Elettrosmog inquinamento elettromagnetico su salute e ambiente

“L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro classifica i campi elettromagnetici a radiofrequenza insieme alle sostanze che potrebbero risultare cancerogene per l’uomo, come il piombo, la benzina e il DDT.”L’inquinamento elettromagnetico, definito con il termine “elettrosmog” inizia a far preoccupare: nonostante non ci siano ancora basi scientifiche che ne dimostrano la pericolosità, si tratta di un problema sempre più diffuso, che deve essere preso in esame. L’inquinamento elettromagnetico è un problema relativamente recente: per questo motivo la comunità scientifica non è stata ancora in grado di analizzarlo in modo rigoroso. Bisogna riconoscere che i test che sono stati condotti fino ad oggi lasciano numerosi interrogativi aperti, ma non destano ancora preoccupazioni gravi. Ma cosa si intende con inquinamento elettromagnetico e quali sono le fonti da cui proviene questa nuova forma di “smog”? Inquinamento Elettromagnetico – L’inquinamento elettromagnetico, o elettrosmog, è l’alterazione del campo elettromagnetico naturale in una determinata porzione del territorio. Sulla Terra è da sempre presente un fondo elettromagnetico naturale, le cui sorgenti sono la Terra stessa, l’atmosfera ed il sole. A questo si sommano i campi elettromagnetici prodotti da alcune tecnologie utilizzate dall’uomo. Ogni passaggio di energia, infatti, determina nello spazio circostante un campo elettromagnetico: ciò vale per l’elettricità che corre negli elettrodotti o che fa funzionare gli elettrodomestici, come per la trasmissione di segnali radiotelevisivi. Sorgenti diverse che si differenziano per la frequenza (numero di vibrazioni compiute in un secondo, misurata in Hertz) con cui le radiazioni si propagano. Si utilizza il termine di elettrosmog nel caso delle radiazioni con frequenza compresa tra 0 Hz e 300 G Hz, dette “non ionizzanti ”. Si distingue tra bassa frequenza (da 0 Hz a 100 KHz: elettrodotti, elettrodomestici,…) e alta frequenza (da 100 KHz a 300 GHz: antenne radiotelevisive, stazioni radio base per la telefonia cellulare, telefoni cellulari, impianti radar, microonde). L’entità dei rischi legati all’esposizione ad un campo elettromagnetico dipende dall’intensità del campo (induzione magnetica, misurata in Tesla) e dalla distanza dalla sorgente. Nel luglio 2001 lo Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha inserito i campi elettromagnetici nella classe 2B dei “possibili cancerogeni”, affermando che sussiste una “consistente associazione statistica ” tra l’esposizione a campi elettromagnetici al di sopra di 0,4 microtesla ed un aumento del rischio di leucemie infantili. Riguardo ai telefoni cellulari, non esistono ancora risultati certi sui rischi (cancro, danni alla memoria, al sistema ormonale) legati al loro utilizzo. Inquinamento Elettromagnetico: cosa è? – L’inquinamento elettromagnetico, definito elettrosmog, non è altro che l’inquinamento determinato dalle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti ossia rientranti nell’intervallo di frequenze che va da 0 Hz alle frequenze della radiazione visibile (ad esempio il laser). Si tratta di una tipologia di inquinamento che potrebbe avere degli effetti dannosi sulla salute umana, oltre che creare un impatto ambientale non indifferente, dovuto alla presenza di antenne di grandissime dimensioni ormai praticamente ovunque. Il problema maggiore dell’inquinamento elettromagnetico è che rimane “nascosto” e non lo si può vedere come avviene invece nel caso dello smog. Per questo motivo desta preoccupazioni: ci sono milioni di onde che attraversano il nostro cervello ogni giorno e questo lascia un po’ di perplessità: siamo davvero sicuri che queste non abbiano alcun tipo di effetto sulla salute umana? La questione è purtroppo ancora oggi controversa: le evidenze scientifiche non esistono ma non esiste nemmeno una prova certa ed inconfutabile che queste onde non siano pericolose per il nostro cervello.Le fonti dell’inquinamento elettromagnetico – Purtroppo, come abbiamo appena accennato, al giorno d’oggi noi siamo praticamente circondati e attraversati in continuazione da onde elettromagnetiche, comprese quelle non ionizzanti. Ma da dove proviene di preciso questa forma di inquinamento e come possiamo evitare che abbia impatti (nocivi o no) sul nostro organismo? Le fonti di inquinamento elettromagnetico sono ormai moltissime e diventa praticamente impossibile non rimanerne coinvolti, anche involontariamente. In particolare, le radiazioni di questo tipo sono prodotte da: Radar; Forni a microonde; emittenti radiofoniche; emittenti televisive; telefoni cellulari; sistemi wireless; elettrodotti. Come si può capire leggendo l’elenco delle fonti di inquinamento elettromagnetico, al giorno d’oggi è praticamente impossibile riuscire ad evitare questo tipo di smog. Si possono tuttavia mettere in atto alcune accortezze per evitare gli eventuali effetti negativi di queste onde. Inquinamento Elettromagnetico da cellulare: come ridurlo – L’inquinamento elettromagnetico a cui siamo più esposti al giorno d’oggi è quello prodotto dai telefoni cellulari. Visto che non ci sono evidenze scientifiche che smentiscano i rischi per la salute legati all’elettrosmog, conviene tutelarsi come si può, mettendo in atto alcune accortezze per ridurre al minimo l’impatto che il telefono potrebbe avere sulla nostra salute. Ecco alcuni consigli per un uso consapevole e meno pericoloso del cellulare: Spegnerlo sempre quando si va a letto; Evitare chiamate troppo lunghe o indossare l’auricolare; Evitare di tenere l’apparecchio a contatto con il corpo per molto tempo (es. in tasca); Spegnere l’apparecchio ogni volta che non serve.