Partorire se stessi. Siamo fatti per essere liberi.

Diventare adulti vuol dire sbocciare per volare con le ali della liberta`. Non ci sono tante scelte tante opportunità, troppe tante verità così come non c` è tanto tempo o un tempo infinito a vostra disposizione. Eppure vedo gente intorno a me amici, conoscenti, allievi dei corsi di yoga e meditazione, che non ce la fanno che si arrendono troppo presto smettendo di cercare, smettendo di andare verso la vita, verso la conoscenza, verso la verità, verso la strada che da il senso alla vita. Vorrei gridargli: non arrendetevi! Tutto ha il suo tempo. Non vorrei forzare nessuno solo servire, servire da stimolo darvi una piccola santa benedetta spintarella per fare il tuffo nel vuoto, una nuova opportunità. Si sa che la vita apprezza sempre gli sforzi e li premia ogni volta con grandissima generosità o non lo avete ancora notato? Si potrebbe anche parlare di necessità di uno sforzo o meglio: dare costanza e stabilità all`impegno. L`insistenza nello scavare in se è una grandissima arma, la via della sapienza, la via iniziatica suprema. Vorrei portarvi delle metafore, dei simboli che dir si voglia, per dare un senso, approfondire. Pensiamo allo sforzo che deve fare un pulcino di qualche uovo che esce dal guscio che cosa lo spinge ad uscire, che cosa lo invita a rompere quel mondo chiuso e protettivo, non conoscendo altro potrebbe vivere morire li dentro. Eppure oltre quel guscio spezzato con tanto sforzo, quell`involucro rotto, quei frantumi, troverà una vita che lo aspetta da vivere completamente. Non è lo stesso nella ricerca umana questo guscio da rompere oltre le chiusure e le ottusità della mente, che dice: ma chi te lo fa fare, accontentati di quello che hai trovato, chi te lo fa fare di andare oltre rimani qui lo sforzo lo fari domani o un altro giorno ora riposati. Ma davvero esiste il tempo del domani o non è soltanto l`ennesimo trucco dell`ego, un altra balla che la mente pigra, condizionata e viziata vi da? Il tempo del domani non esiste mai, ma solo quello del qui ed ora. Questa mancanza di spinta questa mancanza di ascolto interiore, questa impossibilità di rispetto di se è anche una forma di pigrizia lesionista, di violenza verso se stessi. L`uccellino abituato alla gabbietta che si accontenta di vedere fuori e guardare gli altri uccelli che volano liberi, si accontenta dell`acqua del becchime della foglia di insalata che la grande mano gentile gli pone che gli scrosta le cacche dal fondo della gabbietta, che lo accarezza. Ormai senza porre nessuno sforzo ed andare oltre lo hanno abituato, educato, addestrato da generazioni a stare rinchiuso a cantare si ma dentro un piccolo limitato spazio mentale che sembra difenderlo dalle ingiustizie e cattiverie, proteggendolo dai pericoli dell`emigrazione, dai rischi del terrorismo, da tutti quelli che vogliono rubargli la gabbietta. E` un essere sociale non salta sugli alberi per centinaia di metri, ma nell`altalena a pochi centimetri ha anche una piccola televisione che gli mostra quanto è grande e cattivo il mondo esterno… Canta per il Dio che lo protegge a cui paga le tasse e lo tiene schiavo tutto li. Il suo non è più un canto di libertà un inno alla vita, ma di ringraziamento per i suoi limiti avvelenati. Quante paure quanta solitudine lo bloccano! Perché dovrebbe andare oltre a cercare cosa? Quale istinto lo invita ad uscire il giorno che la gabbietta come per provocarlo rimane inavvertitamente aperta? Chi quale mano rompe la molla delle sue sbarre o per quale motivo arriva il tempo di volare oltre muri, barriere, confini? In alto ed oltre in alto verso la luce del sole. Perché` c’è il tempo per ogni cosa. Quando la mela è matura un istinto antico la fa cadere. La foglia che fatto il suo ciclo stagionale si stacca dall`albero da spazio ad altre stagioni a nuove foglie.. Viviamo dimenticandolo inseriti in cicli che ci conducono e di cui siamo parte inscindibile. Siamo parte anche noi di questo ingranaggio chi è un pezzo chi un altro. Solo non bisogna trascurare questa spinta perché è questa e non quella voce interiore che ci spinge a cambiamento e trasformazione. Non negate la spinta vitale! Quella stessa voce che dice che fai parte del divenire e dell`essere. La danza di Shiva Nataraja è la spinta al cambiamento che vive in noi, non possiamo non accogliere la sua continua perpetua trasformazione ciclica. Questo è il moto perpetuo di questo mondo di nascite rinascite questa ruota karmica di cui siamo parte del e nel meccanismo. Non possiamo non ascoltare questa dinamica questo flusso questo scorrere del fiume della vita, questa pulsazione nella quale siamo immersi, siamo una sua parte. Imparate ad ascoltare le voci dei Maestri interiori ed esteriori, rispecchiandovi in essi come in pozze di acqua fresca e limpida. I Maestri riflettono il nostro mondo interiore che portano allo scoperto mostrandocelo e portandoci al momento sublime della scelta. Essere e non sembrare( non essere). La vera esclusiva bellezza proviene dall`interno non è frutto di un atteggiamento, di una maschera, di un finto trucco esteriore. Siamo figli della stagione che verrà, la nuova primavera che ci aspetta spurgando la mente dal vecchio passato. Un passato che impedisce di spiccare il volo di tuffarsi, di rompere il guscio, di volare oltre le sbarre mentali, le catene sociali, i condizionamenti educativi, la società degli schiavi. Partorire se stessi è il tuffo nel mare dell`oceano interiore che la meditazione con il suo enorme potere ci invita a fare. Volare oltre le gabbie e le sbarre mentali che lo yoga riattivando le energie dei chakra e della kundalini fa scoprire. Il presente disinteressato da vivere tutto appieno in ogni respiro pulsazione del cuore senza niente e nessuno che possa impedirvi di viaggiare liberi. Non sottovalutate la vostra potente essenza divina buddhica. Uscite dal guscio mentale partorite il nuovo giorno: siamo fatti per essere liberi!