il centro di gravità dell’anima

Tutto parte dall’intuizione e tutto arriva all’intuizione. L’intuizione è come camminare su un filo ma solo all’inizio (quanto dura l’inizio!) dopo anche un filo divine un’autostrada a tre o più corsie.. bisogna andare oltre. Trovare la differenza tra le cose .. poi tra le persone e quello che fanno. Ha ancora senso? Dipende. Andare oltre deve avere una direzione altrimenti è un oltre che diviene malattia del tempo vissuto. Oltre è un luogo preciso mai casuale, certo, inizialmente sconosciuto. Tutto il lavoro si fa per questo allineamento da ricercare che pian piano deve divenire, diviene priorità, guida. Allineamento superiore è abbandono totale dell’ego al Se supremo. Possedere è il verbo dell’ego e le paure sono il suo movente, sostegno. Possedere è la paura di solitudine e di risposte mancate. Risposte affettive mancate, solitudini interiori che cercano consolazione infinita incompiuta incompleta. Continua ricerca ossessiva di consolazione dove tutto ciò che si crea è finzione in funzione maschera. Ferite che continuano a sanguinare ma sono divenute ormai abitudine. Ci si abitua proprio a tutto! Abitudine alla sofferenza che diviene ristagno. Sarebbe un luogo da cui riprendere la via della ricerca.. L’abitudine è certo qualcosa che toglie libertà. La ricerca deve essere sempre una fase ciclica che si alterna al sano vero riposo del guerriero. L’intuizione è andare oltre l’ego. Il campo intuitivo è uno spazio di consapevolezza suprema che nasce dall’abbandono inteso come rifugio. Fisicamente è l’uso dello spazio cerebrale sconosciuto che prende a vivere. Visioni e simboli divengono allora centrali su ambiti più limitati dalla mente. La creatività è il mestiere il sapore dell’intuizione artistica. La creazione artistica centrale in verità è sempre l’artista stesso. Le sue opere sono sempre frammenti che lascia in giro, tracce di sue sperimentazioni momentanee in cui riflettersi. Per gli altri sono frammenti di amore? Povrebbe. La materia è luogo di sperimentazione di rispecchiamento inteso come conoscenza. Oltre progetti programmi e calcoli, quindi oltre la mente. Quando lasci che tutte queste sovrastrutture appartenute al vecchio ego si sgretolino, subito trovi nuovi spazi di libertà quindi nuova vita. Oltre la mente è il mondo, non mai nella sola mente. La libertà intuitiva è al di la del mentale. La mente è solo un servizio in questo caso essendo guarita. Lasciare andare è la via del vuoto inteso come libertà. Lasciare andare è la via della forza. La via della forza è una via che presuppone strumenti di forza, non si trova da sola non arriva da sola ma si costruisce togliendo sempre qualcosa in più, cioè arricchendo. Togliere è un mestiere creativo come ripulire la propria casa gli spazi vitali. Togliere dalla soffitta della mente i ricordi e tutto quello che vincola al passato. Togliere è spazzare la mente tenerla pulita dargli il nutrimento giusto dovuto e null’altro. La mente si ammala perché vive in una società volutamente tenuta malata ammaliata. Chi tiene la società in perenne malattia sono gli uomini in se? Sembrerebbe ma non è. La malattia della società è una malattia funzionale alla crescita perché terrena. Ciò che è terreno mortale impermanente è funzione. La funzione dell’impermanenza è servire la causa dell’ascesa. Il senso della vita imparare a leggere i segni per viaggiare leggeri. Il piano ascensionale è la via della consapevolezza. Non cerchiamo di aver sempre ragione non siamo la verità e nemmeno i buoni. Siamo di più ed anche di meno. Siamo qualcosa di più complesso delle identificazioni mentali, delle proiezioni mentali e di tutto ciò che abita nell’essere sensoriale funzionale. I sensi mente compresa sono solo servizi funzionali. L’essere che si identifica negli aspetti sensoriali è ancora ancorato al possesso ristretto impaurito limitante. Adorare idoli e persone non risolve la carenza di centro, è solo una droga. Per questo è necessaria l’intuizione che si alimenta di continui viaggi creativi, che va sempre oltre che vive di visioni e suoi esperimenti. Da prima pochi viaggi poi pian piano permanenza intuitiva. Ognuno lo sa in se che c’è qualcosa oltre, che non siamo qui per vivacchiare e tirare a campare e sbarcare il lunario. Sappiamo che dentro la vocina dell’anima chiama, vorrebbe avere spazi. quella voce si fa sempre più forte di anno in anno di vita in vita di attimo in attimo. Poi urla. Sempre più urgente dare spazio alla propria interiorità. Per tutto questo viaggiare si ritorna e si parte dal cuore come riferimento di centro. Il cuore inteso come riferimento di verità. Il cuore non fa perdere la strada perché centro di gravità dell’anima.