simboli e archetipi Commedia dell’Arte & Tarocchi

La simbologia della Commedia dell’Arte ha un doppio potere e valenza. Da un lato la forza espressiva evocante della maschera in se in quanto tale. nel caso della Commedia dell’Arte è parlante e non mimica cioè senza parte inferiore. Dall’altro riguarda la simbologia delle maschere in se rappresentate. La simbologia della maschera di fatto è: rituale sciamanico, guarigione, sensitività, tutto ciò che la maschera evoca e crea come comunicazione trai mondi e quindi uomo medicina e spettacolo sono la stessa cosa due facce della stessa medaglia. La Commedia dell’Arte si coniuga nell’ambito definibile dell’arte scenica quindi riferimento sociale, popolare dove comicità ironia e farsa cioè lazzo comico stanno a copertura e berlina del divario sociale. La satira è lo scherno autodifesa liberatoria delle classi oppresse che non gli resta altro che la autonomia di dire nascondendosi dietro alla maschera. La maschera nasconde ed al momento che nasconde diviene altro, al momento che diviene altro si concede la libertà di dire si svela. La maschera confessa ciò che la persona sociale non potrebbe fare mai. Non sarà più la persona che sta dentro che parlerà ma la maschera in se che ne prende la voce e ne gestisce la vita. La maschera è quindi una sorta di possedimento per dare voce ad altro ed oltre. La maschera diviene qualcosa che ha a che fare con altri livelli e mondi pur parlando di questo ma non lo è più non lo è mai stata. Commedia dell’Arte è poi evoluzione ed adattamento ad un mondo dove il canovaccio dei lazzi si misura con la società divenendone parodia. La società si rispecchia nelle scene della Commedia come in uno specchio prima che gli autori da Shakespeare a Moliere da Goldoni a Petito ed altri ancora, prendano il sopravvento e ne succhino la linfa vitale. Troviamo rappresentati gli archetipi dei tre poteri sociali: sulla paura in primis la morte dalla medicina e alla chiesa nel nero Dottore, del potere economico ed ai suoi egoismi nel Pantalone, nel potere oppressivo militare del Capitano. Dove gli Zanni coppia di servi da Brighella servo furbo a Arlecchino servo sciocco fino alla servetta versione femminile si contrastano con i potenti cercando di adattarsi ad una società che li schiaccia. Non manca l’archetipo dell’amore ricco solo chi è ricco sembra averlo davvero(?) (innamorati) condizionato dal potere a contrasto con quello dei poveri (servi) amore condizionato dai bisogni. Questi piani archetipi della società ancora presenti nei tempi nostri si intrecciano si scontrano e dialogano tra loro come succede per i Tarocchi ad altro livello. Il gioco e giogo dei Tarocchi abbraccia oltre anche se alcuni piani sono simili se non gli stessi. Gli archetipi sono momenti della vita con i suoi squilibri e le sue lezioni. Sono destini e ruote karmiche che donano felicità e disperazione. L’aiuto dei tarocchi è posizionato in spazi tempi e luoghi quindi sui piani umani e laddove si posizionano. Cartomanzia popolare e Tarocco esoterico – La diffusione dei Tarocchi è caratterizzata perciò, successivamente, da una sorta di schizofrenia: da una parte una vasta cartomanzia al femminile, zingaresca e popolare, che attinge alla tradizione delle streghe e che viene osteggiata dalla cultura istituzionale come ciarlataneria e magia, dall’altra uno studio ed una valorizzazione degli arcani dei Tarocchi in ambiti di cultura raffinata e di ristretti gruppi esoterici prevalentemente maschili. Nel 1781 l’archeologo francese Antoine Curt de Gobelin sostiene l’ipotesi che gli Arcani dei Tarocchi non sarebbero altro che le pagine del leggendario libro di Thot, il dio egizio della magia. Nel 1856 Eliphas Levi nel suo “Dogme et rituel de la Magie” critica questa tesi e le oppone quella dell’origine cabalistica dei Tarocchi. Con Levi prende piede l’attribuzione degli Arcani Maggiori ai ‘sentieri’ che collegano tra di loro i vari centri dell’Albero della Vita cabalistico, i ‘sefiroth’. Nel corso dell’800 e della prima metà del 900 l’uso iniziatico e magico dei Tarocchi si diffonde nei gruppi occultisti, soprattutto fra quelli di ispirazione massonica e rosacrociana. Ai nomi di due esponenti dell’inglese “Hermetic order of the Golden Dawn”, di derivazione rosacrociana, Arthur E. Waite e Aleister Crowley, sono legati due dei più bei mazzi di Tarocchi esistenti – il mazzo di Waite, appunto, e il mazzo di Crowley – profondamente innovativi rispetto ai tradizionali “Tarocchi Marsigliesi” e loro derivati, sia per grafica che per ricchezza simbolica. Il Tarocco Intuitivo – Questo tipo di impostazione ha consentito di spostare l’attenzione dal significato del simbolo alla sua azione su di noi – a come l’archetipo ‘suggestiona’ (suggestiona) la psiche di ognuno di noi. Da ciò la necessità di uno sguardo interiore, intuitivo, capace di cogliere la multi-dimensionalità del simbolo ed il suo effetto sulla nostra immaginazione creativa e di una mente capace di farsi ‘suggestionare’ dal simbolo, piuttosto che di un’interpretazione del simbolo basata su significati fissi e prestabiliti. Il primo libro che si occupa in questo modo dei Tarocchi si intitola appunto‘Il Tarocco Intuitivo’ di Prembodhi e Rajendra (Re Nudo,1979) ed è basato sul mazzo di Waite al quale introduce per la prima volta i lettori italiani fino a quel momento assai più familiari con le carte Marsigliesi. In questo approccio il Tarocco si presta ad una lettura dell’anima, della psiche come si manifesta nel qui-e-ora dell’interazione e comunicazione creativa tra individui e gruppi e non dai ‘significati’ fissi delle carte; un approccio che non si chiede che-cosa-vuol-dire una carta ma che cosa-ci-riesco-a-vedere, cosa ci proietto consapevolmente, come posso viverla, esprimerla e integrarla. Sulla base di questo modo di avvicinare il Tarocco parte dagli anni Ottanta una vasta sperimentazione a livello terapeutico, divinatorio ed artistico documentata da un’accelerata pubblicazione di libri (soprattutto in Europa) e di nuovi mazzi (soprattutto negli Stati Uniti). Nel 1981 apre a Berlino la prima ‘Scuola di Tarocco Intuitivo’ dello psicoterapeuta Hartmut Müller. Nel 1985 escono in Germania i due bestseller del Tarocco Intuitivo: Tarot – Spiegel des Lebens (Tarocchi – Specchio della vita) di Prembodhi M. Montano e Tarot – Spiegel des Seele(Tarocchi – Specchio dell’anima) di Gerd Ziegler, rispettivamente basati sul mazzo di Waite e su quello di Crowley e destinati a venir tradotti in cinque lingue. Nel 1987 Eric Bauer pubblica Tarot – Quelle deiner Intuition (Tarocchi – Fonte della tua intuizione). Contemporaneamente appaiono una serie di nuovi mazzi con poche eccezioni ispirati alle nuove figurazioni del mazzo di Waite, ciascuno proponente una sua grafica ed un suo gusto particolare: i Tarocchi di Morgan-Greer e il Tarot of Love sono tra i più interessanti. Ma è forse in Italia e nel mondo italofono che il Tarocco ha più profondamente infiltrato il mondo della psicoterapia e dei gruppi di crescita personale. Notiamo tra gli altri il ‘lavoro sul campo’ di Giovambattista Camia, psicoterapeuta di Gestalt a Roma, di Dario Distefano, terapeuta di psicodramma moreniano a Ragusa, di Ferdinando Alaimo erborista, tarocchista e creatore della Erboristeria Archetipica a Pistoia. I Tarocchi e la Psicologia del profondo – Contemporaneamente, sempre nella prima metà del ‘900 la “Psicologia del profondo” di un ricercatore appassionato e spregiudicato come C.G. Jung ha consentito che i simboli dei Tarocchi e dello Zodiaco diventassero oggetto di studio in ambito psicanalitico, come appunto‘archetipi’ dell’Inconscio Collettivo da riconoscere nella psicopatologia e psicosomatica tanto quanto nei sogni, nelle mitologie, nelle fiabe. Sorgono così – nella seconda metà del Novecento – un Tarocco e un’Astrologia ‘junghiani’ diffusi soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra. Attraverso questi canali psicoanalitici e ‘laici’, i due sistemi simbolici diventano, a partire dagli anni Settanta, oggetto di ricerca e strumento terapeutico da parte di gruppi sempre più ampi di ricercatori e terapisti di impostazione psicosomatica e olistica. Si assiste così alla nascita di una nuova sperimentazione e una nuovapratica dei Tarocchi sia a livello individuale che di gruppo. Mentre a Poona si introduce l’uso del mazzo di Waite nei gruppi di psicoterapia e nel lavoro sui sogni (il mio primo ’Intuitive Tarot Group’ è del 1978), a Parigi Jodorowski li pone alla base del proprio lavoro terapeutico poetico e teatrale.
Maschere e tarocchi appartengono alla cultura simbolico popolare arcaico onirica delle origini umane. Al di la di chiese, religioni, futili superficiali catalogazioni. La raffigurazione antropologico simbolico rituale è cultura prima da cui tutto si origina, legata alla natura e nessun tentativo di demonizzazione è concepibile da parte di poteri umani. Tali poteri hanno osteggiato coloro che avevano contatto diretto oltre la loro “mediazione” oltre il loro innaturale tentativo di esclusiva. Guerre di religione si sono consumate in nome di un Dio di cui si rivendicava la proprietà elitaria. Oggi la guerra è nelle persone che non riescono a colmarne fratture secolari genealogiche e trovare unione e pace tra luce e buio. Per secoli nessuna concezione di contatto con il divino e nessun’altra religione umana era tollerata anzi combattuta ed etichettata come eresia. Dio non è giammai limitato ad alcuni e non da privilegi se non ai puri di cuore, è il tutto e tutti essendo creatore e creato allo stesso momento. Maschere e tarocchi vivono in eterno oltre i momenti oscuri della storia umana essendo simboli della cultura, cammino spirituale della natura e Dio.