Caccia alle streghe? no evoluzione umana

L’ultimo processo per stregoneria si è tenuto in Svizzera nel 1782 ma anche l’Italia ha avuto la sua parte in questa tragedia insensata.
Poco più di 500 anni fa, non era un bel periodo per essere donne in Europa. Nell’anno del Signore 1484, in data 5 dicembre, Papa Innocenzo VIII mise definitivamente al bando la stregoneria. Uno dei passi più significativi della bolla Summis desiderantes affectibus in realtà non faceva grande distinzione tra maschi e femmine: “È recentemente giunto alle nostre orecchie che in alcune regioni dell’alta Germania, molte persone di entrambi i sessi, rinnegando la fede cattolica, si sono abbandonate a demoni maschi e femmine, e che, a causa dei loro incantesimi, lusinghe, sortilegi, e altre pratiche abominevoli, hanno causato la rovina propria, della loro prole, degli animali, e dei prodotti della terra, così come di uomini e donne.”
Sappiamo tuttavia che la maggior parte delle numerose vittime di questo abominio di superstizione e misoginia furono proprio le donne. L’identikit della vittima predestinata era infatti da ricercarsi tra le levatrici, le guaritrici che usavano le erbe, le prostitute e le malate di mente. Il Papa nominò due inquisitori, i domenicani tedeschi Heinrich Kramer e Jacob Sprenger che redassero il Malleus Maleficarum, un manuale antistregoneria che in sostanza affrontava il fenomeno come prettamente femminile, partendo dal presupposto che la donna fosse più debole alle insidie del demonio. Ecco alcuni passi tratti da quel delirio sessuofobico: “Non c’è da stupirsi se tra coloro che sono infetti dall’eresia delle streghe ci sono più donne che uomini […] E sia benedetto l’Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello!”
La Chiesa cattolico romana associava la donna alla lussuria, un peccato sicuramente derivante dal Diavolo, dunque da condannare. Le altre accuse che la riguardavano erano quella di causare impotenza, di far sparire i genitali, di procurare anticoncezionali e di provocare aborti. Molte donne, dopo atroci torture confessavano la loro stregoneria. Per loro, morire era una liberazione dalla sofferenza. Le stime della persecuzione sono impietose: circa 110.000 processi di cui 50.000 in Germania, 10.000 in Polonia e Francia, 9.000 in Svizzera, fino ai 5.000 italiani, durante i tre secoli in cui è durata l’inquisizione. Le esecuzioni capitali sono state stimate nel 55% dei casi, dunque i giustiziati per stregoneria sono stati circa 60.000, di cui l’80% furono donne.
Spesso le streghe alla fine del processo farsa, venivano giustiziate sul rogo, arse vive di fronte alla comunità. In Italia, la maggior parte dei roghi è avvenuta nella prima metà del Cinquecento, soprattutto in Italia Settentrionale e in Toscana. In Val Camonica c’è stata la più grande caccia alle streghe italiana, con una cifra che si aggira tra i 65 e gli 80 roghi. ’ultima esecuzione legale per stregoneria in Europa si tenne a Clarus, nella vicina Svizzera nel 1782, solo 234 anni fa. Nel 1998 dopo soli 216 anni, la Chiesa Cattolica nella figura di Papa Giovanni Paolo II chiese platealmente perdono per le infami sentenze delle quali s’era macchiata durante la caccia alle streghe. Credendo che fosse sufficiente un perdono per lavarsi da atrocità ancora vive che continuano sotto altra forma.

Chi ha creduto che la caccia alle streghe oggi sia finita perché semplicemente non impalano immolano più le persone ‘colpevoli’ sul rogo e per decapitazione con torture incluse, si sbaglia non vede la verità. Come potrebbe finire se non hanno cambiato nulla attraverso i secoli riguardo alla loro cultura cosiddetta ed hai principi filosofici ‘morali’ che la sostengono. Di cosa si sta parlando? Semplicemente della cultura della divisione, dell’allontanare, del negare ciò che viene ritenuto sconosciuto, ignoto, straniero, quindi bollato con un nome che da sempre usano come arma: demonio, satana, diavolo… Il significato di queste parole rimanda sostanzialmente a: divisione separazione, oscurità… Una cosa che viene separata è il contrario di ciò che viene unito, qualcosa che viene allontanata estirpata, negata, esclusa dalle proprie funzioni o meglio o peggio distrutta annientata. La differenza? Si sono raffinati. Prima lo facevano in modo plateale spettacolare bruciare sul rogo, decapitare nella pubblica piazza, torturare per strappare una confessione, era un modo per esercitare il potere. Per negare il potere delle persone che semplicemente a parer loro, si cercavano una personale libertà parlando direttamente con il Supremo che avevano contatti con forze ritenute oscure maligne. Ma ricercare la via verso Dio deve essere un cammino che qualcuno esercita in tua vece o devi invece cercarti da solo nell’impegno costante? O forse non devi fare perché altrimenti diventi troppo forte ed autonomo se stabilisci il contatto supremo? Questo negare questo allontanare questo demonizzare la cosiddetta oscurità è in realtà il demonio stesso.

Più lo allontani e più entra dentro di te. Sempre che tale parola ed entità esista, ma chi ha mai visto mai il demonio con corna e zoccoli se non nei film? Non esiste nessuna entità solo la malvagità del potere umano che crea la cultura del dividere dell’occultare e quindi della guerra poiché questa separazione partorisce la guerra interiore e per suo riflesso la esteriore. Partorisce una medicina dell’esportare le parti malate, quando il disequilibrio nel corpo è frutto di ben altro, una medicina che macella e taglia, affetta, che amputa uccide. Se applichiamo la cultura del dividere oltre quella dell’unione, della ricerca dell’unione evolutiva possiamo vedere quanto attraversando i secoli, sia entrata in profondità la cultura della separazione e quanti danni abbia fatto nelle culture umane in particolare occidentali europee. Predichiamo pure la pace dall’alto dei pulpiti ma se non si estirpa da dove si origina la guerra interiore saranno altre parole al vento di facciata per chi vuol crederci che si ripetono nei secoli dei secoli, finzione che si aggiunge a finzione mancanza di verità. La cultura dell’unione è certo più faticosa e difficile strada in salita da percorrere. La cultura dell’unire presuppone un lavoro con se stessi dettagliato e sottile di conoscenza profonda momentanea senza lasciare nulla al caso, ma al di la delle cosiddette culture che cercano l’unione e ricongiungimento con Dio, è soprattutto la natura stessa che indica e tende all’unione a ciò che si ricongiunge per raffinarsi all’alchimia delle cose di cui gli alchimisti nella loro intuizione, si erano fatti portatori.

La natura ha in se uno spirito di purificazione attraverso il lato scuro sconosciuto, la natura stessa ci indica la strada da percorrere, il percorso attraverso il quale dobbiamo affinare l’anima che nella macchina corpo compie un viaggio terreno per evolvere, migliorare, farsi attraverso la consapevolezza, migliore incamminandosi verso non una ma la strada. La natura stessa ci vuole scopritori sempre curiosi indagatori di noi stessi dell’universi interiori di cui siamo consapevoli o inconsapevoli portatori. Dio ci usa sia se siamo consapevoli sia se non lo siamo, se non lo vogliamo e se lo vogliamo, se c’è rifugio ed abbandono e se non c’è. L’uomo è uno strumento consapevole o inconsapevole nelle mani supreme che pervadono tutto e che nello stesso istante sono tutto. Niente ma proprio niente è fuori dal suo progetto, nulla di nulla è sfuggente, non c’è eventuale demone che possa essere di per se pari alle entità supreme, nessuno che possa paragonarvisi. L’entità simbolica qualunque sia dalla più oscura alla più luminosa, distruttiva conservativa creatrice, è sempre parte di Dio stesso sono suoi strumenti per permettere all’umanità di evolvere e sperimentare il piano della materia nelle sue variegate forme. Attraversando l’esperienza vita morte l’umanità compie un viaggio di consapevolezza che fa parte del piano del tutto. Dio ci da gli strumenti per evolvere ce li concede quando siamo pronti tutto arriva è li pronto per essere utilizzato, ma guai a non farlo, gli strumenti non vengono mai dati e concessi per caso sono un dono da usare e se non si fa c’è un prezzo da pagare. Perché? è un atto involutivo e come tale viene compiuta una azione continua e totale per spingere all’uso degli strumenti concessi, forza di natura. Nel piano evolutivo tutta l’umanità è incamminata verso una purificazione continua, attraverso la sofferenza ed i suoi vari piani l’umanità ascende verso la luce divina. Il cosiddetto potere oscuro che è ciò che divide e nega, è quindi da intendere come strumento di spinta e di crescita anche se apparentemente nega ed allontana. Oggi si sono raffinati quindi il potere della divisione e della disunità ha scelto un modo più sottile meno evidente per agire. Prima creava martiri nelle piazze ora ti ignora ti nega la possibilità di agire, usa coloro che si fanno usare i deboli nelle sue mani, per farti terra bruciata intorno per questo in ogni direzione ambito è importante che facciamo sistema che ci uniamo che nella gioia troviamo il modo di fare comunità. Oggi il rogo si chiama esclusione indifferenza emarginazione. Vogliono che siamo singoli e divisi soli per poterci meglio controllare, tristi senza sorriso, per questo in ogni dove dobbiamo fare sistema unirci proteggerci facciamo parte dello stesso grande gioco di fratellanza siamo parte divina e percorriamo la stessa direzione diamoci la mano oltre le separazioni qualunque esse siano e da qualunque luogo persona provengano.