SPEGNETE LA TV DELLA DISINFORMAZIONE!!!

RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA TESTA – Secondo Karl Popper, non si può distinguere nettamente tra educazione ed informazione, ogni informazione infatti è già scelta di significati e pertanto responsabilità educativa, di cui gli operatori devono essere consapevoli; nella difesa di una pretesa imparzialità dell’informazione non ci si può appellare del resto a valori pretestuosamente liberali, il liberalismo dà anzi grande importanza proprio all’educazione – illustrata dalla psicologia della crescita come esperienza di adattamento – oltre che alla responsabilità, al controllo del potere e al rispetto della libertà del vicino. La scelta di mostrare troppe scene di violenza può avere effetti deleteri e giungere alla distruzione del tessuto civile, a questo proposito Popper ricorda anche la sua esperienza di educatore di bambini vittime di violenze familiari. Ritornando sul problema dell’ideale liberale a proposito del binomio informazione/educazione, lo si definisce secondo i criteri della limitazione dei poteri e del controllo della libertà da parte della legge, alla cui formulazione tutti possono contribuire. Sul modello degli Ordini dei medici, si propone quindi la fondazione di un ‘Istituto per la televisione’ che promuova corsi di formazione, conferisca licenze, vincoli alla responsabilità professionale anche attraverso interventi disciplinari. Ogni libertà deve essere infatti limitata, tale principio non è affatto in contrasto con il liberalismo, al contrario ne è parte integrante e il criterio della limitazione della libertà di informazione deve valere anche per il teleschermo, affinché questo non diventi in realtà palestra di violenza. Una televisione non regolamentata può correre il rischio di diventare una sorta di ‘Grande Fratello’ orwelliano, molto più che non una struttura autoregolamentata. Certamente anche il consumatore che ama scene di violenza risulterebbe poi forzatamente limitato, ma una tale privazione di piacere sarebbe motivata dall’esigenza di evitare pericoli ormai riconosciuti come reali perfino dalla casistica criminale. Il caso della televisione è poi assai più urgente che non quello del cinema, anche in considerazione del gran numero di ore che in particolare i più piccoli trascorrono davanti al teleschermo. Nessuno avrebbe immaginato alcuni decenni fa che la televisione sarebbe diventata un fattore preponderante di educazione alla violenza dei bambini, in un crescendo di crudeltà e di orrore, perciò Popper esorta ad intervenire al più presto e suggerisce come correttivo il metodo dell’autocensura. • LA TV E’ IL CANALE PRINCIPALE – Nessun canale si presta meglio per manipolare le grandi masse come quello televisivo, specialmente per periodi di tempo prolungati. Radio, giornali o la rete, sono impatto secondario sulla psiche delle masse e sulla formazione di mode, culture, opinioni e consensi. • LA TELEVISIONE CIRCOSCRIVE LE SCELTE – Il cervello umano è in grado di scegliere solo fra ciò che conosce, quindi il controllo su larga scala all’accesso delle informazioni critiche di cui si ha bisogno per valutare una situazione significa il controllo dei processi mentali stessi. L’immenso potere della televisione, alla lunga, è quello di determinare dei “modi di pensare” di base, lasciando la scelta del singolo su “cosa pensare”. Fra tutto l’arcobaleno delle cose vere, il leader può decidere quali informazioni e modelli presentare alla massa e soprattutto quali non presentare. Questo significa che circoscrive ciò che la massa conosce, decide cioè il cesto in cui ognuno sceglierà ciò che più gli piace. E lo presenta associato a immagini attraenti, piacevoli, desiderabili, elencandone minuziosamente tutti i lati positivi. Il pensiero della massa si sviluppa autonomamente fra ciò che gli viene presentato, mentre una parte consistente della realtà viene omessa dalla coscienza collettiva. I sogni, le aspettative, i desideri, i modelli da imitare e in cui identificarsi, per cui vivere e soffrire, vengono scelti fra ciò senza sforzi conosciamo sempre meglio. • L’IMMAGINE DELL’INDIVIDUO VINCENTE – Promuovere tutti gli aspetti positivi dell’immagine individualista e forte, furba e determinata e magari anche un po’aggressiva e bugiarda. Si omettono dalla consapevolezza comune del paese tutti gli altri aspetti della vita non favorevoli economicamente o politicamente al regime che possono essere l’altruismo, la delicatezza, la sensibilità, la serenità, la riflessione, l’arte, la profondità, la sincerità, la cultura, ecc… • STIMOLARE INVIDIA E INADEGUATEZZA – Inoltre, si stimolano invidie e sensazioni di inadeguatezza verso chi non si conforma al modello che tutti devono conoscere (estetico, politico, stile di vita, economico). Il Giusto e lo Sbagliato non deve più nascere da una indagine intellettiva, libera da coinvolgimenti di parte, ma invece dalle risate contagiose dell’arena in cui si grida, ridicolizzando l’avversario con una furba e cattiva battuta d’effetto.