gurettini & gurettoni, falsi & veri maestri come scegliere?

“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. “ (Matteo 7,15-20) Un immenso proliferare di scuole olistiche pseudo – olistiche, bio – olistiche di yoga, meditazione, arti marziali cinesi, giapponesi e quant’altro tutto per il sacrosanto uso delle conoscenze orientali di cui l’occidente ha un immenso bisogno sostanziale. Nutrimento fondamentale nella aridità culturale deformata nella quale è inabissato da decenni. Un si salvi chi può spesso caotico verso specializzazioni e corsi ammiccanti dove pochi sono i livelli di valore non sempre legittimati dal prezzo alto. L’occidentale è impiastricciato, impigliato in una pseudo cultura con poca anima e cuore. Fin che mondo è mondo, c’è sempre stato un interscambio di culture, in cui si va ad esempio a risciacquare i panni nel Gange anche se i fiumi non sono molto puliti… Siamo costretti poi a passare gran parte della vita a ripulire i danni a vari livelli vitali di una pseudo educazione scolastico – familiare, dove i conti li paga spesso in primis la propria mente. In questo proliferare di proposte del benessere come fare la scelta giusta? Tutti si presentano con belle parole, fine settimana gratuiti con assaggi tecnici, ottimi curriculum, bellissimi luoghi immersi nella natura, si da bella mostra delle proprie capacità con foto e video, si descrive cosa e come fare per raggiungere consapevolezze sempre più alte nel più breve tempo possibile. Ho avuto la fortuna di incontrare tra l’altro, molti veri maestri durante gli anni e so che non si trovano nelle foto di asana impossibili con sfondi orientali, nei dépliant e nelle brochure a colori ben fatti, nelle parole ammalianti, nei video con sottofondi musicali, inebrianti incensi, sorrisi ed inchini costruiti a modo orientale. Non si diviene maestri solo perché siamo ottimi esecutori di asana o si conoscono e si eseguono forme marziali avanzate, cosi come non si diviene maestri perché ci si auto elegge tali o si desidera mentalmente. La via la insegna sempre la vita sotto qualche forma. Nessuno nasce imparato ma si arriva con un talento da scoprire che non è mai casuale. Quella che potrebbe sembrare a primo acchito una scelta momentanea, magari diviene dopo scelta di vita. Quindi a cosa attingere per fare le scelte a chi affidarsi e di chi e o di cosa fidarsi? Se si fa una selezione mentale di convenienza calcolata in base a: tempi, costi e luoghi o altro, si rischia di farà una scelta che prolunga le nostre debolezze, le nostre visioni distorte. Forse sarà qualcosa che ben presto ci farà abitare il ristagno del non cambiamento su cui si può rimanere a lungo ad auto – compiacersi. Forse non volevamo cambiare Davvero, ma solo sentirci coccolati tra il calore del dolce far niente, dell’apparire e del non essere. La mente non è mai deputata a fare scelte come organo, non ne è capace non è il suo compito, infatti la valutazione suddetta sarà solo in funzione di convenienza più o meno in buona fede.

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L ‘ organo deputato alle scelte è il cuore che aprendosi sa riconoscere la strada da prendere e dove affidarsi. Ma non per questo è da sottovalutare l’intuizione, ma anche questa non è per niente detto che sia in funzione, visto che andiamo nelle scuole di consapevolezza e conoscenza proprio per aprire i chakra compreso cuore e terso occhio e far circolare le energie nel corpo nel miglior modo possibile. Nella maggior parte dei casi non ci sono strumenti per saper valutare. La scelta è quindi un salto nel buio o nel vuoto richiede coraggio ad andare oltre le proprie paure i propri limiti. Lo stesso atto di fede e coraggio richiesto all’uccellino che è sempre vissuto in gabbia e a cui si apre la porta per farlo volare libero, non sa assolutamente cosa troverà fuori e quindi la paura e la convenienza gli impedisce il volo verso la libertà. Quel volatile molto probabilmente deciderà di rimanere ancora in quella gabbietta o spostarsi semplicemente in una un po’ più grande o semplicemente diversa, cosi prendendo tempo si sentirà forse un po’ diverso. Un maestro difficilmente sarà un giovane perché per divenire tali c’è bisogno di molta esperienza e molti anni di un affinamento alchemico che solo attraversando una bella fetta della vita diviene possibile. Un maestro difficilmente sarà compiacente e facile da relazionare, sarà spesso imprevedibile, imprendibile, ci darà fastidio perché stimolerà in noi lati oscuri che vogliamo evitare. Un maestro proporrà lezioni sempre diverse attingendo da ogni dove. Un maestro saprà essere di sostegno senza mai invadere. Vedo persone frequentare scuole divenire insegnanti, acquisendo conoscenze tecniche storiche e filosofiche, ma senza passione senza cuore, voglia di giocare e mettersi davvero in discussione, con poca intuizione. Chi e quanti davvero aprono il terzo occhio o donano reali tecniche di consapevolezza? Arti marziali, ogni forma di yoga, buddismo e buddismi, ogni forma di Sadhana è via verso la conoscenza, ognuna pur nella varietà tecnica, ha sempre lo stesso fine. Come tutte le vie spirituali il cammino è univoco. Quindi non per caso si sbaglia credendo di far bene, o si fa bene sbagliando, insomma c’è sempre qualcosa che capiamo solo dopo la scelta in tempi successivi. È importante l’uso che faremo del presunto errore, l’abilità di trasformare ed elaborare l’esperienza fatta in prezioso tesoro. Errore o esperienza positiva non fa differenza è tutta vita vissuta. Camminare sulle mani, fare la spaccata, salti mortali e l’acrobatica, ogni sorta di forma avanzata e kata sono affascinanti. Quanto lavoro ci sta dietro al fluire di un taiji? Quanta disciplina e applicazione per raggiungere livelli alti? Non lo vediamo ma siamo parte di un solo corpo dove ognuno di noi è funzionale a qualcosa ed è chiamato a portare avanti la strada che gli viene indicata sotto forma di talento naturale. Si passa molto tempo continuando a fare qualcosa pur sapendo che è la scelta sbagliata, solo per convenienza la portiamo avanti. Ecco che i cicli della vita allora continuano a ripetersi, intanto cerchiamo di vivacchiare barcamenandoci momento dopo momento, facendo finta di lavorare. Tessendo una rete di ipocrite relazioni di convenienza che ci possano sostenere, senza avere la totale consapevolezza di cosa porterà tutta questa mancanza di verità di onestà , di carenza di rispetto per noi stessi. Dietro a questo non è stato fatto nessun atto di fede, di rinuncia nessun abbandono dell’identificazione mentale, come allora pretendere di avere risposte dalla vita se non crediamo in lei fino in fondo? Come cambiare trasmutando in gioia se continuiamo a sguazzare nella sofferenza? Ogni cosa a suo tempo.