il sapore del sangue

Che terrorismo è questo che uccide la gente nelle città del mondo? Chi lo pilota? Una volta esistevano il movimento anarchico, i santi anarchici bombaroli che avevano un ideale: uccidere i potenti dell’epoca: i re, attentare ai potenti. Come fosse il monito dei poveri dei deboli che attraverso quella mano, agivano contro il potere sfidandolo si, ma riferendosi anche alla fragilità umana alla sua vulnerabilità. Si creava un evento storico dove potere regale e povertà trovavano uno spazio ed un tempo simbolico di sangue sacrificale una forma di dialogo. Non per esaltare la cultura filosofia anarchica romanticheggiando, ma aveva un ideale chiaro: decapitare il potere scuotendolo, dare un segno contro chi decide le guerre. Era rivolto a chi mandava milioni di persone a morire sul fronte, per arricchire le tasche di coloro che dalla guerra traevano ricchezza. C’era chi viveva nell’opulenza dei palazzi dorati e dal sangue del popolo traeva lucro. Meglio in guerra che avere contro una rivoluzione, meglio decapitare il popolo che inizia ad agitarsi prima che si ribelli contro il potere, con una bella guerra nel momento giusto. Cosa c’è di meglio che infiocchettare qua e la con una guerra la storia umana? L’abilità sta dove piazzarla, quando e come, il perché poi sempre lo stesso. Questo oggi non è più possibile in certe parti del mondo occidentale in altre si. Al tempo dei romani l’arena era il luogo dove i gladiatori andavano a dimostrare forza nel combattimento, talvolta qualcuno si feriva o moriva. Poi è stato il momento dei cristiani da sbranare con belve fameliche. E ancora: lo sterminio dei nativi americani, del nazismo, di Stalin, … tante forme di sterminio olocausto, terrore guerra che attraversano la storia umana. Oggi il circo non è più un’ arena ma un circo mediatico, non è più rivolto a qualche centinaio migliaio di persone sugli spalti ma a milioni, quasi tutta l’umanità, tutta quella che si pilota e a cui si cerca di comandare la mente attraverso i media, in primis la televisione. Nell’arena romana il popolo poteva interagire con quello che succedeva forse influenzare l’evento, con la televisione non è possibile sei spettatore passivo o quasi, potrai pregare parlare urlare .., però sei più protetto o almeno lo credi, tutto rimane nella tua casa nella tua stanza. Devi stare solo attento che se vai al supermercato o in città non sia una data particolare che può esserci un attentato e rimanerci secco anche te. Sei nella tua stanzetta nella tua casetta in mezzo alla tua città abbioccato dal cibo dalle profumazioni chimiche che ti portano il cancro, dal fluoro che ti ottenebra la mente, incapace di qualunque ribellione abbioccato farcito sprofondato nel divano, tra un cli di un telecomando di un mouse e un dito che scorre sullo schermo del cellulare. Occhi dita mente. Dita che premono schermi da cui arrivano immagini parole che lavorano su immaginazione, togliendoti ogni possibilità di fantasia, succhiandoti attraverso gli occhi energie sostanza. Schermi giganteschi a parete in ogni stanza della casa forse tranne che in bagno. Oggi nell’arena diventata ogni luogo del mondo non ci sono più gladiatori, o cristiani ma tutta l’umanità sociale soggetta a morire in un sacrificio di cui non ne è del tutto partecipe e consapevole. Come se qualcuno ci accusasse del nostro benessere raggiunto del nostro vivere e ce ne facesse una colpa, un prezzo da pagare che può ritenere ingiusto, un retrogusto inatteso. Come dire che agendo così, uccidendo persone insanguinando le strade delle città, vuol richiamare l’attenzione su un altro modo di vivere. Quale sarebbe il mondo arabo? Il mondo arabo ha una sua cultura del passato e non ha dato mai prova che volesse annientarla.

La cultura diversa sarebbe quella che distrugge il passato la storia i suoi monumenti? Che terrorismo è quello che vuole decapitare storia e cultura? Non ha senso. Che terrorismo è questo che uccide la gente nelle città del mondo? Da che parte sta un terrorismo che non uccide più i potenti, che vuole distruggere i resti di civiltà del passato chi ne muove le fila? È stato detto che è il potere stesso cioè chi pilota il mondo che lo usa per alimentare la cultura del nemico, quel nemico demoniaco che è da allontanare annientare, ma non del tutto perché fa comodo che ci sia sempre per dividere il mondo. Certo calza bene con la favola a cui siamo addestrati di ogni film buoni e cattivi: i buoni vincono sempre i cattivi perdono sempre, così la vita nei giorni del mondo va avanti felice. La favola del mondo che divide buoni e cattivi si riproduce ogni giorno in centinaia di film dall’alto degli schermi dei media e della tv. Ma se realtà e finzione perdono in qualche modo i confini c’è da chiedersi che mondo stiamo vivendo. Dov’è la realtà se il limite fra reale ed irreale si è volutamente confuso attraverso immagini su uno schermo, ritenute vere da milioni di persone? Cosa stiamo vivendo che mondo è? La realtà non esiste è una nostra interpretazione di qualcosa che vediamo o crediamo di vedere. Matrix piani di realtà ed irrealtà intrecciati tra loro. Allora cos’è questo presunto terrorismo che si agita in questo circo mediatico? Sembra più un ingrediente più forte di altri ma a cui ci siamo abituati che non ci sciocca nemmeno più di tanto in mezzo agli orrori dei telegiornali che ascoltiamo comodamente consumando il nostro cibo comprato al supermercato sul divano di casa. Tutto è diventato come una grande provincia dal clic del nostro mouse si accede al mondo dopo pochi istanti, vivendo una realtà virtuale, una irrealtà senza virtù, cercando di prendere gli aspetti positivi, ma dimenticando che non esiste nulla che sia totalmente positivo e nulla che sia totalmente negativo. Una realtà c’è: ogni materia viva ha in se entrambe le componenti.
Che terrorismo è questo che uccide la gente nelle città del mondo? Da che parte sta se non da quella di certi potenti che comandano il mondo di cui fa il gioco? In sostanza ridà di loro una identità ai nostri occhi, dicendoci che chi ci comanda è indifeso ed impotente alla sorpresa, ma tenta di proteggerci. Lasciando da parte ed in secondo piano se chi ci comanda non è all’altezza del suo compito, creando un mondo finto virtuale, con un debito chiamato pubblico, un inquinamento planetario, in nome di quel benessere che del tutto non lo è. È vero siamo addestrati egoisti: non ci importa niente delle generazioni a venire che cosa troveranno ci basta solo di star bene noi ora qui. Virtuali senza virtù con i nostri tre clic: mouse telecomando cellulare. Zombie pilotabili impotenti abbioccati si sa, ma ora basta ci vuole qualche shock come il sangue delle stragi dei nostri simili vere o false che siano, questo è il momento delle notizie. Clic.