assenza essenza

Inizia quasi sempre così: c’era una volta in un luogo perso in un tempo antico, un principe (sicuramente) indiano che aveva un musico di corte. Un giorno il musico suonava l’estaj strumento ad arco tradizionale indiano. Il musico suonava in modo così profondo ed intenso, che al termine il principe applaudi a lungo e disse: se te suoni così bene, chissà il tuo maestro come suonerà? Fallo venire a corte che vorrei conoscerlo ed ascoltarlo! – mio principe, rispose il musico, non è possibile. Disse il principe: lo pagherò quanto tutto il suo peso! E il musico: non è un problema di denaro, non verrà mai alla tua corte perché non è interessato, è una persona solitaria e non potrai ascoltarlo se non di nascosto in certe ore della giornata. Qualche giorno dopo il principe ed il musico andarono nel luogo appartato dove il maestro del musico viveva e si appostarono di nascosto senza farsi vedere. Ad un certo punto verso fine giornata, il maestro iniziò a suonare. Era una musica sublime celestiale che fin dalle prime note trasportava in uno stato estatico. Al termine il principe in lacrime, disse al musico: è stata una esperienza che non ho mai provato in tutta la vita, veramente sublime, non ho mai sentito in tanti anni di concerti una musica così, ma come è possibile? Il musico rispose: vedi io suono per te che sei il mio principe per avere del denaro per vivere, ho dei fini materiali, mentre lui suona solo per il divino senza nessuna aspettativa mortale. Il valore del servizio cioè del perché del fine è fondamentale. L’assenza totale di desiderio è una via diretta, il desiderio un muro di pietra dura. L’assenza di desiderio è un richiamo di purezza. Quando è chiaro il perché il come viene di conseguenza. Ogni giorno si acquista qualcosa e si perde nello stesso momento qualcos’altro, siamo soggetti alla legge del dare ed avere, legge di equilibrio imparziale inflessibile. Causa ed effetto. Chi qui dimora acquista ciò che perde dice un antico detto. Perdere ed avere non sono mai separabili. Nel desiderare il sovraccarico della mente che non sta al suo posto appesantisce ed invade l’effetto azione – reazione. L’azione creativa non deve mai generare richiesta materiale pena la perdita di bellezza superiore. Per questo si finisce per creare in contesti separati fuori da idee ed aspettative per uscire dal possesso mentale. Si trovano escamotage per glissare la mente viziata, maleducata, malata. Dobbiamo far si che il nostro viaggio terreno sia un paradiso e mantenerlo tale. per questo il respiro è un arma da affilare per combattere la mente e trovare spazi di libertà. Dare senza chiedere senza mai pretesa di ricevere. Il karma yoga è il dare del cuore, nel dare compassionevole c’è già tutto dentro. È sufficiente un piccolo granello di aspettativa per rendere greve il cammino, impuro il cuore. Per questo donare al divino prendendo rifugio è la forma più alta di donazione. Donare la propria creazione al supremo è la relazione superiore, lui sa l’uso che ne va fatto, mentre il creatore spesso non lo vede essendo canale di scorrimento. Concedersi al mistero supremo che sa cosa e dove portarci. Siamo spesso ciechi nell’oscurità più profonda, nell’illusione che ci seduce. Dobbiamo preoccuparci quando abbiamo bisogno di seduzioni e non sappiamo più riconoscere la verità del cuore che passa in secondo piano. È tutta esperienza anche quando non abbiamo intuizione e discernimento: la possibilità di riconoscere il vero dall’illusione. Si può imparare si può continuare a sbagliare e si può sbagliare dopo aver fatto la cosa giusta. Tutte le strade del labirinto sono possibili errando se l’intuizione non è funzionante. Intanto il tempo passa e va, la kundalini non sale. Non si attivano i chakra della corona e rimanete nel buio profondo. L’essenza divina è presente in ogni essere ama e predilige ciò che è più scarno, privo di ricchezze illusorie terrene mortali. “La speranza non è ciò che ti aspetti.Ma è abbandonarti ad una sorpresa.Ad una magia che forse sconvolgerà i tuoi piani.Che darà un risultato diverso rispetto ai calcoli che ti eri fatto.Ma chi ti ha detto che i tuoi calcoli erano quelli giusti?C’è un matematico molto più in gamba di te e si chiama Universo!Lascia fare a lui”.(Pedro Martinez)Nel non avere niente più, oltre il superfluo, nel non accumulare è l’Essenza. Tenere solo ciò che serve per vivere. L’energia dell’Essenza vive dove trova spazio. Se il cuore è troppo pieno, infettato di sentimenti negativi, non ha spazio per accogliere la purezza suprema. Dentro questo spazio si trova il perché, il modo per muovere i passi nella strada. Possiamo iniziare il cammino, ma attenzione alla seduzione dell’illusione, fumo senza arrosto. Lasciandovi coccolare, ammaliare dalla seduzione, il tempo passa, la vita scorre accanto e non ve ne accorgete. Medita gioisci rendi la tua vita un Paradiso.