Arteterapia Arte e Salute dalle origini all’Ottocento

Le origini storiche dell’arteterapia affondano in tempi remoti, in particolare in relazione all’uso terapeutico della musica e del teatro. Pensiamo in tal senso al ruolo della catarsi, dal greco katharsis, col significato di “purificazione”, nel Teatro Greco. La drammaturgia ellenica infatti, attraverso il particolare ritmo narrativo e la ritualità costante, soprattutto nel genere della tragedia (accanto alla commedia e dramma satiresco), si proponeva come un’esperienza educativa e di terapeutica artistica di massa, dove la catarsi, una sorte di “liberazione dalle passioni”, era assicurata dall’identificazione coi personaggi della trama. Così scriveva Aristotele, nella sua Poetica: «Noi proviamo piacere a vedere le immagini le più precise delle cose la vista delle quali è dolorosa nella realtà, come gli aspetti di animali i più ripugnanti e dei cadaveri». In altre parole, l’assistere a un “dolore finto” provoca un’esorcizzazione dello stesso nello spettatore, una nuova consapevolezza emotiva. Il Teatro Greco nasce inoltre, probabilmente, dalla tradizione coreutica, che incarna perfettamente il ruolo drammaterapico e musicoterapico dell’opera. Il coro infatti nasce come gruppo di recitazione cantata, dove la rappresentazione è vissuta artisticamente in prima persona. Mystery PlayLa tradizione del coro nella tragedia greca si collega in questo senso a quella delle sacre rappresentazioni, di argomento religioso o morale, che si diffonderanno soprattutto in Italia e in Inghilterra, nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Esse riuniranno, fra recitazione, allestimenti e narrazioni, l’intera popolazione nell’esperienza diretta dell’interpretazione drammaturgica. L’arteterapia giunge in contatto con la medicina soprattutto e approfonditamente nell’ambito del disagio mentale, dove entra negli ospedali psichiatrici, come terapia complementare alla psicoterapia e alla psicanalisi. In tal senso i primi esempi di arteterapia possono essere ricondotti alle sedute di musicoterapia passiva, ovvero la somministrazione di brani musicali a scopo ansiolitico, già documentata nel manicomio turco di Edirne (fondato nel 1498) dal noto storiografo seicentesco Evliya Çelebi. La medesima tecnica fu introdotta dallo psichiatra francese Philippe Pinel negli istituti di cura europei per le malattie psichiatriche, nel corso dell’Ottocento. L’Arteterapia si basa sulla centralità della dimensione espressiva all’interno del processo artistico. Questa potenzialità dell’arte permette di farci entrare in contatto con dimensioni dell’esperienza che faticano ad emergere con le sole parole. Inoltre, consente di dare loro forma e colore e di tradurle in un codice condivisibile. La nascita dell’Arteterapia Fin dai tempi antichi la storia delle arti creative si è spesso intrecciata con quella della salute mentale. Gli antichi Greci credevano che il teatro e la musica potessero favorire la catarsi e aiutassero a liberare le emozioni represse. Dal Rinascimento l’opera d’arte viene considerata come una sorta di strumento terapeutico che consente l’esprimersi di una realtà che, altrimenti, avrebbe potuto portare alla follia. Nel XX secolo si delinea la concezione di arteterapia così come viene intesa oggi grazie all’avvento della psicoanalisi e al contributo di Freud e Jung. L’opera artistica è considerata l’espressione dell’inconscio e come un derivato del processo di sublimazione degli istinti di base.  Le immagini esprimono i conflitti e i tormenti interni, che in questa nuova veste appaiono più comprensibili, e quindi più facilmente interpretabili. La relazione terapeuta-paziente gioca un ruolo importante nel processo terapeutico e il prodotto artistico diviene lo strumento che rafforza tale relazione. Nel cuore dell’Arteterapia L’Arteterapia favorisce la conoscenza di sé e delle proprie potenzialità, rendendo possibile l’integrazione di tutte le risorse di cui disponiamo per poter vivere meglio. I materiali e le tecniche che il paziente utilizza gli consentono di esprimere, plasmare ed esternare il mondo interiore. Attraverso la relazione con il terapeuta la persona può raggiungere una nuova visione di tale difficoltà, poiché affiancata nella comprensione e risoluzione delle proprie problematicità. L’arteterapeuta deve saper accogliere, legittimare e amplificare i messaggi dell’altro con parole, disegni e consigli. Infatti, quello che conta è la comprensione e l’accettazione di ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera. Ciò che viene prodotto non subisce interpretazioni, poiché si estrapola il significato attraverso il colloquio, cosicché il paziente possa ricercare il messaggio della propria creazione. L’Arteterapia svolge dunque la funzione non solo di trattamento di eventuali patologie, ma anche di trasformazione, evoluzione e di crescita personale dell’individuo. L’arte è uno strumento potente che consente di esprimere la nostra interiorità, non sopprimiamolo, ma lasciamo che prenda la sua forma!(Alice Garzonio) La catarsi artistica, cioè del rito artistico agisce in due modi. Il primo sull’interprete dell’opera stessa, come artista sia attore, cantante, musicista, cioè esegeta che costruttore come per le arti visive in genere, pittura, scultura, fotografia, ma anche per le arti che usano la parola e la scrittura. L’artista quindi si cura nell’atto stesso della creatività. L’arte è medicina dell’anima e cura dai traumi del passato, andando a risanare il vissuto. La cerimonia rituale dell’atto del mostrare e far rivivere le opere d’arte, in particolare le arti sceniche, teatro, danza, musica è atto del guarire. Anche se non tutte le arti sono terapeutiche nella stessa potenzialità energetica ed hanno gli stessi fini positivi e amorevoli. La vera opera d’arte è l’artista in se di cui le opere sono manifestazioni frammentarie. Ci sono suoni e musiche come immagini ed altro più o meno dense di amore in forma di energia creatrice . Energie fatte creazione in atto producono emozioni e conseguenti connessioni e legami. (LAMRT)

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