nulla per caso le coincidenze cambiano la vita

Un evento sincronistico, riflettendo uno stato d’animo interiore, spesso riesca a indicarci la direzione per noi più giusta. Imparando a considerare la nostra vita un racconto dotato di coerenza interna, dove niente succede senza ragione, potremo imparare a sfruttare le coincidenze per comprendere meglio noi stessi e per dare alla nostra esistenza maggiore pienezza. Nulla Succede per Caso… le coincidenze cambiano la nostra vita. Solitamente la sincronicità viene esaminata in letteratura o in senso psicologico oppure in senso scientifico, a seconda che si voglia approfondire l’argomento dalla prospettiva junghiana o dalla visione della fisica quantistica. Storie d’amore, di vocazioni, di crescita professionale, di sviluppo interiore, tanti universi si dipanano. Un evento sincronistico può essere definito come una coincidenza dotata di un significato soggettivo per la persona coinvolta. Trattandosi di elementi soggettivi, ciò che un individuo ritiene significativo potrà apparire privo di importanza agli occhi di un altro. Se la nostra esistenza fosse in realtà un’opera narrativa che, nei momenti sincronistici, si pone alla nostra attenzione in modo da avere un impatto significativo sulla nostra esistenza? E se ciò fosse vero, cosa potrebbe indurre il personaggio di una storia a capire di partecipare ad una rappresentazione più grande, che aggrega e incorpora le storie di tutti gli essere umani? Solo un elemento esterno alla storia riuscirebbe a richiamare l’attenzione del personaggio sul carattere della storia che sta vivendo. Non solo, ma quell’elemento dovrebbe comunque avere un senso ed una rilevanza per il soggetto a cui si riferisce e non per altri. In questo contesto, gli eventi sincronistici si presentano come acausali, in quanto non sono legati da un rapporto di causa ed effetto; emotivi, nel senso che suscitano una profonda esperienza emozionale nel soggetto; simbolici, nel senso che si manifestano attraverso metafore e archetipi; decisivi, in quanto si verificano in concomitanza di cambiamenti di vita importanti. Questa struttura intrinseca degli eventi sincronistici ci porta a pensare che le nostre vite sono organizzate come una storia, in quanto possiedono una loro logica, una coerenza interna, una ragion d’essere. E la nostra capacità di interpretare correttamente le coincidenze può risultare decisiva a determinare quel mutamento, quella transizione da uno stato ad un altro, proprio come accade per i personaggi di un romanzo, che si avvicendano tra alti e bassi nei capitoli della loro vita. Ogni incontro casuale, ogni evento accidentale va inteso in senso simbolico, attribuendo ad esso un significato che potrebbe mutare il corso della nostra esistenza in una direzione che non avremmo mai sospettato. Esplorando il significato di quanto ci succede, noi attiviamo la nostra capacità di creare una totalità a partire dai singoli eventi che ci capitano e, se ci convinciamo di questa visione unitaria del nostro destino, allora si potrà dire che nulla succede per caso. Sembra quasi di avere a che fare con un karma universale, che richiede la collaborazione di ogni essere umano, in ogni luogo ed in ogni tempo, per esplicarsi nella sua compiutezza. Ciascuno di noi, attraverso lo sviluppo delle nostre vite, diventa una parte indispensabile per realizzare l’evoluzione universale, quel progressivo cammino di crescita che, evidentemente, interessa anche l’infinito. Se volete che una coincidenza significativa cambi la storia della vostra vita, vagabondate a caso per il mondo e siate pronti ad accogliere qualsiasi cosa la vita vi offra. L’imprevista svolta degli eventi potrebbe costituire il colpo di scena in una storia nella quale non ci eravamo ancora accorti di essere dei personaggi. Quasi fossimo personaggi di un intreccio, incontriamo spesso la persona o le persone che dobbiamo incontrare. In momenti di crisi o di grande apertura entra in scena per caso un personaggio che diventa per noi una delle figure principali nella storia della nostra esistenza: un coniuge, il nostro migliore amico, l’amore della nostra vita. In altri momenti, quando siamo soddisfatti di noi e della nostra esistenza, si manifestano dei legami che, quasi si trattasse di una forza della natura, sembravano destinati a emergere. In altri momenti ancora, quando per paura o per egoismo ci estraniamo dal mondo, gli eventi sincronistici attivano rapporti che ci circondano con insistenza, ossessivamente, l’impossibilità di ignorare del tutto i nostri legami con gli altri. Quando si verificano eventi simili percepiamo più profondamente la storia che stiamo vivendo, la storia che dice: tu non sei solo. Quando noi decidiamo di modellare la nostra vita sulla base di quello che sappiamo di noi, decidendo l’intreccio come se fossimo uno scrittore, ci dimentichiamo che, di noi, sappiamo solo una parte della storia: ci sfugge tutto quello che è inconsapevole. Ed è l’inconscio che modella la nostra storia. L’atteggiamento in grado di creare un evento “sincronistico”, e un lieto fine per la storia della nostra carriera, è quello che tiene in equilibrio gli aspetti materiali e non materiali delle nostre motivazioni professionali, facendo delle nostre attività un modo conscio di affermare chi siamo e quali siano le cose che riteniamo importanti. Se la nostra vita è una storia, come tutte le storie, è composta di vari capitoli. A volte soltanto una simbolica sovrapposizione tra l’interno e l’esterno, in forma di coincidenza significativa, è in grado di fornire la scintilla psicologica necessaria a voltare pagina e iniziare un nuovo episodio della vicenda che dobbiamo vivere. Come ha scritto Milan Kundera, autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, facciamo bene a rimproverare coloro che sono ciechi alle coincidenze della vita, poiché quelle coincidenze uniche che chiamiamo sincronistiche ci rendono di volta in volta coscienti della bellezza, dell’ordine de del concatenarsi delle storie che stiamo vivendo. La vita di ognuno di noi si fonda sul raccontare: Uno torna a casa dal lavoro e la prima cosa che gli viene chiesta è: “come è andata oggi?”. In altre parole: “Ti prego, raccontami la storia della tua giornata”. Oppure eccovi adesso a pranzo con un’amica e, prima ancora che abbiate sollevato il tovagliolo, lei vi domanda: “Allora, che c’è di nuovo?”. In altre parole: “Raccontami una storia”. Se avete dei bambini, capita di rado che siate voi a chiedere loro di raccontare una storia. I bambini vivono in un mondo di storie che vi piaccia o meno ve le racconteranno, spesso con dovizia di particolari. L’amicizia come l’amore, è di per se’ una coincidenza: due persone si incontrano e le loro vite si intrecciano. Anche nei momenti più bui può verificarsi un evento sincronistico che ci aiuta a trasformare l’oscurità in un’esperienza di rinascita e di continuità, dandoci un’ulteriore occasione di ricordare e di dire chi siamo. A causa del loro carattere accidentale gli eventi sincronistici ci forniscono sulla nostra vita un’altra verità, una verità che molti di noi hanno l’abitudine di ignorare: il significato della nostra vita e l’intreccio delle nostre storie non includono semplicemente quello che sappiamo di noi ma giungono da una fonte molto più profonda, dalla nostra innata capacità di vivere l’integrità in forma di vita simbolica. Se adottiamo un atteggiamento simbolico nei confronti della nostra vita, esplorando il significato di ciò che ci succede, e quindi attiviamo la nostra capacità di creare una totalità a partire dagli eventi accidentali e diversi che ci capitano, ci accorgeremo che indipendentemente dall’intreccio, dall’ambientazione e dai personaggi, maggiori o minori che siano, nelle storie della nostra vita niente succede per caso.Gli eventi sincronistici richiamano la nostra attenzione sul fatto che le vite sono storie e hanno una certa struttura: un intreccio che non sempre siamo immediatamente in grado di percepire ma che, in momenti chiave della nostra esistenza, ci balza all’occhio in seguito a una sorta di convergenza di eventi esterni e condizioni interiori che noi, a mio avviso sbagliando, immaginiamo plausibile soltanto nei romanzi. E proprio come nei romanzi gli eventi sincronistici hanno un impatto denso di significati. Essi ci offrono una visione diversa di noi stessi, una prospettiva più ampia sulla nostra esistenza, oppure una comprensione più profonda degli altri e del mondo. L’aspetto meraviglioso di una relazione non consiste nelle caratteristiche fisse e immutabili di un compagno, ma nel mistero del tempismo: questa seconda verità si manifesta spesso negli eventi sincronistici che costellano la nostra esistenza affettiva, poiché accadono in particolari momenti della nostra vita nei quali riusciamo a vedere chi è una certa persona, e non soltanto ciò che potrebbe darci sotto il profilo emotivo e materiale. L’amore, in forma romantica o di amicizia, che lo accettiamo o meno, è una realtà onnipresente. Ritenere che trovare una persona con la giusta combinazione di attributi sia garanzia sufficiente di felicità in amore è un atteggiamento reificante nei confronti delle persone e dei rapporti; adottandolo, si dimentica la lezione degli eventi sincronistici nel campo dell’amore: se il tempo non è maturo, non esistono caratteristiche in grado di garantire una relazione soddisfacente. Le fiamme di un amore coinvolgente e passionale guizzano alte, ma sovente si consumano rapidamente; il luccichio meno intenso ma più profondo delle amicizie durature costituisce invece una parte più soddisfacente della nostra vita. In un certo senso l’amicizia, essendo priva di passioni erotiche, dà vita a un rapporto più misterioso, che da secoli psicologi, scrittori, poeti e filosofi tentano di definire e di descrivere. Se partiamo dal presupposto che niente succede per caso, nel senso che tutto quanto ci accade è potenzialmente significativo, molte delle storie d’amore sincronistiche sembrano indicare due verità distinte riguardo al ruolo delle nostre relazioni. Anzitutto, la persona che più di ogni altra può aiutarci a crescere non è sempre quella verso cui proviamo una iniziale attrazione. Ogni rapporto è una specie di sincronicità: un evento unico in cui un incontro esterno di individui assume rilevanza emotiva, simbolica e trasformativa. Molti degli eventi sicronistici mostrano che siamo collegati agli altri con legami molto più forti di quanto spesso non siamo in grado di riconoscere, e che ognuna delle coincidenze significative conferma il concetto junghiano di inconscio collettivo, secondo cui ogni essere umano condivide a livello psicologico e spirituale un legame con tutti gli altri esseri umani. L’amore è un desiderio primordiale degli esseri umani o, per usare un’espressione di Jung, una realtà archetipica. Poiché ricorriamo alle storie per dare un significato e struttura agli eventi, è nelle nostre storie d’amore e di amicizia che cogliamo una rilevanza unica. La sincronicità di coloro che amiamo, dunque, non risiede nel soltanto nelle incredibili circostanze in cui si sono formate le nostre storie d’amore, ma nel significato interiore che vediamo e viviamo in queste storie della nostra esistenza. Non c’è da stupirsi che nella vita lavorativa, laddove cerchiamo di trovare un senso entro i confini di questa nostra società postindustriale, abbondano più che mai le coincidenze significative. Il lavoro occupa un posto di primo piano nella nostra vita e, come sempre, le sincronicità si manifestano dovunque vi sia una più profonda consapevolezza della storia che viviamo giorno per giorno. Quando mi chiedono: “Come si deve fare perché si verifichi una sincronicità?” mi viene da rispondere, né mi sembra del tutto impertinente se lo facessi : “Intestardisciti su quello che vuoi e che non vuoi dalla vita, e vedrai che cosa ti succede”. Frasi fatte come “Ti succederà quando meno te lo aspetti” riflettono una verità: nel momento in cui siamo più concentrati, oppure più aperti, rispetto ai nostri limitati progetti, attiviamo nell’intreccio della nostra vita una fase di grandi potenzialità. Siamo noi che troviamo un lavoro o è il lavoro a trovare noi? “Come affrontare la sincronicità?”… “Aspettare l’inatteso”. A tutti prima o poi capita di vivere una coincidenza incredibile capace di modificare almeno in parte il corso dell’esistenza: sono quelli che Jung definiva “eventi sincronistici”, fenomeni in grado di cambiare l’immagine che abbiamo di noi stessi, il nostro modo di vedere il mondo, di aprirci nuove prospettive. L’universo è ciò che erroneamente consideriamo “puro caso”, individua il ruolo in campo affettivo e professionale, nella realtà e nel mondo dei sogni, negli aspetti quotidiani e in quelli spirituali dell’esistenza. Le coincidenze non avvengono a caso, ma per notarlo bisogna aumentare il livello di consapevolezza o comunque fare molta attenzione ed il lasso temporale è vasto, la superficialità non aiuta sicuramente. (da Robert Hopcke)