Come mosche impazzite

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Pretendiamo di cambiare il mondo, lo vogliamo diverso perché giustamente non ci piace com’è, allora riempiamo l’aria di parole o proteste fino ad arrivare allo scontro con altri, fino ad atti estremi, tutto perché non accettiamo il mondo com’è. Nella società, nella famiglia, nel lavoro.. Sarebbe giusto se allo stesso tempo, al momento in cui avanziamo questa pretesa, lavorassimo per cambiare noi stessi. Con la stessa intensità con cui urliamo pretendendo in faccia al mondo il suo cambiamento, con quella stessa energia dovremmo prima lavorare per cambiare noi stessi. Imputiamo tutto al mondo il nostro desiderio di cambiamento. Da sempre il cambiamento del mondo inizi da noi stessi e quindi quell’indice puntato giriamolo verso l’interno, come ho già detto, e vediamo che cosa cambia. Il cambiamento del mondo che non ci piace, inizia proprio dal lavoro che facciamo su di noi per cambiare, inizia da noi, non possiamo pretendere, ne avere il diritto di avanzare nessuna pretesa se non quella che realmente dobbiamo, quella che va nella direzione opposta: la nostra. Ma questo lavoro di cambiamento su noi stessi è più difficile, è più faticoso, è più facile allontanarci dicendo che sono sempre gli altri che sbagliano, noi facciamo quasi sempre la cosa giusta dal pulpito della nostra verità. Facendo questo si parte dal fatto che la realtà è : la nostra visione del mondo. Ma quella non è la realtà non può esserlo, è come la viviamo, come la osserviamo noi, filtrata da tutte le nostre visioni, esperienze di vita, cultura, educazione, emozioni condizionamenti sociali… Un mix più o meno confuso e caotico con cui siamo abituati a vivere. Questa è solo tutta un illusione! Noi vediamo una realtà illusoria su cui avanziamo critiche e pretese, quindi perdiamo tempo ad inseguire i mulini a vento. Il cambiamento che ha davvero un motivo di essere, che non è una perdita di tempo, è esclusivamente il lavoro su noi stessi, cioè sui nostri quattro livelli di vita: sottile, mentale, emozionale, fisica. Il lavoro di pulizia, di manutenzione del flusso energetico dei nostri livelli vitali, questo percorso ci farà scorgere la realtà per quello che è, gli darà un motivo di essere, di manifestarsi, un significato ma non certo una giustificazione. Soprattutto ci darà la misura di come rapportarci ad essa. Vedendo la realtà, anzi percependola, quindi non utilizzando mente ed emozioni ma percezione, il mondo sarà e ci apparirà per quello che è, per la prima volta ne vivremo anche la bellezza nella sua totale manifestazione e il suo contrario, il tutto essere un insieme unico come giorno e notte. La percezione del mondo passa dall’unione delle cose, tutto passa da qui. Non lo dico solo io ma mi immetto nella voce che tutti i maestri hanno sempre detto, in ogni contesto ed epoca. La strada umana da percorrere è da sempre, dalla comparsa dell’uomo sulla terra, la stessa non è mai cambiata, non si è mai adattata a nessuna epoca non è mai venuta di moda ne passata di moda. Se non arriviamo a questa consapevolezza, se non imbocchiamo la strada della vita, perderemo solo tempo a vagare nel labirinto della vita terrena come una mosca che non riesce a trovare la via di uscita, continua a girare nella stanza, sente l’aria, sente il suo profumo, ma non ne segue il flusso, non lasciandosi vivere e non affidandosi, quindi non trova l’unica strada possibile, la via di uscita, la libertà. Via. vita e libertà. Magari si pretenderebbe anche che gli strumenti per cercare questa libertà ce li legittimasse la televisione o i giornali o la radio, o altro, cioè scandite dai mezzi di persone magari condizionate e quindi altrettanto confuse. La libertà è essenzialmente un fatto personale, un tesoro, va cercata anche se tanti e di varia natura, possono essere i supporti e le strade che percorriamo verso la consapevolezza. Questi segni che possiamo iniziare a scorgere se affiniamo la nostra percezione, danno un senso alle cose ed alla loro apparente casualità. Tutto ciò che ci accade, tutto ciò che incontriamo ha un senso di manifestarsi e cammina di pari passo con la nostra consapevolezza. Per questo dobbiamo prima di tutto affinare la nostra percezione, cioè metterci in sintonia con il mondo, con il flusso vitale. Il lavoro su se stessi parte dal senso delle cose, dal riequilibrare i nostri quattro livelli di vita, ecco il valore delle vie dello yoga dato all’umanità agli albori della sua comparsa sulla terra. Ma quale yoga quale scuola quale arte marziale? Quale filosofia? Quale maestro? Tanti sono gli yoga ed i maestri, dobbiamo iniziare a coglierne i frutti per nutrirci. Ogni strada è buona se va nella direzione della libertà, impara a riconoscere la strada, aiuta e fatti aiutare, dare e ricevere. Trova e costruisci le tue armi, i tuoi strumenti per essere libero, cercali, trovali usali, non fare come la mosca impazzita.

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