arte portale e sensi umani (casa delle arti e delle medicine)

Esiste un’annosa storica polemica tra segno, simbolo, scrittura, che prende piede essenzialmente in riferimento a differenti interpretazioni e note bibliche nella storia cristiana. Tento e cerco di non schierarmi pro o contro, segno come parola o grafia pittorica iconografica. Da una parte chiese ebraica e evangeliche verso la parola non raffigurata dall’altra chiese cattoliche ed ortodosse pro immagine, come sappiamo in momenti della storia si aggravavano le diatribe.  Cerco di mettere a disposizione le mie conoscenze culturali per contribuire a qualche maggior chiarezza con umiltà e rispetto per tutto e tutti senza pregiudizi. Se si dovesse fare una scala grafologica il segno si dirama prende senso, nasce la scrittura e sia essa stessa ideogramma cioè nome o atto fatto immagine. A venire troviamo la grafia che prende forma ancora in più dell’ideogramma (idea fatta parola forma) nel “moderno” fumetto e nell’iconografia. Ma a tagliar la testa al topo arriva la natura stessa a riferimento. La natura è immagine di sé stessa quindi è il racconto innamorato della natura in sé ad essere già contenitore possibile di energie supreme? L’arte come rito copia la natura ed è già un fatto anche se non necessariamente contiene racconto di soggetto sacro. Ma il fumetto è personalizzazione non nasce come scuola liturgico rituale. La scrittura descrive ed ascende di per sé al suono della voce sia parole lingue territoriali o forme di canto. L’icona è rappresentazione densa di significati simbolici in forma e colore, ascendenza e predisposizione. L’icona è atto sacro rituale per definizione quindi sta sospesa tra mondi grafici della scrittura e mondi grafici pittorici. L’iconografia come via di mezzo, ciò che contiene amore in purezza ascendono al supremo, atto oltre tempo e spazio limitati. Sono tutte forme di racconto con finalità differenti anche se a volte può capitare che sia il suono preghiera scritta o cantata ascenda a Dio esattamente come una immagine visiva. La potenza divina come e dove sceglie di andare? Amore in purezza è la risposta. La casa naturale può essere l’icona per definizione stessa in ogni senso ma Dio si rivolge in ogni luogo in ogni ambito essendo sempre presente nell’anima delle cose create. Creato e creatore coincidono senza limite alcuno. Veniamo a trovare quindi che ciò che è grafia che tende alla scrittura ed a divenire suono, tende al senso dell’udito. L’ideogramma nella sua storia dove la scrittura si fa simbolica, tende a scrittura ed a immagine evocante. Quando arrivano le raffigurazioni si tende all’atto visivo del senso della vista anche se poi si ascende all’atto contemplativo meditativo.  Che la bibbia stessa abbia dato adito a discriminazioni in campo di preferire l’una o l’altra non credo perché come detto Dio non ha una casa limitante che si può incatenare ad idee mentali, religioni, rituali, simboli o chicchessia. La onnipresenza impensabile divina va oltre schieramenti e idee di chiese e poteri affilianti. Ogni artista nato in qualche epoca della storia umana farà scelte più o meno consapevoli e più o meno sacre e le sue opere saranno rispecchiamento dovuto in funzione riflessa di ogni sua azione fatta materia d’arte.  Quindi invito a cercare chiarezza collegando le culture ed i segni divini contenuti in esse se si ha la possibilità. Invito a non avere troppa fretta di prendere posizioni e schierarsi, ma solo cercare attraverso racconti ed interpretazioni storiche di vivere l’arte nella sua bellezza in modo disponibile aperti con il cuore che recepisce unendo, e non con la mente che divide cercando una chiarezza. Ricordo che Dio stesso ha sparso le saggezze semi di verità in ogni popolo epoca e storia e sta a noi fare questo lavoro archeologico di ricerca e ricostruzione del suo supremo messaggio. Dividere catalogare non significa chiarire e possedere. La mente cerca sempre il potere di per farlo pretende di dividere, la sua impossibilità la trasforma in emozione paura. Potere e possesso si spalleggiano e si sostengono.  Per questo si insiste sempre di abitare il cuore. Nelle opere d’arte qualunque esse siano oltre tutto Dio sarà presente nella misura dell’amore che l’artista stesso ha immagazzinato e sublimato attraverso la materia e la forma. La rappresentazione demonizzata fin oggi del divino contiene una misura energetica misurabile anche con esperimenti che trasformano la materia stessa. Le immagini sacre fanno da portali e canali tra terra e cielo è innegabile questa è la loro funzione rituale, simbolica, comunque sempre energizzante in epoche, storia culture. L’unica cosa che può sempre chiarire è l’energia contenuta che dà prova della presenza. Oltre schieramenti e posizioni di campo ribadisco che ci riguarda lavorare per unire e connettere come atto di pace e di luce il contrario che non conosciamo deve essere comunque risolto nelle relazioni interiori ed esteriori in modo controllabile e gestibile ma sempre con equilibrio e non folle manipolazione. L’artista dal canto suo deve essere consapevole che l’atto simbolico, rituale, alchemico, lo chiami come vuole è l’arte, qualcosa di potente. Un’immagine che evoca ciò che è immortale come raffigurazione grafica, ha bisogno di un artista consapevole dell’atto che compie in senso di ispirazione. Ispirazione è atto di ispirare umilmente il messaggio creativo che si fa arte quale sia per farsi portatrice di rivelazione. L’arte sacra è un canale per innalzare la coscienza e trovare la vera forza, che sta solo nel contatto supremo, unione impregnante al Sé. Se partiamo dal Feng Shui, arte antica cinese dell’arredamento e della distribuzione delle energie nelle zone di vita, che potrà aiutarci a risolvere, possiamo misurare la percentuale e qualità energetica sta in ogni oggetto e quindi: dicesi sacro l’oggetto la cui energia sarà alta, secondo le misurazioni e la scala che ne segna i valori. Ovviamente esistono anche oggetti negativi e velenosi essendo sempre catalizzatori di ogni tipologia energetica, che se non lo sappiamo potranno influenzare negativamente la nostra vita. Oggetti di legno o metallo hanno materiale vivente che accumula energie di vario tipo e si fanno catalizzatori. In anni di esperienza ad esempio, ho potuto verificare la presenza energetica divina in Murti ed immagini sacre indiane, come altre immagini come le icone, volte all’energizzazione dei cibi nelle Puja oltre all’aiuto per la preghiera e meditazione e la purificazione – energizzazione degli ambienti vitali. Ecco quindi se prendiamo da queste culture e le uniamo troviamo – scopriamo in esse i segreti celati, ancora una volta ci viene da dire sperimentiamo per cercare dentro di noi e non andare alla conquista ed alla rapina dei guerrafondai. Bisogna essere aperti cittadini del mondo come in verità siamo, anche se siamo nati in una qualche terra, prendere ed utilizzare il patrimonio divino immenso senza possederlo e pretendere qualche possesso su di esso. Quando si muore infatti non portiamo via nulla se non la nostra esperienza di consapevolezza quindi è utile investire solo in quella! È il caso di dire l’unione yogica è sempre e comunque la chiave di pace ed amore al divino, chiave di vita, rispetto alla separazione all’odio ed alla guerra e distruzione con cui in ogni epoca storica dobbiamo sempre fare i conti. L’applicazione della pace è proprio e sempre non la vittoria su qualcuno dei popoli che abbiamo combattuto, pura follia, ma la chiave: essere fuori del gioco illusorio delle parti, stare sempre con Dio stesso unione ed abbraccio perenne. Una delle stanze della nostra “casa delle arti e medicine” è appunto Il Feng Shui tra le altre, per rendere gli ambienti vitali, energizzati, purificati, meno velenosi e più abitabili laddove possibile.

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