“e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte”

Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. (..) Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua imparzialità, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». (Matteo 6, 24-34) Affidarsi nelle mani e nelle braccia di un qualcosa, di un’entità ultraterrena, soprannaturale, immortale, è un atto di fede, anzi è: l’atto di fede in primis. Ma quanto è difficile abbandonare il controllo della mente! Non si vuole mai mollare la mente per paura, ecco perché la fede è salvifica. La fede ha un potere, anzi: il potere di spingerci verso l’abbandono nelle braccia supreme. Senza la fede, cioè concretizzare il credere, non c’è liberazione. L’atto di fede come atto supremo da vivere, fa trovare la via di uscita dal labirinto, ma da dentro non si può comprendere. Prima va cercato il legame supremo, perché le cose terrene sono sempre la conseguenza, se invece invertiamo il segno, prendendo il posto di Dio anche inconsapevolmente, inizia la sofferenza e la difficoltà di trasformazione. La sofferenza è sempre segno di errore di direzione, disarmonia e squilibrio. Scegliamo gli strumenti per arrivare al legame che più ci sembrano vicini a noi, adeguati al nostro essere. Cerchiamo la bellezza nella sua espressione, permanendo noi stessi in purezza, proteggendo i nostri tesori interiori, non quelli esteriori, che dovranno essere funzionali al viaggio terreno, con il fine supremo, immortale. Questa ricerca, quando sapremo se sarà giusta, cioè saremo arrivati ed avremo raggiunto la meta, punto di arrivo e partenza? Semplicemente quando sopraggiungeranno le risposte sotto forma di doni abbondanti, come il lavoro, che senza averlo troppo bramato e sofferto, arriverà da solo con leggerezza, giusto per noi ed equilibrato. Dio ha promesso di provvedere ai Suoi, supplendo a ogni loro bisogno. (Filippesi 4:19) Ci pensa l’energia divina al fabbisogno, coloro che sottoscrivono il patto di fede vengono copiosamente ricompensati. Il patto di fede che il cuore innamorato della divinità, sottoscrive prendendo rifugio supremo. La fede è atto di fiducia estremo a cui segue una ricompensa sempre e comunque. Magari crediamo una cosa mentre abbiamo bisogno di un’altra, forse vorremmo incontrare persone diverse da quelle che incontriamo ed invece non succede. O ancora le aspettative insistono e ci portano su un piano mentale di attese e richieste mancate a seguire. Qualcosa continua ad essere atteso e continua a non arrivare. La persona giusta, le amicizie giuste ve le regalerà, donerà la mente suprema. Come facciamo a sapere se stiamo veramente cercando prima il regno di Dio? Dove spendo principalmente le mie energie? Spendo tutto il mio tempo e i miei soldi in beni e attività che certamente periranno oppure li uso per i servizi di Dio, i cui risultati durano per l’eternità? Colui che mette davvero Dio al primo posto potrà confidare in questa dinamica santa ed alchemica: “… e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte”.