il suo Universo. E’ il Fuoco dell’Ara sacra che non si spegnerà mai in cui l’uomo continua a celebrare i sacri-uffici come ha fatto sempre e anche se non lo comprende più, continua a mimarli. Uno di questi è l’Eucarestia, dove il prete offre ai devoti il Corpo e il Sangue della Divinità per essere mangiato. Bene, questo corpo insieme al sangue, non è altro che il Fuoco ed i suoi due principi, maschile e femminile. Però è soltanto un palliativo in quanto il Fuoco vero è l’unico mezzo per immortalare l’anima dell’individuo. La frase che collocarono sopra la croce di Gesù: I.N.R.I., significa realmente, “Ignis Naturae Renovatur Integra”, ossia, il fuoco rinnova tutta la Natura, e …. e la trasforma in Spirito. (A. Di Prinzio)