incontri karmici o del destino

Poiché nessun incontro è casuale, ogni relazione, ed in particolare quella d’amore, ci offre la possibilità di scorgere una lezione da apprendere, di osservare le nostre dinamiche e superarle. In tal senso gli amori destinici sono una preziosa palestra per la nostra evoluzione. UN INCONTRO SCRITTO NEL DESTINO – L’incontro con un’anima amata è sempre predestinato. È scritto nel destino così come nelle stelle e non avviene mai per pura casualità. Ciò che è raro non è tanto l’incontro (come si potrebbe credere) quanto il riconoscimento reciproco e la capacità di vivere questa esperienza serenamente. Che cosa ci impedisce di riconoscerci? Noi stessi. Le nostre paure. E soprattutto ciò che di noi rifiutiamo. Ecco perché il viaggio alla ricerca dell’altro è soprattutto un viaggio alla ricerca di noi stessi, al recupero di quelle parti di noi meno amate che ci rendono difficile vivere pienamente una qualsiasi esperienza d’amore. Come dicono i coniugi Hendrix dal libro“ Conscious loving”(“Amore consapevole”) : “l’amore ha una forza potentissima. Se non sappiamo come usare questa forza, cadiamo facilmente vittima delle sue potentissime distorsioni dolorose. È la resistenza all’amore che causa problemi, non l’amore in sé. L’amore ha una luce fortissima e quando ci investe illumina anche le nostre parti oscure. Porta in superficie aspetti di noi che stiamo disperatamente cercando di tenere nascosti. Quando questi emergono nell’incontro e nel rapporto, spesso facciamo muro ed accusiamo l’altro e l’amore di essere causa dei nostri mali”. Se noi per primi rifiutiamo noi stessi, come possiamo pensare che gli altri ci accetteranno? In realtà, quei modi di essere (apparentemente) sbagliati stanno tentando di portare un equilibrio nella nostra vita; forse stanno lì per difenderci, o per renderci meno vulnerabili, o per farci funzionare bene nella società e, per quanto incredibile possa sembrare, stanno cercando di aiutarci. Nel tentativo di colmare un nostro bisogno, vengono però attuate dinamiche che non sono quelle giuste e che spesso ci arrecano dolore o frustrazione impedendoci di dare e ricevere amore. Accettare quei modi di essere vuol dire, allora, porsi in ascolto di noi stessi ed entrare in contatto con il bisogno che ne è alla base. Ascoltandoci possiamo capire quale bisogno stiamo cercando di colmare e ci predisponiamo a trovare un modo nuovo per soddisfarlo. È importante allora ricordare che ogni atto d’ascolto è prima di tutto un atto d’amore. Soltanto imparando ad ascoltare noi stessi e a conoscerci possiamo veramente ascoltare l’altro e ri-conoscerlo. Ogni atto d’amore rivolto a noi stessi è un atto d’amore che facciamo all’altro. È qui che iniziamo ad incontrarlo prima ancora di averlo incontrato davvero. L’INCONTRO IMPOSSIBILE – Non c’è dubbio: l’incontro con un’anima amata è sempre predestinato. L’anima, prima di incarnarsi, prevede il giorno e il luogo di tutti gli incontri importanti, ma lascia al proprio libero arbitrio come reagirà a quell’incontro e che cosa ne farà nella propria vita. E’ questo il rapporto tra libero arbitrio e predestinazione. È scritto nel destino e non avviene mai per pura casualità. Ciò che è raro non è tanto l’incontro quanto il riconoscimento reciproco e la capacità di vivere questa esperienza serenamente. Prendiamo in considerazione un tipo di sofferenza specifica: la sofferenza di chi ha un incontro d’amore fortissimo (quasi fatale), un contatto o in qualche modo sessuale o una breve relazione, e poi d’improvviso vede l’altro allontanarsi e rifiutare la relazione. Questo tipo di incontro è sempre caratterizzato:  – da un iniziale forte impatto emotivo quasi istantaneo (le due persone hanno la sensazione di conoscersi da sempre): si può parlare di colpo di fulmine, o di amore a prima vista o di forte attrazione.        – da una forte reciprocità del sentire (non è mai uno solo che prova  – da una relazione: a volte sessuale, a volte quasi sessuale, altre volte – da un brusco allontanamentodell’altro.                                                  – dalla disperazione (apparentemente senza motivo) di chi vede l’altro allontanarsi.                                                                                – dalla non accettazione di chi vede l’altro allontanarsi (se è quello che abbiamo vissuto era vero, perché sta finendo?).                              – dai tentativi di riportare l’altro a sé.                                                    – dall’impossibilità di riportare l’altro a sé nelle modalità iniziali (l’altro forse è disposto ad accettare la nostra amicizia, ma si sottrae a una relazione d’amore o sessuale).                                                        PERCHE’ L’ANIMA SI RIFIUTA? Due sono (di solito) le possibilità: 1. l’anima dell’altro ha fatto un percorso di consapevolezza diversa durante le incarnazioni individuali e ora il suo modo d’amare non è in risonanza con il nostro. L’anima, infatti, entra in contatto con un’altra sempre per effetto di risonanza (secondo la legge della fisica quantistica per cui “il simile attrae il simile”): ora potrebbe essere che il vecchio sentimento faccia da calamita (è lo stesso), ma poiché il modo di amare attuale è diverso, pian piano l’effetto calamita scompare; oppure, l’effetto calamita è dato dalla nostra parte ombra, cioè da quella parte non ancora illuminata dall’amore che è molto simile a quella dell’altro. Anche in questo caso però l’effetto calamita presto scompare perché evidentemente uno dei due sta cercando (nella propria esistenza) di illuminare proprio quella parte ombra che gli impediva d’amare e ora sta facendo dei passi in avanti che lo stanno portando a un grado più alto di risonanza d’amore. Per dirla in due parole: una delle due anime sta imparando o ha imparato ad amare di più e la sua luce è troppo forte per essere sostenuta dalla parte in ombra dell’altro che non è ancora in grado di sostenere quel grado d’amore. 2.l’anima dell’altro ha fatto un programma di vita diverso per questa attuale incarnazione, in cui l’incontro con noi è previsto (vi è comunque una grande lezione), ma non prevede una relazione con noi. In entrambi i casi la lezione per noi è quella del lasciar andare: ovvero, lasciare che l’anima dell’altro vada dove più desidera, perché la lezione più grande d’amore è sempre quella di lasciare libero colui/colei che si ama. Tanto più cerchiamo di far restare l’altro al nostro fianco (anche al di là della sua propria volontà) tanto più il nostro amore è egoistico: il nostro amore non è rivolto all’altro, ma al nostro stesso ego, alla nostra soddisfazione e non a uno scambio profondo che ci alimenta. La legge del lasciar andare non dice che lasciando andare l’altro, questi se ne andrà: dice piuttosto che “lasciando l’altro libero di andare, questi potrà scegliere che direzione prendere e nulla gli impedisce di tornare verso di noi con una consapevolezza diversa”. Anche perché, a livello di anima, noi siamo sempre uniti. Il trattenere l’altro è, però, un non-amore: è per questo che spesso l’anima che sceglie un percorso di consapevolezza d’amore prima o poi incappa in questa prova così dolorosa. Non solo. L’ostinarsi a volere un amore impossibile (o divenuto tale) crea una sofferenza fortissima: non è l’amore impossibile che crea sofferenza, ma il nostro restarvi attaccati. ANIME RIUNITE PER UN COMPITO D’AMORE – Cosa succede quando due anime si riuniscono e realizzano il proprio amore? La risposta è quasi sempre la stessa: finiscono molto spesso per condividere un “compito d’amore” proiettato al di là della propria individualità e che si espande su tutti gli esseri umani. In altre parole, l’esperienza dell’amore totale che avviene tra due anime non è mai frutto del caso: prima di riconoscere l’altro, l’anima ha percorso un lungo cammino in cui si è riconosciuta, imparando ad amare se stessa; ha confrontato le proprie paure, le proprie debolezze e ha imparato ad accogliersi e a nutrirsi come una madre farebbe con il proprio bambino. In questo contatto di amore profondo con se stessa, l’anima ha aperto le porte a un tipo di amore condivisibile solo con chi ha raggiunto un’identica consapevolezza e un identico senso d’amore per sé e per gli altri. Se due anime sono in grado di fare esperienza l’una dell’altra è perché hanno lavorato individualmente e con la stessa intensità verso la conoscenza e la sperimentazione dell’amore: quando il loro amore si fonde, dà vita a un amore più grande che si manifesta intorno coinvolgendo il mondo circostante. I SIGNIFICATI NASCOSTI DEGLI INCONTRI E DELLE RELAZIONI – I meccanismi del karma, tendono a metterci in relazione con tutte le persone con le quali c’è stato un rapporto, di qualsiasi tipo, in vite precedenti, al fine di pareggiare il bilancio karmico esistente. In una vita ognuno di noi stabilisce relazioni dei più svariati generi, dalle amicizie alle inimicizie, dai rapporti di collaborazione a quelli di lavoro, dagli amori alle passioni, fino anche ai conflitti più o meno duri. Fermo restando che non tutte le persone che incontriamo hanno necessariamente legami karmici con noi, dobbiamo comunque tenere presente che ogni incontro può avere uno specifico significato legato al tipo di relazione karmica esistente con quel soggetto. Si sentono spesso persone che si lamentano di fare continuamente incontri sbagliati, esperienze relazionali negative, di collezionare delusioni amorose e così via, ma questo potrebbe accadere proprio perché si tende unilateralmente ad attribuire ad ogni incontro lo stesso significato, ignorando il fatto che in realtà questo potrebbe essere del tutto diverso ed avere a che fare con meccanismi karmici o evolutivi di tutt’altro genere. Ciò che sarebbe più sensato fare, è di cercare di capire di volta in volta quale può essere il significato più profondo e nascosto di un incontro, senza incaponirsi unilateralmente sullo stesso significato, che per taluni sembra essere l’unico esistente. Karma a parte, bisogna inoltre considerare che certe entità superiori più evolute dell’uomo (gerarchie angeliche), certe volte fanno in modo di ‘combinare’ certi incontri apparentemente casuali, perché si ritiene che attraverso quell’incontro possa scaturire qualcosa di utile per i soggetti interessati dal punto di vista evolutivo. Il modo migliore di approcciarsi alla relazione sarebbe quindi quello di mettersi nello stato di ‘ascolto’ verso l’altro e anche verso sé stessi, in modo da attivare quella capacità intuitiva e percettiva superiore che permette di cogliere certe sottigliezze che normalmente sfuggono allo stato di coscienza ordinario, e che possono rivelare la natura più profonda e nascosta dell’incontro. Quando è possibile, sarebbe inoltre di grande utilità un’analisi sinastrica astrologica, che incrociando le rispettive configurazioni planetarie di nascita può fornire numerose e importanti indicazioni circa il significato e le potenzialità dell’incontro. La persona che incontriamo, solo raramente può essere una potenziale ‘anima gemella’, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di incontri da pareggio karmico oppure finalizzati in qualche modo alla nostra crescita evolutiva, che può avvenire attraverso le più svariate modalità, senza escludere che comunque esistono anche gli incontri casuali e che certi altri sono dovuti a libere scelte, al di fuori di alcun legame di necessità karmica o evolutiva. Qualcuno può presentarsi di fronte a noi per riscuotere, senza esserne consapevole, un piccolo o grande credito karmico che gli dobbiamo; qualcun’altro in debito con noi può fare la stessa cosa nei nostri confronti; qualcuno lo incontriamo perché ha qualcosa da insegnarci, oppure perché ha qualcosa da imparare da noi, o magari entrambe le cose; qualcuno possiamo trovarcelo di fronte perché faccia da specchio mostrandoci certe nostre caratteristiche di cui non siamo consapevoli, ma che dobbiamo vedere se vogliamo evolverci; qualcuno può avere un certo percorso, che potrebbe essere culturale, spirituale o di altro genere, da intraprendere in comune con noi. Questi sono soltanto alcuni dei possibili significati nascosti di un incontro, ce ne possono essere moltissimi altri. Per questo sarebbe così importante cercare di capire caso per caso, attraverso una conoscenza graduale, chi è la persona che incontriamo e che cosa possiamo fare con essa, evitando di intestardirci sul fatto che potrebbe essere il partner ideale, salvo poi rendersi conto che non è così e magari maledire il malcapitato/a (che sul piano evolutivo poteva avere tutt’altri scopi da quelli che abbiamo pensato) o chi ce lo ha fatto/a incontrare.