lo yoga dei tre ascolti

Insegnanti, a vari livelli, maestri a vari livelli, comunque conduttori di gruppi in genere, maggiormente nello yoga in quanto disciplina che abbraccia ogni vivere delle vie di conoscenza umana, oltre ogni personalizzazione accostata alla parola yoga in quanto unione delle unioni. Tutti nessuno escluso sottostanno all’ascolto, ma non un singolo ascolto semplice di per sé. L’ascolto nei gruppi di chi li conduce, siano anche di arti marziali, cinesi, giapponesi, sudamericane, russe, palestinesi, o altra parte del mondo. Gruppi d’arte, sia marziale che propriamente artistica, visiva, scenica, artigianale, nulla escluso a livello di relazione tra conduttore e gruppo. Tutta questa relazione tra insegnante e allievi passa sotto l’ascolto, laddove l’ascolto è un ascolto plurimo anzi: tridimensionale nello stesso momento e tempi. 1.L’ascolto di sé – se si decide di fare insieme o di seguire più semplicemente, sempre passa per l’ascolto della propria voce risultante e ancor prima della propria predisposizione emozionale, mentale, e per primo e non ultimo del respiro sua qualità, della centratura che ne deriva. La giusta velocità, ne troppo lento ne troppo veloce. Lezioni troppo veloci rischiano di restare superficiali e non scavare in profondità abbastanza per cambiare, modificando e migliorando chi le gestisce e chi le segue, lezioni troppo lente creare uno stato di apatia, torpore. Spesso se l’ascolto di sé prevale, diviene una esibizione egoica delle capacità raggiunte una vetrina che non segue gli allievi primo e ultimo fine e missione. L’ascolto di sé e di come la parola risultante ne esce è sostanziale ma non è tutto. 2. L’ascolto del singolo – il singolo allievo va seguito non si può lasciare li senza sapere bene che cosa fa. Spesso accade che si ha la propensione di seguire maggiormente uno su altri o alcuni, bisogna portare avanti l’attenzione in maniera più uniforme possibile, senza tralasciare nessuno, tutto il gruppo è allo stesso modo importante: magri, grassi, secchi, obesi, giovani, vecchi, belli e brutti, simpatici ed antipatici. Ogni persona è importante portando un messaggio di per sé, che bisogna saper accogliere ed essere aperti. Ogni persona rispecchia qualcosa che sempre e comunque ci riguarda, da recepire, in una parola: rispettare sempre. 3. L’ascolto del gruppo – la globalità del gruppo ha una summa delle energie di ascolto sia spettacolo, sia gruppo di consapevolezza, sia grande concerto, che pubblico in quanto tale, a partire da: otto, dieci persone che si pongono in ascolto in su. Ogni gruppo dal piccolo al grande, crea una sua energia dalla summa dei presenti, irripetibile e non più riproducibile in quanto tale. Un’ energia più potente del singolo. Energie da gestire emozionalmente, mentalmente, ma soprattutto intuitivamente. Luogo, persone partecipanti e tutti gli ingredienti mutano nel corso del tempo. il conduttore in questo caso dovrà coglierne il sentore, essere rispettoso ed attento e proporre la propria azione, di conseguenza, all’ascolto e non prima. L’ascolto del gruppo sarà quindi sempre fondamentale e dovrà essere in ogni fase, bilanciato con gli altri tre.

Chi conduce il gruppo quale sia, dovrà sempre farsi in tre, unire tre in uno. La maestria, cioè il passaggio tra semplice istruttore ed insegnante e conseguentemente maestro, sta nell’acquisire l’esperienza dell’abitare con calma e sensibilità, conoscenza profonda ed acquisita, questo spazio-tempo di gestione tridimensionale e del suo mutarsi e scorrere temporale. Primo e non ultimo il piano intuitivo di cui ho parlato in altro precedente articolo, in quanto apertura del terzo occhio, dei chakra della corona, laddove inizia il percorso-dialogo spirituale di connessione alla mente suprema. Quindi gruppi di ogni tipo, siano spettacoli, concerti, o piccoli gruppi di consapevolezza, marziali ed altro, tutto e tutti, nessuno escluso, prevede sempre una attenzione ed una apertura, che riguarda come sempre il nostro porsi, laddove il cuore che accoglie, sa ascoltare ogni umore, ove provenga, con umiltà ed amore. Nell’unire, nel suo ascolto, nell’unione è più difficile sbagliare.

lo yoga dei tre ascolti