La radiestesia

Col termine radiestesia (radius/aesthesis = raggio, sensazione) si intende la capacità psichica di percepire vari tipi di emissioni energetiche sottili; questa abilità permette di ricevere informazioni in ambiti che vanno oltre la sfera di percezione dei cinque sensi. Il fenomeno avviene grazie alla capacità del radiestesista di porsi in risonanza (cioè di sintonizzarsi) con la frequenza dell’oggetto della sua ricerca. La radiestesia è quindi e in un certo qual modo, un SESTO SENSO. Possiamo riassumere dicendo che quella radiestesica è l’arte di esprimere la risposta ad una domanda semplice e formulata chiaramente, con l’ausilio del biotensor o del pendolo (e senza l’intervento di proprie deduzioni o modi di pensare), risposta che si materializza in un movimento interpretabile dello strumento radiestesico. L’uomo costituisce una realtà vibratoria che evolve in un mondo di vibrazioni. La cellula umana è un vero e proprio circuito oscillatorio indipendente. Ogni singola cellula può emettere o ricevere onde in grado di accordarsi su una determinata frequenza, entrando di conseguenza in uno stato di risonanza. Come insieme ordinato e specializzato di cellule, possiamo quindi dire che l’uomo stesso è contemporaneamente un ricettore ed un emettitore di onde elettromagnetiche. Grazie ad un riflesso condizionato, il radiestesista è in grado di prendere coscienza degli stati di risonanza, direttamente, mediante le sensazioni percepite, oppure indirettamente, con l’ausilio di uno strumento. Il riflesso condizionato è quindi l’elemento fondamentale dell’atto radiestesico: esso deve essere educato e perfezionato nel tempo per ottenere reazioni rapide e sicure; in teoria la radiestesia è un’arte semplice che tutti dovrebbero essere in grado di praticare e tuttavia, come tutte le arti, anch’essa presuppone un dono, che va coltivato e sviluppato con l’esercizio.
GLI STRUMENTI: IL PENDOLO
Il pendolo è costituito da due elementi: il corpo ed il filo. Il corpo può essere costituito da diversi materiali (pietra, argento, oro, rame, ottone, legno, ecc.) ed ha la funzione di catalizzare e stabilizzare il moto del pendolo stesso. E’ possibile trovare tante forme diverse di pendolo sul mercato ma il fattore importante rimane la simmetricità rispetto al punto di sospensione (e non la punta perfetta, come spesso si tende a credere), affinché la massa del corpo risulti distribuita in modo uniforme intorno all’asse e non influenzi quindi il tipo di movimento che si genera. Il peso del corpo dovrebbe variare dai 10 ai 20 grammi al fine di coniugare facilità di partenza del moto e sufficiente stabilità per una corretta interpretazione. Il filo può essere di qualsiasi materiale, ad eccezione della plastica o del nylon e deve essere sufficientemente morbido per non ostacolare il movimento del pendolo.

IMPUGNARE UN PENDOLO IN MANIERA CORRETTA – Il filo del pendolo va tenuto tra il pollice e l’indice della mano (non irrigidiamoci sulla scelta di quale mano sia la migliore, ognuno ascolti se stesso!), evitando che la punta delle dita ne ostacoli i movimenti. Normalmente si lasciano dai 2 ai 7cm di filo dalle dita al corpo del pendolo ma, all’interno di questa misura, è opportuno che ognuno identifichi la posizione più comoda, anche perché ogni tipologia di pendolo (egizio, classico, ecc.) può richiedere una diversa porzione di filo libero.
SCEGLIERE UN PENDOLO – più il corpo del pendolo è leggero, più sarà facile “farlo partire”, perché reagisce facilmente a qualsiasi micro sollecitazione; per questo motivo è considerato adatto ai principianti. D’altro canto però, risulterà più facile falsarne il movimento, alterando così il grado di precisione e di attendibilità del test; se il corpo del pendolo è un po’ più pesante, è necessario un impulso più forte, quindi un’energia radiestesica più decisa da parte dell’operatore, ma è sicuramente più preciso e più attendibile. le forme a punta sono le più reattive rispetto a quelle sferiche o cilindriche, forse più indicate per lavori di rabdomanzia scegliere un pendolo in pietra o in un metallo nobile o un pendolo di forma classica o egizio, ecc. dovrebbe essere un processo basato sulle caratteristiche energetiche del singolo, alla ricerca del materiale e della forma con cui si possa stabilire la maggior risonanza possibile.

GLI STRUMENTI : IL BIOTENSOR
Il biotensor, ideato dal Dr. Oberbach, rappresenta oggi lo strumento radiestesico con la più elevata sensibilità, precisione ed attendibilità, se ben utilizzato. É costituito da un’impugnatura metallica alla quale è collegato un filo di acciaio armonico alla cui all’estremità si trova un peso, normalmente un disco metallico ad anello oppure a spirale, piatta o tridimensionale. A volte, al posto del disco metallico possiamo trovare una pallina, in metallo o in pietra. E’ importante che lo strumento sia ben bilanciato: il manico dovrebbe fare da perfetto contrappeso al filo armonico ed al peso alla sua estremità. Questo permette all’operatore di rilassare i muscoli della spalla, del braccio e della mano affinché i movimenti impercettibili della risposta radiestesica non trovino resistenza e vengano ostacolati o deformati dallo sforzo per sorreggere lo strumento.
IMPUGNARE UN BIOTENSOR IN MANIERA CORRETTA – Il Biotensor si tiene in mano in modo che tutti i polpastrelli tocchino il manico, anche il pollice. L’altra mano può venir utilizzata per toccare un testimone (oggetto che vogliamo testare o foglio di carta sul quale sono state scritte le informazioni necessarie all’indagine), in modo da aiutarsi a focalizzare il lavoro o una persona che ci faccia da tramite al lavoro (come nel caso di una mamma che si presta da tramite per analizzare il bambino). Come dicevamo, spalla, braccio e mano dell’operatore devono essere rilassati e la schiena dovrebbe essere dritta e non contratta.
SCEGLIERE UN BIOTENSOR – la lunghezza del filo armonico non dovrebbe essere inferiore ai 20 cm, per poter avere un’ampiezza di movimento sufficiente ad una corretta interpretazione ma non dovrebbe essere superiore ai 32-35 cm per non impiegare un’eternità ad attivare il movimento. Il peso alla fine del filo di acciaio armonico migliore, a nostro avviso, è il disco ad anello in metallo. Sconsigliamo la pallina, di qualsiasi materiale sia fatta, bella a vedersi ma davvero poco efficace. il materiale migliore per il manico, sempre a nostro avviso, è la fibra di carbonio, leggera ed eccezionalmente veloce nel trasmettere le sollecitazioni.