visione del kaos

“L’orgia della mente abbia inizio”, disse una voce dal Cielo. È apparve dal nulla il mostro delle paure a tre testa che terrorizzava le persone a morte fin nelle zone più oscure dell’essere. Le città furono svuotate, il terrore regnava sui volti e nei cuori delle persone congelati. Gli esseri umani ridotti a larve e zombie si trascinavano in code lunghe in mezzo a sudore e mosche per avere qualche frammento di cibo. La razza umana ridotta a bestiame da allevamento e macello in città allevamenti, viveva in spazi segregati e mangiava cibo sintetico, plastificato, infetto, avvelenato.  Si diceva che i cuori erano ormai chiusi sprangati come sotto una favola incantata da una strega perfida e malvagia. L’equazione del potere: 1.crea il problema, 2.risolvi il problema, 3.dimostra il potere di regnare, faceva riprodurre il potere nel tempo dandogli forze sempre nuove. Un gioco giogo capestro di cui non si vedeva la fine. Un occhio scrutava e visionava e supervisionava tutto ciò che era accaduto accadeva e stava per accadere. Un occhio imperscrutabile nel centro della mente divina re dei tre tempi. Come sempre le persone ridotte in schiavitù mentale, chiedevano a gran voce di essere incatenate e schiave desiderose di schiavitù. Al grido: vogliamo le catene, felici di soffrire fluiva inutilmente la “vita”.  La schiavitù era l’alimento preferito.  Il terrore della morte come male dei mali aveva scatenato una vita di tormenti e costrizioni. Questa era la danza cosmica danzata sulla Terra, la devastazione shivaita nell’autodistruzione. La falsità aveva il controllo spacciata come verità unica assoluta e indiscutibile. Falsità e verità si erano scambiate i ruoli. Sul mondo emerso l’oscurità era comparsa e dava corso alla sua perversione sulla faccia della terra. L’oscurità rimasta a lungo costretta, compressa e immersa, si poteva finalmente manifestare nei suoi violenti e perversi e demoniaci e diabolici effetti prendendosi le sue rivincite. Era il momento di scegliere: stare con ciò che è immortale e terreno e finito,  o ciò che è immortale. Non era facile perché le menti oscurate e non illuminate non sanno mai scegliere in Verità. Le menti oscurate non si fidano. Le menti oscurate sbagliano. Le menti oscurate vedono la menzogna travestita da verità e ci credono. Le menti oscurate non hanno speranza e non possono scegliere essendo immerse nell’inferno che hanno loro stesse contribuito a creare con la loro bieca e meschina osservanza, devota e sottomessa.  Chi nasce per un compito e chi per un ruolo e chi per un altro. Vedere la luce nel kaos era equivalente di cuore aperto è un difficile eroico contegno in quei tempi oscuri. Cercare di trovare e vedere la luce nel buio è il fine della vita, quindi in Verità una scelta non c’è. Una scelta è sbagliata e una è giusta e basta. La verità si era rifugiata in spazi limitati e protetti lontano dal kaos e dalla dilagante menzogna. La verità andava: cercata, sognata, desiderata, amata.  Addio a Dio. La visione del kaos è visione del sangue e dei suoi riti dove l’ossessione per la vita eterna e l’immortalità perseguitano le menti perverse antropofaghe. Sevizie sessuali come riti, nutrirsi di carne umana giovane per coglierne l’essenza vitale e bere il sangue come sacro Graal di lunga vita. In mezzo a rituali di perversione e demoniache invocazioni ecco il demonio impersonificato, che torna con il suo ghigno a possedere l’umanità accondiscendente che lo ha evocato. L’inferno dalle viscere profonde era uscito sulla terra ed i demoni avevano preso il potere. L’inferno dalle profondità oscure era emerso e regnava secondo il volere della danza cosmica. Ogni epoca ha le sue guerre le sue sconfitte, le sue vittorie, i suoi sacrifici, le sue conquiste, i suo misfatti. Ogni epoca ha bisogno di infangarsi per poi tornare a purificarsi. La guerra stessa è un grande rituale di purificazione nel sangue. Solo e soltanto e sempre così dopo una lunga espiazione dopo che i demoni saranno sazi di sangue e si saranno placati potranno esser rispediti e rientrare nelle viscere degli inferi. Ci sarà allora spazio per il nuovo giorno che nasce. La nuova alba, la nuova era sarà accolta dai canti degli usignoli e dai profumi della nuova primavera che rifiorisce. Laddove tutto rinasce sempre dalle ceneri. Om Men Uomo Amen.