Italia terra di cento culture e mille popoli

imagesEJ4HAA7T
Italia terra di cento culture e mille popoli, la storia lo dice, lo racconta nel tempo. Queste terre italiane porti conquistati da mille genti, oggi emigrati di dovunque, che vivono ed hanno qui vissuto, conquistato, insanguato, tedeschi, spagnoli, austriaci, francesi, arabi, saracini, normanni, unni, vichinghi, romani, americani e vaticani… domani da chi? Portando le loro culture, lasciando i loro segni. Un mercato continuo di tradizioni e razze che si confrontano, si incontrano, si scontrano, si confondono, si fondono. E un arricchimento reciproco o un impoverimento? Popoli italici abituati ad essere da sempre assoggettati, resi sudditi, schiavi, innamorati ed odiati, combattuti ed amati. In tutti i lati della cultura e della vita cosiddetta provata, invasi e sommersi da altri che impongono loro usi costumi, culture. L’Italia da sempre terra di memorie antiche, secolari, di feste rituali di intere città che vivono le feste e le tradizioni, reinventandole e trasformandole ad ogni passaggio di stagione. Insieme ai conquistatori che venivano e depredavano tesori e bellezze di cui gli artisti italiani hanno riempito, farcito la penisola in varie epoche, si sono mantenute vive le tradizioni, i rituali stagionali simbolici, le processioni, le ricostruzioni medievali, le corse di cavalli, le sfide di destrezza, i combattimenti simulati, le gare in genere di epoche passate che rivivono in epoche successive. Ricordiamo le maschere della Sardegna, il carnevale della Barbagia, i carta pestai viareggini, le maschere della Padania fino al Veneto ed oltre: al Friuli, legate alla terra ed i suoi simboli e riti stagionali, ma anche agli altri elementi. L’Italia sembra ingoiare e riciclare tutto in un rimpasto che prende altre forme rispetto all’originale. Tutto un simbolismo rituale, antropologico, ancestrale, onirico, che non muore, antico come l’umanità, rimane legato inscindibilmente alle terre ed alle tradizioni popolari, malgrado inquinamenti e multinazionali, che portano l’anglofobia e una superficialità frenetica come modello di vita arrivistica. Tutto questo inizia fin nei risvolti più interiori dell’educazione infantile: dai super eroi: Superman, Batman, ai personaggi di animali e dei cartoni animati anti eroi: paperino e dintorni, fino ad arrivare a Peppa Pig ed Hello Hetty dei giorni nostri. Halloween che sembra subentrare al carnevale o semplicemente ritagliarsi un suo nuovo spazio. Altre terre che si mantengono chiusi nelle loro tradizioni anche geograficamente diverse, invece la penisola mediterranea ed il suo mare sono approdo strategico e quindi terra di conquista, di passaggio e di scambio. Tutto questo non succede in popoli meno avvezzi ad essere conquistati, venduti e scambiati: dalla Svizzera alla Svezia, all’Inghilterra, dalla Francia alla Russia, dalla spagna alla Grecia. Popoli afgani o iraniani, pur poveri, loro non i ricchi della loro terra, orgogliosi della loro cultura ed appartenenza, che tengono alti la bandiera della loro terra a qualunque costo, non lasciandola calpestare a chi viene da altre terre e si comporta da invasore. L’orgoglio dei popoli e delle loro culture non permette contaminazioni e fusioni, meschini gemellaggi e inserzioni di nessun tipo. Dove le ricchezze delle terre non sono calpestate ne ignorate, ma valorizzate e considerate. Oggi quindi si crede che tutto questo comportamento nei confronti dell’Italia e della sua cultura e della sua gente, sia un progetto strutturato e ben pensato per affossarla impoverirla, per meglio conquistarne e svenderne tesori e ricchezze, che fanno gola a molti. Ti costringono ad andartene se non vuoi uniformarti ai moderni abbrutimenti, o sei come vogliono che tu sia o emigra e vattene da qualche altra parte, qui ora devi essere così. Un progetto di abbrutimento e corruzione dove non si legge, dove non si ascolta buona musica, dove non si fa cultura, dove ci si nutre con cibo spazzatura, dove si lascia che i padroni di varia natura rubino e facciano man bassa a più non posso di tutto quello che riescono ad arraffare. Non dico la chiusura totale o quasi, ma qui siamo avvezzi alla totale mancanza di dignità e di orgoglio, che sfocia alla totale ed eccessiva svalorizzazione dei patrimoni secolari invidiabili. Perché questa mancanza di rispetto per la propria cultura e per gli artisti che l’hanno prodotta? Perché questo oggi va per la maggiore? Non erano forse in quelle epoche illuminate, finanziatori del passato, siano nobili o clero, che hanno finanziato artisti, dando alla nostra penisola la ricchezza culturale e turistica che solo grazie a loro ci permette oggi, anche se in modo parzialmente sfruttato e quindi in parte utile, di vivere? Ma oggi l’Italia non riconosce ne arte ne tantomeno artisti, che sono emarginati e bistrattati. Cosa fare emigrare per esser valorizzati? O rimanere qui a continuare a lamentarci? No lottare con tutte le proprie forze per ridarle e restituirle un volto ed una dignità di nazione.