campi elettromagnetici e salute

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Negli ultimi tempi l’opinione pubblica ha iniziato ad interessarsi con sempre maggior preoccupazione dei possibili effetti negativi dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Di seguito sono riportate in sintesi le conoscenze attuali riguardo a questo problema.

1) Effetti biologici e sanitari

Gli effetti biologici sono risposte a uno stimolo in un organismo o in una cellula. Un esempio è l’aumento del battito cardiaco dopo aver bevuto una tazza di caffè. Gli effetti sanitari sono il risultato degli effetti biologici che provocano un danno alla salute della persona esposta. Il rispetto dei limiti raccomandati permette di limitare i rischi di esposizione a campi elettromagnetici che potrebbero essere pericolosi per l’uomo. Il dibattito attuale si sposta invece sui rischi portati da un’esposizione prolungata a campi elettromagnetici non ionizzanti, ovvero quei campi che hanno un’energia insufficiente per indurre fenomeni di ionizzazione delle molecole o per rompere i legami chimici anche molto deboli. Gli effetti indotti dai campi elettromagnetici vengono distinti tra effetti termici e non termici:

  • gli effetti termici sono dovuti alla trasformazione di energia elettromagnetica in calore e la quantità di calore dipende dalla frequenza e dall’intensità del campo, dalla durata dell’esposizione e dal contenuto di acqua presente nei tessuti attraversati. L’innalzamento della temperatura può causare danni a vari organi e apparati e i più sensibili sono il cristallino e le gonadi. Fortunatamente si può contare sui meccanismi di termoregolazione del corpo umano; in ogni caso non sono da considerare effetti pericolosi dato che è possibile scegliere con precisione i limiti di esposizione per prevenire situazioni dannose.
  • Gli effetti non termici comprendono le alterazioni biologiche dovute all’interazione con le strutture molecolari, ma il meccanismo d’azione non è ancora noto. I principali sintomi riguardano il sistema nervoso (irritabilità, depressione, tremori, vertigini, disturbi del sonno), l’apparato cardiovascolare (tachicardia, vasodilatazione) e il sistema endocrino (ipertiroidismo).

2) Cosa accade quando siamo esposti a campi elettromagnetici?

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Nel corpo umano esistono correnti elettriche molto piccole, ad esempio gli impulsi nervosi si basano sulla trasmissione di impulsi elettrici, o alcune reazioni biochimiche come quelle impiegate nella digestione. Gli effetti dei campi elettromagnetici sul corpo umano dipendono dalla frequenza e dall’intensità delle loro onde (frequenza=numero di oscillazioni al secondo, intensità=ampiezza dell’onda).

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  • campi a frequenza estremamente bassa (fino a 300 Hertz), ad esempio i dispositivi elettrici presenti nelle nostre case; i campi elettrici influenzano la distribuzione di carica sui tessuti e inducono un flusso di corrente elettrica nel corpo; i campi magnetici inducono la circolazione di correnti magnetiche le quali, se sufficientemente alte, possono stimolare muscoli e nervi, creando una differenza di potenziale attraverso la membrana della singola cellula. Il campo passa quindi attraverso il corpo. All’aumentare della frequenza, i campi tendono a penetrare sempre più all’interno delle cellule, impedendo di creare differenze di potenziale aggiuntive attraverso le membrane cellulari e rendendo così sempre più improbabile il verificarsi di questi effetti (che quindi sono praticamente impossibili alle radiofrequenze e microonde).
  • campi a radiofrequenzae microonde (da 10 Mega Hertz a 30 Giga Hertz), come radio, televisione, antenne per la telefonia e forni a microonde; i campi penetrano solo per una certa profondità nel corpo. L’energia dei campi si trasforma in energia cinetica nelle molecole, le quali sfregando tra loro generano un innalzamento di temperatura. Questo è l’effetto sfruttato ad esempio nel microonde.
  • campi a frequenza intermedia(tra 300 Hertz e 10 Mega Hertz), ad esempio i computer; agiscono sia i meccanismi di stimolazione sia quelli di riscaldamento.
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3) Gli studi

Gli studi scientifici effettuati per controllare gli effetti dei campi elettromagnetici a lungo termine possono essere studi in vitro o in vivo.

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  • Gli studi in vitro sono esperimenti effettuati in laboratorio su sistemi biologici isolati (tessuti, cellule, molecole). Sono studi però migliori per avere dati in tempi brevi e non sono sempre interpretabili facilmente poiché effettuati in mancanza della complessità dell’insieme dell’organismo.
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  • Gli studi in vivo sono le sperimentazioni che vengono effettuate sull’intero individuo. Gli uomini testati sono dei lavoratori per cui rimangono dati che non sono sempre generalizzabili data la varietà della popolazione.
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Si deve comunque tenere conto che quando si riscontra un effetto, sia in vitro sia in vivo, non sempre è riproducibile (in alcuni casi gli effetti riscontrati da alcuni ricercatori non sono stati confermati da altri) e dipende dalle condizioni dell’elemento testato.

La ricerca scientifica a livello nazionale è coordinata dal “Centro Interuniversitario per l’Interazione tra Campi Elettromagnetici e Biosistemi” (ICEmB) con sede a Genova, a livello internazionale la “Bioelectromagnetics Society” (BEMS, http://www.bioelectromagnetics.org/ ), e l’”Associazione Europea di Bioelettromagnetismo” (EBEA, http://www.ebea.org )

4) Effetti a lungo termine dei campi a frequenza estremamente bassa

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 2001 ha esaminato le evidenze relative alla cancerogenicità dei campi elettrici e magnetici alle frequenze ELF: per i tumori negli adulti sono state catalogate “inadeguate”. Nel caso degli studi che hanno evidenziato un’associazione tra la leucemia infantile e le esposizioni ai campi magnetici, l’evidenza scientifica è stata giudicata “limitata”. Questa incertezza nell’interpretazione dei risultati ha portato la IARC a classificare i campi magnetici ELF come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”. Nel 2007, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato una studio riguardo tutte le conseguenze alle esposizioni ai campi elettromagnetici ELF: le conoscenze scientifiche del giorno d’oggi confermano le conclusioni della IARC riguardo la leucemia infantile, affermano che non è valida l’associazione con i tumori della mammella e le varie malattie cardiovascolari, e suggeriscono di continuare le ricerche sull’associazione con il rischio di tumori cerebrali e malattie neurodegenerative (come la sindrome laterale amiotrofica o l’Alzheimer).

5) Effetti a lungo termine dei campi a radiofrequenza e microonde

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I risultati degli studi di laboratorio su animali da esperimento per verificare la cancerogenicità dei campi a radiofrequenza e microonde sono piuttosto evidenti per indicare che non ci sia alcun effetto cancerogeno. Per quanto riguarda gli studi sugli effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde, sono state effettuate soprattutto indagini sulla rilevanza di tumori in gruppi di persone esposte, e studi su coloro che utilizzano telefoni cellulari: alcuni studi su lavoratori esposti hanno indicato un aumento di alcuni tumori, ma altri non hanno indicato alcuna associazione tra esposizione e patologie.
Le varie disuguaglianze tra gli studi e le differenze del soggetto nell’esposizione non consentono di arrivare a conclusioni precise e definitive. Gran parte della ricerca epidemiologica recente è stata dedicata alla valutazione dei possibili effetti cancerogeni dell’esposizione alle microonde emesse dai telefoni cellulari e per questo la IARC ha organizzato uno studio a livello internazionale chiamato progetto “INTERPHONE”.

6) Conclusioni

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L’IARC ha classificato i campi elettromagnetici come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come sospetti agenti cancerogeni per i quali vi è una prova limitata di cancerogenicità negli esseri umani. I campi elettromagnetici sono generati sia da fenomeni naturali che da apparecchi comuni e quindi ne siamo continuamente esposti, ma questi livelli generalmente sono bassi. Studi di correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e aumento della possibilità di riscontrare cancro sono ancora in corso ma fino ad ora le ricerche in vivo e in vitro non hanno fornito prove abbastanza valide di una relazione diretta tra campi elettromagnetici e sviluppo del cancro.

7) Norme

Esistono delle norme per la protezione della salute dai campi elettromagnetici. L’Unione Europea ha ordinato agli stati membri di realizzare delle norme che si basassero sui limiti della “Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti” (ICNIRP) e quindi che garantissero la protezione dagli effetti conosciuti di danno alla salute.

In Italia è stata varata una legge (Legge quadro del 22 febbraio 2001, n.36 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 55 del 07/03/2001)) che prevede altri limiti aggiuntivi da non superare in luoghi abitati o frequentati intensamente. I limiti attuali sono confermati dal “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003” (Gazzetta Ufficiale n. 199 del 28/08/2003), e sono stati fissati limiti di esposizione, valori di attenzione ed obiettivi di qualità:

  • per limite di esposizione si intende il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione […].
  • per valore di attenzione si intende il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate […] Esso costituisce misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti a lungo termine […].
  • per obiettivi di qualità si intendono i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, definiti dallo Stato […], ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi medesimi. Questi valori non devono essere superati all’aperto nelle aree più affollate.
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Ad esempio:

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Bibliografia

Claudio Romeni – “Fisica e realtà.blu – Campo elettrico e magnetico”, Bologna 2012

Claudio Romeni – “Fisica e realtà – Campo magnetico, induzione e onde elettromagnetiche”, Bologna 2012

Consorzio Elettra 2000 (AA.VV.) – “Elettrosmog: quali risposte? – Campi elettromagnetici e salute: le risposte della scienza, della società, della comunicazione”, Roma 2007

Elettra 2000 (AA.VV.) – “Come stabilire un dialogo sui rischi dei campi elettromagnetici”, Roma 2002

Elettra 2000 con il patrocinio di A.S.M.I (AA.VV.) – “Campi elettromagnetici e salute: le risposte della scienza”, Venezia 2005

Giorgio Franceschetti – “Esposizione ai campi elettromagnetici – guida alle norme”, Torino 2000

Sitografia

http://www.ifac.cnr.it/pcemni/dbairoe.htm

http://www.iss.it/elet/

http://www.airc.it/cancro/disinformazione/campi-elettromagnetici/

http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/recuperi/Comunicazioni/campi_em_effetti.pdf

Fasano Giulia