La ghiandola pineale (o il terzo occhio)

La ghiandola pineale (o il terzo occhio). Chiamata anche “terzo occhio”, la ghiandola pineale (o epifisi) è una ghiandola endocrina situata al centro del cervello, è considerata la sede dello Spirito e produce una particolare molecola chiamata DMT. La ghiandola pineale è conosciuta da tempi antichissimi, tra i primi a descriverla fu Galeno che descrisse la sua forma come quella di una piccola pigna (da cui il nome). Grande poco più di una nocciola quando sviluppata, la ghiandola pineale è visibile nel feto dalla settima settimana, che coincide, secondo la tradizione tibetana, con la migrazione dell’anima nel corpo.

Posizione della ghiandola pineale. La conoscenza della ghiandola pineale e l’associazione con il cosiddetto “terzo occhio” (l’occhio che tutto vede) risale a tempi molto antichi e possiamo trovarne rappresentazione in varie culture nel corso della storia umana. Ti sarà capitato di osservarla in alcune immagini, come l’occhio di Rha degli antichi egizi (che rappresenta proprio l’epifisi nella sezione del cervello), oppure vederla rappresentata in opere architettoniche spirituali (come la “pigna” del Vaticano), negli antichi reperti come quelli degli Anunnaki o nelle rappresentazioni del Buddha.

Ghiandola pineale e l’Occhio di Rha

Rappresentazione nelle costruzioni in Vaticano

Ghiandola pineale negli Annunaki

Forma della testa del Buddha. Ecco le molteplici rappresentazioni del “terzo occhio” in tutte le tradizioni spirituali ed esoteriche. Una domanda nasce spontanea: perché la ghiandola pineale viene rappresentata in modo così evidente in tantissime culture nella storia dei tempi? Forse è un’informazione importante da tramandare? Forse rappresenta la connessione tra il mondo visibile e quello invisibile?

La funzione della ghiandola pineale. Dal punto di vista biologico, la ghiandola pineale produce la melatonina, un ormone neurotrasmettitore che ha lo scopo principale di regolare il ritmo cicardiano, ovvero le fasi del sonno e della veglia. La melatonina viene sintetizzata da due sostanze: il triptofano e la serotonina. Quest’ultima è un neurotrasmettitore impiegato nella regolazione della temperatura del corpo, del senso di fame/sazietà e dell’umore; infatti, è soprannominata anche “l’ormone della felicità”. Tuttavia, l’aspetto più interessante della ghiandola pineale è la produzione della DMT (Dimetiltriptamina), un neurotrasmettitore chiamato anche “la molecola di Dio” che ha particolari funzioni legate principalmente al “collegamento” tra il corpo e lo Spirito. Studi scientifici hanno dimostrato come l’epifisi secerne spontaneamente grandi quantità di DMT in due particolari momenti della vita: la nascita e la morte (e anche durante le esperienze di premorte). Questo a dimostrazione del fatto che la DMT fa da “ponte” tra il corpo fisico e il mondo spirituale. In alcune persone, anche durante il sonno, la ghiandola pineale secerne una sufficiente quantità di DMT, tale da rendere possibili esperienze particolari come i sogni lucidi o i viaggi astrali. In poche parole, la ghiandola pineale permette il collegamento con il mondo invisibile, il mondo dello Spirito. Argomento che gli sciamani conoscono molto bene, avrai sentito parlare dei rituali con l’Ayahuasca, un infuso a base di piante utilizzato nelle cerimonie sciamaniche per indurre stati di coscienza alterati, il cui principio attivo è proprio la DMT.

Il “terzo occhio” (o sesto chakra). Dal punto di vista esoterico/spirituale, la ghiandola pineale rappresenta il famoso “terzo occhio”, ovvero l’occhio dell’Anima. L’occhio che è in grado di vedere la realtà, che non è quella che appare ai nostri occhi fisici ma quella più “sottile”, celata dal cosiddetto “velo di maya”. Il terzo occhio è in grado di farci “vedere” l’invisibile, permette per così dire, di vedere al-di-là della vista ordinaria, di percepire quel 95% della realtà che gli occhi umani non percepiscono (sembra infatti che la percezione dei sensi ordinari sia limitata al solo 5% di ciò che esiste). Il terzo occhio, nell’antica tradizione induista e buddista, corrisponde con il sesto chakra (Ajna) situato al centro della fronte tra le sopracciglia. Questo centro rappresenta l’occhio interiore, in grado di percepire la realtà oltre la visione ordinaria, è la porta della chiaroveggenza e della visione superiore. Il terzo occhio è la connessione con la propria mente intuitiva, con il Sé Superiore, con la propria Anima. Addirittura Cartesio sosteneva che la ghiandola pineale fosse proprio la sede della coscienza: nel suo libro “Le passioni dell’anima” descrive il ruolo della ghiandola pineale, appunto, come la sede principale dell’anima, nella quale la “res extensa” si unisce alla “res cogitans”. Comunque, in tutte le tradizioni spirituali, la “visione” del terzo occhio ha un ruolo fondamentale nella connessione dello Spirito con l’uomo. Esso ci permette infatti di entrare nel mondo del “non materiale”, dell’apparentemente invisibile attraverso la percezione extra-sensoriale, per portarci conoscenza, profonda consapevolezza e di “guidare” la nostra esistenza. Per questo è importante mantenerla attiva e in uno stato funzionale.

Decalcificare la ghiandola pineale. Il problema principale che riguarda la ghiandola pineale è rappresentato dalla sua calcificazione in età adulta. Infatti, con il passare del tempo, questa tende ad atrofizzarsi, perdendo così la sua funzionalità. Cosa possiamo fare per contrastare questo processo e mantenere in funzione la ghiandola pineale? Per decalcificare la ghiandola pineale, come prima cosa possiamo eliminare le sostanze che tendono ad accrescere la calcificazione e secondariamente utilizzare integratori naturali che ne favoriscono la decalcificazione. Innanzi tutto, occorre eliminare il fluoro che è uno degli elementi che tende a velocizzare questo processo: quindi occorre eliminare gli alimenti e i prodotti come i dentifrici e i collutori, chewingum, bibite gassate e in generale tutti i prodotti che contengono fluoruro (compresi molti tipi di acqua) poiché il fluoruro è una neurotossina. Allo stesso tempo possiamo disintossicare il nostro organismo e assumere sostanze che favoriscano la decalcificazione della ghiandola pineale. Possiamo utilizzare, ad esempio, la spirulina e la zeolite per drenare l’organismo dai metalli pesanti e assumere prodotti erboristici o preparati a base di triptofano per stimolare la funzionalità dell’epifisi.

Come “aprire” il terzo occhio. Voglio premettere che “attivare” o stimolare il terzo occhio è una pratica che possono fare tutti, ma è bene non forzare il percorso della propria anima; quindi, consiglio sempre di ascoltarsi profondamente e di fare questa attività con consapevolezza. “Aprire” il terzo occhio senza essere consapevoli potrebbe essere pericoloso e creare problemi di difficile gestione. Anche se “ciò che accade è sempre perfetto”, è bene fare queste pratiche quando ci si sente pronti e consapevoli di ciò che si sta facendo. Personalmente ho lasciato che la vita mi conducesse, mi sono affidato – se così vogliamo dire – e non ho mai cercato né di “bruciare le tappe” del mio percorso evolutivo, né di voler sviluppare facoltà “soprannaturali”. Sappi infatti che l’apertura del terzo occhio non ti cambierà la vita e non avrà gli effetti sorprendenti che forse ti aspetti, oltretutto non è corretto parlare di “apertura” poiché (come tutti i chakra) è già attivo; quindi, possiamo solo stimolarne la funzionalità e fornirgli maggiore energia. Qui non vogliamo consigliare pratiche “new age” fini a sé stesse ma eventualmente lasciare consigli alle anime in cammino nella propria ricerca interiore. Per cui, se il tuo intento è quello di sviluppare facoltà “superiori” dettate da scopi egoici, forse rimarrai deluso. Se invece il tuo intento è quello di approfondire una vista “superiore” che possa permetterti di guardare più in profondità, allora potrebbe esserti utile conoscere alcune semplici pratiche per stimolare la funzionalità della ghiandola pineale. Ricorda però che prima di arrivare a lavorare sui chakra superiori (5°, 6° e 7° chakra), occorre aver integrato quelli inferiori (dal 1° al 3°).

Tecniche e pratiche. Una volta seguiti gli accorgimenti suggeriti per la decalcificazione della ghiandola pineale, possiamo praticare alcune di queste attività per favorire appunto l’apertura del terzo occhio:

  • Meditazione e mudra: esistono alcuni tipi di meditazione e mudra che possono essere funzionali per stimolare il terzo occhio;
  • Sole: l’esposizione alla luce solare stimola la produzione di serotonina, che è un’attivatore della melatonina prodotta dalla pineale. Una delle attività che puoi provare è il Sun Gazing (l’antica pratica di osservare il sole);
  • Risate, sesso e amore: queste sono le attività che maggiormente permettono al nostro organismo di produrre naturalmente ormoni e neurotrasmettitori che stimolano la funzionalità della ghiandola pineale;
  • Rimedi sciamanici: esistono molti rimedi sciamanici come, ad esempio, la Sananga (v. Sananga Eye Drops), un collirio estratto da una pianta amazzonica, che puoi utilizzare per la decalcificazione e la stimolazione della pineale;
  • Frequenze: i binaural beats (o suoni binaurali) sono un particolare tipo di suoni con determinate frequenze che possono stimolare l’attivazione del terzo occhio (possono essere ascoltati anche durante la meditazione).