l’arte della manipolazione di massa 3

La strategia della manipolazione mentale: dall’individuo alle grandi società di massa – Quali sono le principali agenzie o società occidentali che fabbricano fake news e manipolano l’informazione e quali sono i gruppi di potere che stanno dietro le quinte? Nella società democratica le opinioni, le abitudini e le scelte delle masse vengono indirizzate, come spiegava nel 1928 Edward Bernays – considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni e nipote di Freud − da un «potere invisibile che dirige veramente il Paese». Secondo Bernays la propaganda è fondamentale per “dare forma al caos”. Le tecniche usate dal potere per plasmare l’opinione pubblica sono state inventate e sviluppate negli anni, spiegava Bernays, «via, via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria». Con l’avvento della moderna società di massa il potere ha dovuto infatti esercitarsi su un numero sempre maggiore di persone. L’arte del controllo ha finito per divenire scienza delle Pubbliche Relazioni o, meglio, una “scienza della manipolazione” di sconcertante raffinatezza che riesce a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica (pensiamo al fenomeno degli spin doctors). Come anticipato, Bernays parlava di «tecniche usate per inquadrare l’opinione pubblica» portate avanti da un “governo invisibile”. Il potere oggi, per risultare maggiormente efficace, preferisce infatti rimanere “nell’ombra”, palesandosi il meno possibile. Un potere nascosto, ha l’indubbio “pregio” di rimanere praticamente inattaccabile e nascosto. Può anche, se vuole, favorire ora l’uno ora l’altro dei “poteri visibili” e persino, se lo ritiene necessario, favorire contemporaneamente due schieramenti apparentemente opposti che potranno così, più o meno incoscientemente, perseguire in maniera diversa l’unico fine a cui mira tale Potere (il metodo del Divide et Impera). Infine, un potere nascosto ha la possibilità di fare quello che nessun governo o potere visibile può compiere fino in fondo: manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l’impressione di farlo; controllare i popoli entrando nel loro immaginario, plasmando cioè le menti, le coscienze degli individui. Per fare ciò esistono delle società private che si occupano di confezionare materiale giornalistico ad hoc e persino di creare dei falsi e di diffondere fake news. Ciò rientra nei casi di spin doctors privati che vengono ingaggiati anche dai governi per rendere efficace e persuasiva una campagna politica oppure per legittimare una guerra anche ricorrendo a menzogne e falsificazione. Le società di PR private hanno maggiore libertà di movimento e possono lavorare anche nel campo delle psy ops e della propaganda sporca in quanto sfuggono ai normali controlli istituzionali riguardo la propaganda. Tra queste ricordiamo la Rendon Group e la Ruder & Finn.            Che tipo di tecniche (psicologiche, linguistico-verbali ecc.) vengono utilizzate per montare il castello delle menzogne? Vi sono diverse tecniche auree per la manipolazione sociale. Esiste una celebre lista delle dieci regole riguardanti il controllo sociale, ovvero, delle strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico attraverso i media in modo da «fabbricare il consenso e assicurarsi che le scelte e gli orientamenti siano strutturati in modo tale che le persone facciano sempre quello che viene detto loro» che è stata universalmente attribuita impropriamente a Noam Chomsky ma che ancora oggi è nota come “il decalogo Chomsky”. Tali regole vanno dalla tecnica della distrazione al metodo dell’empatia. Molto importante è la teoria della gradualità (o Principio della rana bollita di Chomsky) che insegna come somministrare per gradi un’idea per abituare lentamente l’opinione pubblica ad accettarla. La strategia della gradualità mostra che, quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta e graduale, sfugge alla coscienza e non suscita per la maggior parte del tempo nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta. Va oltre la Finestra di Overton: secondo questa teoria, ogni idea evolve secondo sei diversi stadi e anche la più incredibile e impopolare, per potersi sviluppare nella società, ha una finestra di opportunità. In questa finestra l’idea può essere ampiamente discussa, e si può apertamente tentare di modificare la legge in suo favore, rendendola infine accettata. L’apparire di questa idea permette il passaggio dallo stadio di “impensabile” a quello di un pubblico dibattito, prima della sua adozione da parte della coscienza di massa e il suo inserimento nella legge. Non si tratta di lavaggio del cervello puro e semplice, ma di tecniche più sottili, efficaci e coerenti: si tratta di portare il dibattito fino al cuore della società, per fare sì che il cittadino comune si appropri di una certa idea e la faccia sua per gradi senza sentirsi manipolato.                        Quali sono i fini di questa manipolazione: politici, economici o militari? Sono politici, economici, militari e più in generale sociali, persino antropologici. Si tratta diplasmare l’opinione pubblica attraverso una propaganda che sia quotidiana e capillare, unendo a questa opera di manipolazione dolce il controllo sociale. Si deve partire ovviamente dalla considerazione che per il potere il popolo sia un “soggetto minorenne” che va indottrinato e guidato attraverso tecniche di persuasione sempre più raffinate. Come osservava Aldous Huxley, un sistema totalitario, per sopravvivere, ha bisogno di suggestionare soprattutto le menti dei cittadini, offrendo «pane e circensi, miracoli e misteri», canalizzando cioè l’immaginazione delle masse verso distrazioni che allontanino le coscienze da possibili proteste. Questo avviene, come insegnava Bernays, anche in democrazia. Il sistema democratico non può fare a meno della propaganda per poter etero-dirigere il consenso. Per controllare le masse si deve intervenire sull’immaginario, sedandolo, manipolandolo in maniera costante. A ciò fa seguito l’imposizione di un pensiero unico e di una retorica falsamente buonista che offre l’illusione della libertà quando in realtà la nostra scelta è pilotata dall’alto. Manipolazioni di massa – Siamo tutti liberi di pensare, ma pensiamo liberamente? Il titolo di questo post non può che rimandare la mente a Gigi Marzullo, con tutta la nostra simpatia. Una domanda apparentemente cervellotica, ma in realtà molto semplice. Il titolo comprende una inoppugnabile affermazione: siamo assolutamente liberi di pensare. Se chiudiamo gli occhi e decidiamo di pensare a qualsiasi cosa noi possiamo assolutamente farlo. Possiamo pensare a qualsiasi cosa. Qualsiasi! Il punto è: i pensieri che “generiamo” sono in qualche modo indotti da un sistema di manipolazione di massa? Certo, la risposta è di per se faziosa, visto che si presenta già con una tesi ben definita, quella della manipolazione delle masse. Dell’arte e della necessità di manipolare le masse se ne sono occupati i più grandi storici, filosofi e statisti dalla notte dei tempi; un esempio di eccellenza lo troviamo nel lungimirante e sempre attuale “Il Principe” di Machiavelli. Non è facile affrontare questi temi, non è facile discutere di questi concetti perché il solo fatto di cimentarcisi scatena una serie di meccanismi atavici di sopravvivenza. Tutti crediamo di essere unici, tutti crediamo di pensare diversamente dagli altri. Ne siamo convinti profondamente, atavicamente appunto. Questa nostra contraddizione interna ci rende molto difficile il compito di capire se quello che pensiamo è farina del nostro sacco o meno. Senza un giudice esterno e imparziale. Sicuramente molti di noi partono dal presupposto che “il sistema” ci ha manipolati. Qualcuno altro invece è convinto che ognuno pensi a modo suo e senza condizionamenti e che tutte queste storie sono teorie appartenenti alla corrente “complottista” e new age. Comunque la pensiate, la scienza della manipolazione delle masse esiste, si studia, si attua ed ha fatto passi da gigante dai tempi di Machiavelli. A quel tempo infatti, e sino a pochi decenni fa, manipolare le masse e il loro comportamento consisteva nel convincere il popolo che alcune cose erano giuste mentre altre erano sbagliate. Chi si atteneva alle regole era un buon cittadino o un buon cristiano, chi faceva o diceva o pensava cose sbagliate veniva processato e, in vari modi, eliminato. Questo sistema di manipolazione di massa è quello che tutt’oggi contempliamo. Per noi è ancora questo: un lavaggio del cervello atto a creare in ognuno di noi il senso delle cose giuste e delle cose sbagliate in base a criteri stabiliti dai “governanti”. Ma come tutti i sistemi anche quello della manipolazione delle masse è soggetto a errori e contempla solo alcune variabili, ma non tutte, essendo metafisicamente impossibile determinarle nella totalità. Tutti i sistemi hanno delle conseguenze, un prezzo da pagare, un’energia da conservare. Quale era la conseguenza indiretta di questo metodo? Quale effetto collaterale portava in seno? La risposta sta nella storia e, con il senno di poi, nel metodo stesso. Chi voleva ribellarsi al sistema, chi voleva rivoluzionare il mondo, rifletteva relativamente alle idee “di ciò che doveva essere considerato sbagliato” indotte nella popolazione, sul perché fossero ritenute tali, da queste domande scaturivano indagini che quando non portavano alla verità, portavano alla creazione di correnti letterarie autonome che alimentavano, in un circolo virtuoso, le forze della ribellione, della rivoluzione. Come scritto sopra, nei secoli, la scienza della manipolazione delle masse ha compiuto passi da gigante! Il nuovo metodo che è stato elaborato sembra non essere affetto da conseguenze collaterali, non ha controindicazioni di sorta. Sembra essere perfetto! Statisticamente perfetto ovviamente, nel senso che la percentuale di “manipolati con successo” è molto più alta che in passato. Il risultato è sicuramente frutto di secoli di esperienze, di decine di rivoluzioni e centinaia di guerre oltre che a qualche decennio di “pazienza” da parte degli attuatori. Il meccanismo ha infatti un tempo di attuazione a lungo termine, ma per i risultati che ha dato, di aspettare ne è valsa sicuramente la pena!  MA COME FUNZIONA ORA? Prima di svelare il mistero premetto che la metodologia elaborata è sbalorditiva e affascinante; tanto sbalorditiva e affascinante quanto la rabbia che scatena in chi ne ha scoperto il meccanismo! E non basterà questo post a spiegare quanto questo meccanismo sia perverso, ma impeccabile. Obiettivo: eliminare l’effetto indesiderato della formazione spontanea di ribelli, conseguenza dei divieti e dell’elenco delle cose sbagliate, da non fare, da non dire, da non pensare. Metodo di attuazione dell’obiettivo: ELIMINARE I DIVIETI DAL SISTEMA. Tutto è consentito. Soprattutto è consentito ribellarsi. Il sistema prevede infatti dei punti “sensibili” del potere, di fronte al quale il potere deve indignarsi e reagire, creando nel popolo la sensazione che si stia ferendo e offendendo “il sistema”. In poche parole è stato creata un’apposita sezione per ogni comportamento! Chi vuole stare al gioco segue uno schema, chi si vuole ribellare ne segue uno creato ad hoc. Il risultato è che tutti coloro che sono uniformati al sistema dicono, fanno e pensano grossomodo le stesse cose e chi si ribella lo fa sempre contro dei manichini costruiti a dovere. Ma la cosa più importante sta nel far credere al popolo di essere importante, sovrano e quindi responsabile del mondo in cui vive; oserei dire UNICO responsabile. “L’uomo sta distruggendo il pianeta”, “L’uomo è avido e cattivo”, “Noi inquiniamo con le nostre macchine e siamo incivili” e così via verso un lungo elenco di citazioni che entrano nella testa degli individui sin da neonati e rafforzati da un sistema scolastico guidato da docenti sempre più incapaci di pensare liberamente, sempre più ignoranti, sempre più uniformati al meccanismo… così come i genitori, così come tutti i cittadini, nessuna categoria esclusa… NEMMENO I POLITICI. Il segreto del successo di questo straordinario sistema è stato proprio quello di eliminare le differenze, tra il bene e il male, tra l’uomo e la donna, tra il bianco e il nero, tra chi la pensa in un modo e a chi la pensa in un altro. Tutto è appiattito, tutto è possibile… Negli anni ‘90, il boom di internet ha fatto drizzare le orecchie ai sociologi. Essi sostenevano che la comunicazione di massa, l’ipercomunicazione globale istantanea, avrebbe avuto l’effetto di far crescere la conoscenza e portato un progresso scientifico con una velocità mai vista prima d’ora! I sociologi sono rimasti altro e tanto stupiti oggi, osservando che, nonostante un miliardo di persone si scambino idee alla velocità della luce tra loro, la scienza, la conoscenza, sia rimasta pressoché ferma e che il 90% della conoscenza scientifica risieda entro il limite temporale dei primi del ‘900 e che il restante 10% risieda nell’intervallo temporale che va dai primi del ‘900 sino ai primi anni 80. Attenzione: ricordiamoci che la conoscenza non è la tecnologia. Quello che è accaduto è un fenomeno assai bizzarro: un miliardo di persone che scrivono “liberamente” le stesse cose, suddivise per categorie ben prestabilite e ordinate e tutto…PREVISTO. Il risultato è che SIAMO INTELLETTUALMENTE FERMI DA UN SECOLO. I nostri computer hanno la stessa tecnologia dei primi computer degli anni 50, le teorie scientifiche (la fisica, la biologia, la chimica) sono ferme da un secolo. Se oggi Einstein venisse da noi a partecipare a un congresso scientifico non farebbe alcuna fatica nel seguirlo e nemmeno nel preparare un intervento che, con molta probabilità, lascerebbe sgomenti gli astanti per la sua originalità e novità! Teoria delle stringhe? Mondo brana? “Bene” avrebbe esordito Einstein, “parliamone, sono anni che studio tale teoria universale”. La medicina… basta leggere un trattato sui tumori dei primi del ‘900 per rendersi conto che nella medicina ufficiale non è stato fatto alcun passo reale. In sostanza la filosofia che sta alla base del nuovo sistema di manipolazione delle masse risiede in questi concetti esplicativi: – “cosa c’è di peggio del NON essere liberi?” – risposta: “NON essere liberi e CREDERE di esserlo!”. – “cosa c’è di peggio del NON essere progrediti scientificamente?” – risposta: “NON essere progrediti e CREDERE di esserlo!”. – “cosa c’è di peggio del NON assumere abbastanza vitamine con l’alimentazione?” – risposta: “NON assumerle e CREDERE di assumerle!”. – “cosa c’è di peggio del NON ribellarsi a un sistema criminale?” – risposta: “NON ribellarsi e CREDERE di farlo!”. Ovviamente, quanto descritto in questo post, rappresenta solo una parte del nuovo sistema della manipolazione delle masse, ne è stata descritta la base. Durante il percorso di attuazione, durato decenni, sono state adottate svariate altre misure coadiuvanti, con lo scopo di FISSARE e ASSICURARE il risultato. Ora chiediamoci: “pensiamo LIBERAMENTE?”. Un buon inizio è sicuramente quello di partire rispondendo con coraggio e decisione “OVVIAMENTE NO!” e ripartire da questa affermazione. Chi o cosa può espletare il compito di giudice imparziale nello stabilire se siamo vittime di questa nuova manipolazione? Noi stessi? Freud aveva sperimentato il meccanismo della negazione secondo il quale la prima reazione che ha un “paziente” di fronte alla realtà dei fatti riguardo la sua patologia o, anche più semplicemente, di fronte al suo problema, è quella di negare. Qualcosa di universale che sia in grado di misurare il grado di manipolazione dei nostri pensieri? In realtà esiste ed è un linguaggio universale e imparziale: la matematica. Una branca della matematica è il calcolo delle probabilità. Chiediamoci: quante probabilità ci sono che un campione di cento persone risponda con concetti simili se intervistati riguardo un concetto conosciuto? 30 temi in classe per 30 svolgimenti completamente originali… questo 15 anni fa. Proviamo a correggere i temi degli adolescenti di oggi. Secondo voi su 30 temi, quanti saranno ORIGINALI e quanti, invece, si assomiglieranno?