io parlo con organi e visceri

E’ una tecnica bio-informazionale russa. Gli organi possono “sentire”, e la pratica di parlare con gli organi può divenire piuttosto normale. Parlare con organi e visceri è tecnica, è semplicissima. Tutte le scoperte si fanno quando si unisce e non quando si lasciano le energie materiche e non divise. In questo caso è merito di un radioestesista, operatore che lavora con le tecniche Puchkò. Dice:  “25 anni ho scoperto che gli organi interni sentono ed eseguono i miei comandi mentali”. Che cosa sono i comandi mentali? Il pensiero  è un concentrato di energia,  e non può essere neutro: ha sempre un segno negativo o positivo. Un giorno gli portarono un suo amico, che non riusciva a respirare. Al controllo delle vertebre risultò che la settima vertebra dorsale era fuori posto. La mise a posto. Il paziente si alzò sollevato, ma aveva ancora qualche problema con la respirazione, e allora Vlad  pensò: “Devo dare il comando anche ai muscoli di questa vertebra,  devo dirgli di rilassarsi”. Non appena lo pensò, il paziente crollò per terra. Controllò di nuovo le vertebre, e la settima vertebra dorsale era nuovamente fuori posto. Così lui  riuscì a capire che il pensiero fosse un arma di grande potenza. Quando i muscoli si rilassarono, la vertebra tornò subito fuori sede, dove era prima.  Doveva invece, dare ai muscoli il comando formulato diversamente: non dovevano rilassarsi, ma “mettere la vertebra al posto predisposto dal Creatore”. “Non conosco i limiti per lavorare con le forme-pensiero”. Ecco un esempio:  “Sto parlando al telefono con una signora mia amica, a 4000 km di distanza da me.  Le chiedo, come va. Risponde: ”Fa male il gomito, mi sono fatta male”. Senza dirle niente, inizio a dare comandi mentali ai muscoli e ai tessuti; poi chiedo: “Fa ancora male?”. “No, ora il dolore è sparito”. Qualcuno mi può dire che non è etico, lavorare senza il permesso del malato, ma ci sono coloro che non credono a nulla e stanno soffrendo. In questi casi io avevo lavorato molte volte senza che il mio intervento fosse stato richiesto, e il dolore si ritirava.” Alcune caratteristiche di questa tecnica: le Forme Pensiero (i comandi mentali) spingono l’organismo a lavorare, fanno azionare il meccanismo dell’auto ripristino. Un organo ammalato si vede come un organo ADDORMENTATO, e occorre SVEGLIARLO. Questo è un momento molto interessante! Ogni organo e viscere possiede la propria “mente.” Bisogna parlare agli organi con AMORE. Ogni organo ha un suo carattere un suo “stile” e modo di essere: il cuore è il più “intelligente”, il fegato è un “testone”, il pancreas è il più “fine”. Quando gli si parla, bisogna tenerne conto e scegliere le parole adeguate. Per lavorare  con questa tecnica, si deve conoscere, anche approssimativamente, l’anatomia umana, come funzionano organi e visceri. Lo stress scombussola il normale funzionamento  degli organi. COME SI LAVORA: 1 La Mente del ….. (organo), SVEGLIATI! “2Fai bene e in maniera corretta  il tuo lavoro”. Se l’organo è veramente malato, reagisce e la persona sente qualcosa: formicolio, freddo, caldo – qualcosa.” ( può aiutare una visualizzazione ad esempio: Immagino un organo al quale mi rivolgo come un piccolo omino dormiente, che si sveglia, si stira, si frega gli occhi, e infine, si siede sul letto e mi ascolta alzando la testa.) 3 Se l’organo ha reagito (sentite qualcosa; un formicolio, una pulsazione, un caldo, una fitta): “Dimmi, di chi è la COLPA (per capire dove sta il problema primario).  Si potrebbe sentire qualcosa in un altro organo. A questo punto, la stessa domanda (“Di chi è la colpa”) si fa anche a questo secondo organo, e se necessario, al terzo… poi si lavora con tutti gli organi che hanno reagito! Di solito, un dolore recente o improvviso, segnala un trauma (una slogatura, un colpo), o un raffreddamento. In questi casi bisogna lavorare con tutte le parti che fanno parte della  zona dolente (se avete preso freddo, si danno i comandi al tessuto osseo o muscolare per eliminare il freddo). Se il dolore aumenta gradualmente, sono state coinvolte anche le altre parti dell’organismo. Bisogna risalire alla fonte, al primo organo che si è ammalato.  Se invece, dopo la prima domanda non sorgono altre sensazioni, in altri organi, si lavora con un solo organo o viscere. Nel caso del raffreddamento: 4 Elimina il freddo e il vento, buttali fuori attraverso le aperture nell’organismo, senza provocare la tempesta nell’organismo”. 5“Ripristina la funzione fino al livello genetico dell’organo sano”. Questo si chiede  sempre, soprattutto nei casi, quando  non è possibile studiare l’anatomia o la funzione esatta dell’organo.6 “Genera le cellule nuove al posto di quelle morte, e ripristina le cellule malate fino al  livello delle cellule  sane.”7 Bisogna suggerire alla mente dell’organo la funzione che deve fare, nel caso lo dimenticasse.8 Per esempio, al fegato diciamo: “Fegato, tu devi produrre la bile di ottima qualità che non formi calcoli.”9 Auguriamo ogni bene e salute all’organo, rivolgendoci a lui con amore. 10 E’ bene lavorare non solo con quell’organo che fa male, ma anche con quelli vicini, e, obbligatoriamente, con quella sezione della colonna vertebrale che è collegata all’organo. Le vertebre si spostano a causa dei traumi, dei movimenti bruschi, colpi, oppure a causa dei muscoli che si restringono (freddo e vento) e spostano le vertebre.  E’ meglio dare  ai muscoli un comando preventivo: eliminate freddo e vento, ripristinate la funzione fino al livello genetico dell’organo sano, mettete al posto, definito dal Creatore, i gruppi delle vertebre: cervicali, dorsali, lombari, sacrali, coccigee. Si augura salute e ogni bene a tutte le vertebre. Due esempi: Il fegato  La mente del fegato, svegliati. Fai bene e in maniera corretta il tuo lavoro. Elimina il freddo e il vento, buttali fuori attraverso le aperture nell’organismo, senza procurare una tempesta nell’organismo. La mente del fegato, ripristina la tua funzione, fino al livello genetico dell’organismo sano. Fai nascere le  cellule nuove al posto di quelle morte. Ripristina le cellule malate fino al livello di quelle sane. Ti auguro la salute e la felicità. Dolori articolari Prima di tutto, occorre capire se  il dolore è apparso all’improvviso oppure è cresciuto gradualmente. Se il dolore è improvviso, allora si tratta di una slogatura, di un colpo (colpo di freddo). Si lavora su  tutte le parti che compongono l’articolazione (svegliati, fai bene e in maniera corretta il tuo lavoro..) e si ascolta la risposta. Un organo sano non reagisce a queste domande, invece, un organo malato le sente. Nel caso di dolori cresciuti gradualmente, è possibile  la partecipazione degli altri organi. Il tessuto osseo della caviglia, svegliati. Indica di chi è colpa. … e così via fino a  che non si trovi il colpevole. Se  dopo la domanda “di chi è colpa?” non si avranno  nuove sensazioni, significa che la causa sta nell’organo con cui state parlando. Bisogna svegliare anche  tessuto muscolare, i nervi, i vasi sanguigni, la linfa. Gli si chiede di evacuare dall’organismo il caldo, il freddo, il vento, l’infezione, i batteri, i focolai d’inquinamento. Eliminare le incoordinazioni nell’articolazione. DA PROVARE ANCHE QUESTO: all’area della caviglia, tu mi senti? Rispondimi. Ascoltate la risposta.(O. Samarina)